domenica 20 dicembre 2009

L'insostenibile leggerezza dell'essere (italiano).

Prendo in prestito il titolo di un romanzo di uno dei miei scrittori preferiti, Milan Kundera, che, sorpresa delle sorprese, è nato a Brno, nel 1929.
Non tutti sanno che si impose alla ribalta internazionale, iniziando a scrivere sul suo blog personale intitolato "Born in Brno"... :)

Ok, l'umorismo non è il mio forte, ed in effetti, difficilmente saprei indicare in cosa sono bravo, ma qui entriamo in altri ambiti e la mia crisi esistenziale l'ho già avuto una 20ina di anni fa.
Dicevo, essere italiano, per chi sente e crede in questa identificazione, è qualcosa che ti segna, nella vita, soprattutto se vivi o viaggi all'estero.
Conoscendo persone nuove, una delle prime domande che ci si fa è la fatidica "where are you from?".
Appena si risponde, si entra in un turbinio di luoghi comuni.
L'italiano, nell'immaginario collettivo, è un turbinio di status symbol e generalizzazioni.
Dal cibo, la moda, le "brand" famose, la mafia...ognuno snocciola le parole italiane internazionalizzate.
Così ci si vede chiedere se ci piace la pasta, la pizza, se conosciamo ar.ani, ver.ace, se siamo mafiosi o abbiamo parenti in qualche clan etc etc...
Bisogna essere pazienti, io, con difficoltà cerco di esserlo...
In altri ambiti, invece, ultimamente sta diventando anche più dura.
Fare amicizie femminili, ad esempio, ormai è difficile, appena sentono che sei del "belpaese", vedi apparire un muro di gomma, difficile da abbattere.
Capisco anche le loro ragioni, da diversi anni, orde di italioti, vanno fieri delle loro vacanze a scopo sessuale, da cuba alla tailandia, dall'est europa alla spagna.
Ne ho visti tanti, fare le peggiori cose, comportarsi da indisponenti, cafoni, importunatori.
In rep ceca, il luogo preferito per questi esseri, è praga, la bella capitale, spesso visitata solo per fare il giro dei bordelli e night club.
Ultimamente anche Brno e le sue ragazze, hanno fatto la spiacevole conoscenza di questa brutta specie, purtroppo non in estinzione, i maschi italiani.
Oltre al moto gp, la città sta diventando sempre più meta preferita per chi crede che le ragazze siano oggetti da prendere e consumare a piacimento.
Non voglio apparire ipocrita, viaggiare e fare conoscenze con le "bellezze locali" piace anche a me, incontrare una ragazza e avere la possibilità di divertirsi, anche.
Un conto però è farlo conquistandola o perchè realmente interessato e attratto, un conto è disturbare e quasi molestare ogni essere del sesso opposto.
Quando inizia la lunga lista di luoghi comuni sugli italiani, mi indispettisco, poi ripenso a cosa e chi può aver generato questi giudizi generalizzati e credo che sia quello che ci meritiamo...

Nota a margine, quando qualcuno mi chiede di dove sono, spesso rispondo, con svogliatezza, italia.
"Napoli" o "Neapol" come è conosciuta qui la mia città, è la risposta che più mi aggrada.

parola del giorno: do prdele! vaffanculo!

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