martedì 16 novembre 2010

17 Novembre: Giornata internazionale dello studente

Domani, per chi non lo sapesse, è la giornata internazionale dello studente.
Il 17 Novembre, è anche festa nazionale in Rep ceca.
Giornata internazionale dello studente dovuta agli avvenimenti del 17/11/1939 a Praga, quando studenti cechi protestarono contro l'occupazione nazista.

Festa nazionale ceca perchè ricordando questa 'ricorrenza', questa volta nel 1989 manifestazioni di studenti cechi, osarono esprimere il proprio disappunto verso un'altra occupazione, quella comunista.



Seguirono le solite brutali repressioni dei sistemi politici e di potere, che sanno mantenersi in carica soprattutto grazie al braccio armato che li difende, polizia ed esercito.
Quel giorno, però, la forza della protesta, aiutata anche dai cambiamenti in atto nell'ex blocco sovietico, ebbe il sopravvento che tutti conoscono.
La caduta simbolica del muro di berlino e di un regime politico.
Studenti e artisti, uniti, come difficilmente si è visto in altri paesi, a guidare la rivoluzione e la liberazione del proprio paese.
Per questo ammiro la Rep Ceca, per il fascino della sua 'velvet revolution' la rivoluzione di velluto, fatta da cervelli, fatta da chi pensava, da chi viveva.
Un piccolo paese dal peso specifico immenso.
Dissidenza matura, motivata, preparata contro i tiranni che opprimono (da sempre) i popoli.
Ma l'esempio ceco vuole dare una speranza, se i popoli davvero lo volessero, se riuscissero ad unirsi, studenti ed operai, artisti ed impiegati, gente pensante, potrebbero provare e magari riuscire ad ottenere...LA LIBERTA'.



Parola del giorno: Jsem hrdì na sametova revoluci - orgoglioso della velvet revolution

lunedì 15 novembre 2010

1000 anni d'europa

Un bel post (come spesso accade) di andima, racconta del suo terzo anniversario di vita fuori dall'italia, tra irlanda e belgio.
Anche per me, l'esperienza è iniziata più o meno in quel periodo, ottobre 2007, tra irlanda, austria ed ora in rep ceca, anche se i primi tentativi, iniziarono già dal 2000, con una stagione estiva (lavorando, non in vacanza!) in spagna e successivamente, altri due periodi di circa 6 mesi sempre qui, a Brno.
C'è chi può vantare esperienze più lunghe ed interessanti.
Ma a differenza di andima, che parla dei tre anni 'altrove' io spesso ripenso ai miei 36 anni vissuti sempre nello stesso posto, in Europa.
Forse questo video (interessante, bellissimo sottofondo musicale) potrà far capire quanto travagliata e lunga sia stata la strada per arrivare a questo tentativo (timido e troppo burocratico) di unificazione.
Tanta ancora ce ne sarà.
La mia speranza è che si possa, un giorno, rispondere a chi ci chiede la nostra provenienza, di essere europei.
Abbiamo diverse nazionalità, ognuna con le sue diversità, decine di lingue e migliaia di dialetti, innumerevoli abitudini, usi e costumi, infiniti colori ed odori, pregi e difetti.
Siamo belli perchè diversi, ma diversi perchè singoli, esseri umani e non popolo.
Che male ci sarebbe ad appartenere ad una unica entità? Nessun confine, unica bandiera...e continuando a sognare, sarebbe bellissimo arrivare a rispondere: sono cittadino di questa terra.

mercoledì 10 novembre 2010

Alla scoperta della repubblica ceca - Regione Vysocina

Tra le due regioni principali del paese, la Boemia (dove si trova praga) e la Moravia (dove si trova Brno), c'è la bella e verde Vysocina.
Regione delle dolci colline, boschi, laghetti, con un paio di interessanti città da visitare.
Visto che il tempo ancora lo permette settimana scorsa due italiani si organizzano per un fine settimana di esplorazione in qualche meta “alternativa” della Rep. Ceca, optando per vedere Telč (patrimonio UNESCO) ed Jihlava, che si trova piu’ o meno a meta’ strada tra Praga e Brno.

Ecco il racconto, autori: Spud e Pedro.

Sabato mattina, con una sofferta levataccia, mi alzo alle 7.30 per prendere il bus che mi porterà nella cittadina a circa un centinaio di km da Brno.
Pago (il biglietto di solito si fa direttamente all'autista, che di solito non parla altre lingue se non un burbero ceco...), salgo e mi accomodo in fondo al veicolo, con la speranza di recuperare qualche minuto di sonno durante il viaggio.
Illusione resa vana da un gruppo di studenti, credo polacchi, che chiassosamente si accomodano vicino a me, parlano ad alta voce peggio degli spagnoli, emanando olezii pesantemente alcolici ogni volta che aprono bocca.
In qualche modo vengo coinvolto in una specie di 'ce l'hai', lo ricordate il gioco in cui se si è toccati bisogna trovare qualche altro a cui 'passare' ?
Ecco, praticamente una ragazzina mi urta il braccio e mi dice una di questa cose, mentre tutti si coprono la testa a mo di tetto spiovente, mezzo addormentato, faccio un resoconto della situazione, mi faccio ripetere la parola e vado quasi fino dall'autista per trovare un ignaro passeggero a cui comunico che gli passo il testimone.
Vengo accolto come un eroe di guerra mentre ritorno al mio posto.
Dopo questo intermezzo, la colonna sonora polacca prosegue per tutta l'ora e 53 minuti di puntualissimo viaggio.
Arrivo a destinazione dopo essere passato da Trebic, paese dove ho vissuto per circa 6 mesi, anche questo patrimonio UNESCO.

Da Praga l’unico mezzo ci mette 3 ore dato che è poco piu’ di un villaggio e i collegamenti sono limitati.. quindi sveglia alle 6 e mezza.. dicendomi che ho tre ore di bus per dormire un po’.. vista la comodità sperimentata nel viaggiare su questo tipo di mezzo in rep. Ceca su percorsi interurbani.
Arrivo alla stazione con un po’ di anticipo, vedo sfilare i soliti bus.. poi ne arriva uno molto rumoroso che lasciava la scia di fumo per 50 metri e sembrava uscito da un film anni 60.. pensavo fosse diretto a un centro rottamazione invece si ferma alla mia fermata, parafanghi attaccati a mano coi chiodi, vetri marroni probabilmente mai lavati negli ultimi 20 anni.. autista con la faccia di chi ne ha viste tante.. e altri particolari che ispiravano molta fiducia, ma visto che c’erano una ventina di persone in fila mi faccio il segno della croce e li seguo.
Tra l’altro avevo anche il posto assegnato – come qua si usa fare su percordi interurbani – ma i numeri dei posti erano indicati in modo diciamo approssimativo, qualcuno scritto a mano qualcuno attaccato con lo scotch.. non capivo bene e sentendomi come quelli che entravano in curva cercando il posto numerato.. lascio perdere e mi scelgo il seggiolino meno scricchiolante. L’aria sul bus non e’ proprio pulita.. ma dopo un po’ ci si abitua, per una mezz’ora l’impianto rudimentale di aria condizionata funziona da riscaldamento.. poi inizia a sparare aria gelata.. va be l’importante è arrivare… sani. Alla fine dopo una trentina di fermate in paesini sperduti della bassa Boemia arrivo puntuale a Telc dove incontro pedro alla stazione dei bus.

Mi incontro con il compagno di questo viaggio ed iniziamo a parlare e dirigerci verso il centro, non prima di aver, per sbaglio, visto quasi l'intera periferia del paese.
Devo essere sincero, mi aspettavo di più, la cittadina è veramente piccola, c’è il castello e la piazza molto caratteristica ma deturpata dalle macchine parcheggiate su un lato...hmm questi politici sono incompetenti ad ogni latitudine.


Facciamo un giro attorno al centro storico, è circondata dall’acqua e offre qualche scorcio panoramico interessante, ma ci aspettavamo di più visto che il centro storico è patrimonio Unesco...


...finchè non arriviamo al centro sportivo...

...qualcosa che cattura i nostri pensieri ed elucubrazioni.
'Sarà ghiaccio vero? Giocheranno le partite di campionato all'aperto? Come fanno a mantenerlo nelle stagioni calde?' sono le domande che più ci ripetiamo, mentre due bambini giocano a cal...ops...hockey.
Visto che la cittadina non offre altro (ma d'estate ci sono festival di film e concerti che richiamano molti turisti dalla vicina austria), ci dirigiamo verso un ristorante, dove mettiamo qualcosa sotto i denti, rinfrescandoci la gola con una bella starobrno.
Torniamo alla stazione per andare nel paese dove trascorreremo la notte.
Per jihlava (nome che deriva da riccio, in tedesco) ci sono solo bus, perdiamo l'occasione di salire su questo enorme treno regionale...

...ma nell'attesa, andiamo in un altro pub, che ci regala emozioni...
L'insegna è posta all'esterno di un condominio, entriamo, atrio e rampa di scale, un vecchio in stato già brillo ci dice qualcosa, facciamo gentilmente capire che non capiamo, varchiamo la porta e...puff!
Ritorniamo nel passato!
Anche l'aria era talmente rarefatta che si poteva tranquillamente datare 1968, anno della primavera praghese.
Gli avventori credo non si siano mai allontanati da quel pub da quegli anni, un separe' grigio fumo (immagino sia stato bianco originariamente) divide il locale dalla 'dance-floor' dove con la fantasia rivedo epiche scene di vecchi film cechi.
Ripenso al passato di questa terra mentre ci godiamo una buona gambrinus premium e per non uscire fuori tema, per la gioia di Spud, alla nostra fermata si materializza lo stesso bus (di costruzione cecoslovacca) che lo aveva portato li e sta tornando verso Praga.. stesso autista (unghia rigorosamente sporche di grasso nero) e stesso contorno di particolari a suo modo suggestivo.
La mettiamo sul ridere, sapendo che il viaggio è breve ed aiutati dalle birre, ma in effetti immagino che non sia stato facile farsi 3 ore di viaggio in questo modo.
Tra aneddoti sulle nostre esperienze di viaggio, calcio e politica, arriviamo a destinazione.
Andiamo all'ostello sapientemente prenotato da Spud, si tratta di un 'ubytovani' in discrete condizioni, immaginiamo usato dai lavoratori in trasferta.
visto il prezzo (140 Kc - circa 5 euro a cranio) ci aspettavamo sullo stesso stile del bus.. invece e’ piu’ che accettabile, è un'ottimo compromesso qualità-prezzo.
Svolgiamo la registrazione di prassi con una abbondante ma simpatica signora della 'reception' che azzarda la pronuncia dei nostri nomi e non si risparmia in consigli.
Il nostro ceco è messo a dura prova ma ce la caviamo tutto sommato bene.

Dopo un riposino, giriamo un po’ la citta’ che non e’ una meta turistica ma ha il suo fascino, circondata da mura medievali, un paio di cattedrali, una grande piazza in discesa, qualche edificio in stile sovietico.. e un enorme centro commerciale alle porte del centro storico.. e mentre le strade del centro sono semi deserte… la popolazione locale.. giovani e famiglie soprattutto.. si riversano in questo ‘City Park’ .
Una cosa che fa molto riflettere sui tempi che corrono.. su come si stiano un po’ perdendo le peculiarita’ locali delle attivita’ del c.d. ‘tempo libero’ e dei luoghi di ritrovo tradizionali.. conveniamo sul fatto che Jihlava non offre grandi possibilita’ di svago e un posto climatizzato, con negozi, negozietti, caffe’, fast food, cinema, ecc., simile a tanti altri non-luoghi delle citta’ d’Europa e del mondo… contestualizzando.. ha una sua funzione di utilita’ sociale, anche se non si puo’ fara a meno di notare che snatura un po’ l’ambiente.

Entriamo anche per ripararci dalla pioggia, nell'attesa di incontrare una ragazza che ha accettato da farci da cicerone, attraverso il sito couchsurfing.
Quando la noia stava prevalendo, un'inaspettato show ci ridà energia.
Infatti, un simpatico bambino, mentre aspettava il padre all'interno della banca nel centro commerciale, si stava divertendo a fare smorfie appoggiandosi al vetro divisorio, ignaro del pericolo incombente...
Come nei migliori video di paperissima, due persone dirigendosi verso l'ingresso della banca, fanno aprire la porta automatica, che ha completamente schiacciato il bambino.
Tranquilli, solo un poco di spavento, ma la faccia sbalordita del bimbo resterà nella memoria di chi vi sta scrivendo :)
A dirla tutta, dopo un attimo di riflessione, ci siamo diretti in soccorso del bimbo aprendo con forza la porta di vetro, ma dopo aver capito che era tutto a posto, non abbiamo trattenuto le risate.
Vabbè, sadismo a parte, ci incontriamo con Agata, simpatica studentessa, alla mano.. molto sorpresa della nostra presenza in quel di Jihlava.
Con lei trascorriamo una piacevole serata.. Dopo una cena abbondante in un ristorante del centro giriamo un paio di locali, uno di questi nella fastidiosissima classifica del più fumoso pub ceco, si piazza stabilmente sul podio, con vari giri di birre, Kofola + rhum e varie, finiamo la serata nel ritrovo degli studenti del College della citta’, un tipico locale universitario ceco, spoglio.. arredato con lo stretto necessario e autogestito, dove i giovani studenti del posto ballano e si divertono.. con l’aiuto non indifferente dell’alcol. Noi che non siamo piu’ tanto giovani ci ritiriamo verso le 2.

La compagnia è stata piacevole, scambiando opinioni tra l'altro anche sulla vita in irlanda (repubblica e nord-irlanda), visto che tutti e tre abbiamo provato l'esperienza.
In mattinata uno dei due turisti accusa qualche inconveniente tecnico-fisico, camminiamo molto per fare un giro della citta’ alla luce del giorno, ma non riusciamo a visitare le Katacomby.. i tunnel sotterranei del centro storico.. perche’ questo mese sono aperte solo a visite di gruppo.
Concordiamo, comunque, che quanto visto è meglio di Telc.
Verso le 13 si sale sul bus per Brno, salutando il compagno di viaggio che stavolta viaggia sul comodo e pulito bus della student agency.. con annesso film, riscaldamento, sedile morbido, hostess e bevande calde, e rimandandoci alla prossima occasione...alla scoperta della repubblica ceca...

In attesa del nuovo post (parte 2)

Senza parole, senza molti fronzoli, lo dico chiaramente e senza nascondermi: polizia italiana FIGLI DI PUTTANA!

nb: purtroppo mentre stavo inserendo il post è apparso questo messaggio: "Questi caratteri non sono consentiti in un etichetta di post: !."
Democrazia...libertà di opinione...dove siete? Parola del giorno: Infami e bastardi, la pagherete...

In attesa del nuovo post

In questi giorni sono molto impegnato a lavoro ed anche nel tempo libero.
Per questo sto preparando un post 'a quattro mani' con una partecipazione straordinaria, non voglio anticipare niente per il momento (wow che suspance!).

Nel frattempo, riprendo una vecchia barzelletta, con le modifiche del caso:

Una società italiana ed una ceca decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i cechi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro. Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema. Il gruppo di progetto scoprì dopo molte analisi che i cechi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi il management diede una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c'erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare. Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi. Inoltre si introdusse una serie di punti per ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità. L'anno dopo i cechi vinsero con un vantaggio di due chilometri. La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato. Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.

A voi decidere se è una barzelletta o la realtà...

Parola del giorno: pro mne je pradva

mercoledì 3 novembre 2010

La chiamavano onestà

Non saprei come esprimere e definire diversamente quanto successomi.
Non so nemmeno se l'avevo già raccontato in precedenti post, ma quando andai a Napoli, a metà settembre scorso, arrivato a praga col bus da Brno, ho dovuto prendere la metro, per raggiungere l'aeroporto.
Alla stazione florenc, ho cercato, quindi, di fare il biglietto alla macchinetta automatica.
Inserita la moneta da 50 czk (2€) non mi sono visto caricare il credito, al che sono andato nell'ufficio dei controllori e col mio ceco claudicante gli ho spiegato che:
"Prominte...mam problem...listek machine ne funguje,...mel jsem 50 korun a nic listek...tak co muzu delat...?" praticamente (ma non usatele mai certe frasi vista la pessima grammatica...) "mi scusi...ho un problema...la 'macchina' dei biglietti non funziona...avevo (messo dentro) 50 korone e nessun biglietto (mi è stato erogato)...allora che posso fare?".
L'omone non si è scomposto, non ha sorriso, non ha dato grossi segni di aver compreso o no, si è alzato è andato vicino la macchina automatica ha toccato qualche tasto, io gli ho ripetuto la mia versione, lui è ritornato nell'ufficio ed io l'ho seguito.
Si è seduto, mi ha guardato e mi ha detto "reklamace".
Ha preso un foglietto in bianco e mi ha chiesto nome e indirizzo (jmeno a adressa), io l'ho compilato facendogli un favore.
Tutto qui, sono andato via senza molte speranze, ho comprato il biglietto della metro ad un negozio e sono partito.
Settimana scorsa...


...eh già!
Mi hanno prima inviato una lettera in cui, praticamente mi informano che mi rimborseranno e poi a giro di qualche giorno mi è arrivato il bollettino con cui dovrei andare in posta a ricevere il rimborso.
50 czk...2€...

Sarebbe successo lo stesso in italia?
Se avete casi simili, sarei contento di ascoltarli.

Parola del giorno: pro me to je poctivost - per me questa è onestà

lunedì 1 novembre 2010

Uno sconosciuto accanto a me

Con questo post vorrei raccontare alcune sensazioni e descrivere cio’ che i miei occhi vedono e cercano di elaborare ogni qualvolta mi trovo a contatto con uno 'sconosciuto'.
Settimana scorsa ho assistito ad un episodio molto poco piacevole, mi va di raccontare o cercare di farlo, qualche impressione in merito.
Parto dunque da quanto accaduto lunedi’ scorso, in una fredda e piovosa mattinata.
Ero sul solito tram che mi accompagna diligentemente a lavoro, quando ad una fermata una coppia di persone anziane, con fatica cerca di salire il pur basso gradino del mezzo pubblico.
Purtroppo la donna scivola sul pavimento bagnato e cade, cercando comunque un appiglio, arranca, con molta difficoltà cerca di tirarsi su, lo fa, mostrando sul viso gli eccessivi sforzi.
Quando poi esce, a terra, c’è una pozza di sangue, la vedo dolorante, toccarsi la gamba, evidentemente feritasi durante la caduta.
In tutto questo, nel tram trapieno ho notato tanta indifferenza, nessuno si è mosso per aiutare la povera donna.
Nemmeno io!
Di solito non è così, appena qualche anziano entra nel tram, prontamente gli viene ceduto il posto.
Non questa volta, quella mattina nessuno ha prestato aiuto.
Per quanto mi riguarda non cerco scuse, posso solo dire che il gap linguistico e generazionale, mi ha bloccato e di questo mi sento molto in colpa.
Ecco, la lingua, mi rendo conto che è ormai un ostacolo che sta segnando la mia esistenza in questo paese che amo.
Mi appresto a raggiungere, tra 30 giorni, i 18 mesi di permanenza a Brno, eppure so che non saro’ mai integrato e questo mi sta facendo (insieme ad altri avvenimenti) ragionare sul mio futuro qui.
Non essere in grado di comunicare, mi ha bloccato nel prestare soccorso alla persona anziana, mi crea non pochi problemi nell’integrazione, nel leggere un documento ufficiale, un giornale, nel capire veramente chi sono i miei amici.
Ma soprattutto ascoltare chi mi sta attorno, tutto questo mi manca e non voglio vivere senza capire quello che mi capita.
Se con un giovane la barriera linguistica si puo’ aggirare, con i ‘non giovani’ irrimediabilmente ogni contatto è precluso.
Ma anche i rapporti tra giovani e anziani locali non è dei migliori.
In un mondo che cambia vorticosamente, le distanze tra le generazioni si allungano, la reciproca comprensione diventa difficoltosa.

Cosi’ io non li conoscero’ mai e loro non potranno fare altrettanto (non che perdano granchè).
Quando vivevo in irlanda ho trascorso quasi cinque mesi in due famiglie irish, mi bastava entrare in un pub e conversare o chiedere un informazione alla fermata del bus e ricevevo risposte, che mi hanno permesso di avere un’idea generale e tutta personale sulla popolazione non giovane dell’isola verde.
Qui non sarà mai possibile.
La mia ex mi aveva introdotto nella sua famiglia, conoscevo tutti e loro conoscevano me.
Ricordo ancora la prima volta che incontrai i suoi nonni.
Pur essendo persone che avevano viaggiato e che potevano ritenersi ‘fortunati’ ed emancipati (la nonna era una maestra in pensione), non mi nascosero che quando seppero che ero italiano, si preoccuparono.
‘Mafiano’ ecco cosa sarei stato prima di conoscermi.
Tra pregiudizi, mancanza di esperienze dirette, ignoranza, generalizzazioni facili, gli anziani cechi non brillano certo per idee progressiste.
Come biasimarli?
Per 40 anni sono stati imprigionati dalla dittatura comunista, vivendo di stenti, senza la possibilità di viaggiare e di conoscere altre culture.
Hanno avuto una vita difficile, è quello che penso ogni volta che ne incontro qualcuno.
I loro visi, occhi, espressioni lo dicono chiaramente, quando li vedo in strada, nei negozi, sui mezzi pubblici.
Questo è l’unico contatto che ho con loro.
Eppure vorrei tanto conoscerli, farmi raccontare il loro passato, dirgli chi sono io, spiegargli che anche ho una carta d’identità della republica italiana, non significa che io mi senta italiano, ma soprattutto non vuol dire che sono un ‘mafiano’ e soprattutto ‘cigano’...
Già, mica solo i vecchi, vedendomi scuro di carnagione, mi associano spesso alla ‘minoranza’ poco gradita in cechia.
In questo modo nè io, nè loro entreremo facilmente in contatto.
Io colpevolmente non parlo ceco, ma se anche lo facessi, sentirei qualche pregiudizio.

Questo fa si che mi senta sempre uno straniero, ma soprattutto uno sconosciuto che vive in casa di sconosciuti.

Parola del giorno: ne znam stary lidi – non conosco le persone anziane