martedì 20 novembre 2012

Ukrajjjjjjnaaaaa! fine del viaggio



In ritardo inserisco la fine del racconto...

...
Il viaggio in treno da dnipropetrovsk a Kyiv (kiev) mi spaventa di meno, dopo le 18 ore affrontate in precedenza.
Il treno gialloblu è anche più nuovo e confortevole, i servizi igienici sono decenti, per cui mi abbandono sulla mia cuccetta superiore con molta più tranquillità, pensando di godermi il viaggio notturno e svegliarmi a destinazione riposato, eppure…
Non avevo fatto conto con due fattori, la bambina nello scompartimento, che si lagna per tutta notte, ma soprattutto le incredibili impostazioni del sistema di riscaldamento del treno.
Pur essendomi già tolto la felpa e rimanendo in maglietta, non posso smettere di tormentarmi per il gran caldo, l’aria ferma e satura che avvolge tutto il vagone.
Nel pieno della notte non resisto, tutto sudato e frastornato, scendo con difficoltà dal lettino, cercando di non dare fastidio a chi dorme sotto, vado in bagno a sciacquarmi, poi in corridoio, apro la parte superiore dei vetri, per far passare aria fresca.
Mi accorgo che siamo fermi, in aperta campagna, il buio totale attorno a noi.
Realizzo più tardi che è dovuto al cambio di ora legale, dalle 3 del mattino ci siamo fermati fino alle 3 del mattino…
Quando decido di rimettermi in branda faccio un disastro, stanco e poco avvezzo con questi treni, cercando di risalire metto un piede sul tavolino, rovesciando i bicchieri che la donna aveva lasciato…latte, acqua e del succo vanno ovunque sul suo letto e mi devo sorbire 5 minuti di saracche in ukraino.
Provo a scusarmi con un ‘sorry’ ma quando vedo che la sua liturgia va troppo per le lunghe, inizio anche io a farle capire che magari avrebbe potuto immaginare che sarei voluto scendere dal lettino.
Lo dico in italiano e non credo mi abbia capito realmente, ma comunque si alza e maneggia qualcosa, vicino alla porta, quando va via nel corridoio, vedo che ha aperto dei ganci, che in effetti, servono da appoggio per il piede di chi deve salire sulla cuccetta superiore.
Vabbè, ma come facevo a saperlo?!
Mi rimetto a dormire, dopo la sosta di un’ora il treno riparte ed in un paio d’ore la luce del mattino mi sveglia, manca poco all’arrivo e questa volta posso godermi una rinfrescata in bagno.
Anche qui non è facile capire come usare l’acqua, non ci sono manopole o pulsanti, semplicemente si mette la mano sotto il rubinetto e facendo una leggera pressione verso l’alto con il palmo, si fa scorrere l’acqua.
Riuscire a non schizzarsi, almeno per un principiante come me, è come fare 6 al superenalotto con una schedina base.
Sono a kiev dal primissimo mattino.
Ho un ostello prenotato, ma non posso certo arrivare li alle 7.
Decido quindi di camminare, cercando di far trascorrere del tempo e presentarmi ad un orario ancora troppo presto, ma almeno più consono.
Con il mio zaino di una decina di kg, inizio a cercare la strada e la direzione corretta, senza successo.
Devo entrare in un mecdonaldz per scroccare un po’ di connessione, fare una ricerca sulla mappa e rimettermi in marcia.
La zona della stazione, è brulicante di persone, anche a quest’ora del mattino, di una domenica autunnale.
Attraverso le prime boulevard della città, verso il centro, un saliscendi continuo, mi piacciono le città non piatte, anche se camminarci stanco e con un peso in spalla non sono il massimo.
Quando arrivo a destinazione, con qualche difficoltà a trovare la via esatta, sono grondante di sudore.
Citofono e mi risponde una voce assonnata dopo qualche minuto, spiego che ho una prenotazione.
Per fortuna mi fa salire, 5 piani a piedi…sempre con il mio fidato zaino di 10 kg sulle spalle.
Mi apre la porta una ragazza, che ha ancora il segno di cuscino sul viso, mi chiede di togliermi le scarpe, i documenti e la prenotazione, mi borbotta qualcosa sull’orario di arrivo e le chiedo scusa, pago, le lascio il resto per il disturbo e mi siedo in cucina.
Più che un ostello è un appartamento, con un bagno, un cucinotto e 3 stanze da letto arredate con letti a castello.
Tutti dormono, chiaramente, ne approfitto per farmi una doccia calda e togliermi i vestiti ormai zuppi di sudore, prima di mettermi in branda e riposare un paio d’ore.
Verso ora di pranzo mi alzo, vado in cucina e faccio conoscenza con l’ennesimo incredibile personaggio incontrato in viaggio.
Sergej mi accoglie offrendomi un gaspacio, una minestra fredda, poi mi scruta ed indovina che sono italiano, ma ormai ci sono abituato e devo abbandonarmi all’idea di passare inosservato.
Dopo le presentazioni del caso, mi racconta letteralmente la sua vita.
‘Military Chief of defence minister’ capo militare del ministero della difesa ukraino.
Perbacco! Verrebbe da dire, se non che mi chiedo anche cosa ci faccia in una brandina di un ostello da 5 euro al giorno, ma non gli faccio notare i miei dubbi, lasciandogli tutta la boriosa soddisfazione del titolo professionale.
Mi dice che è un ex ufficiale del kgb e dell’armata rossa, che ora è generale dell’esercito ukraino e mi racconta della sua famiglia, che vive ad Amsterdam, con la moglie che è un importante avvocato, mentre le tre figlie sono i suoi angeli.
Continua ad offrirmi la zuppa fredda, ma ho lo stomaco ancora sottosopra per la stanchezza e preferirei qualcosa di caldo e solido, quindi esco e mi dirigo verso un obiettivo preciso, il consolidato pusata hata.
A stomaco pieno giro per le vie del centro e mi stupisco della bellezza della città.
Non me l’aspettavo così.
Viali molto grossi, con palazzi alti e maestosi, spazi enormi, colline con strade alberate, il fiume dnipro e le bellissime cattedrali ortodosse nella zona alta, vicino sofskja.
Oggi è il giorno dell’elezioni nazionali, assisto ad un concerto di musica russa della banda militare (russa?), con la mitica katiuscia (che credo sia il carro missile che ha purgato i tedeschi nella seconda guerra mondiale) in una bella piazza, poi alla sfilata di giovanissime ragazze con i colori gialloblu nazionali in un’altra piazza, al raduno di simpatizzanti della timoschenko, con cartelloni e striscioni che ne richiedono la libertà.
Un continuo gracchiare di megafoni ed altoparlanti, telecamere e giornalisti, maxischermi, tra la folla domenicale che riempie le vie del centro.
Cambio le ultime 10 euro che mi sono rimaste e con le quali dovrò vivere in questi due giorni prima della mia partenza.
Viaggiare low-budget significa anche questo, potrei prelevare, ma voglio farcela con quanto avevo previsto di usare.
Per cui prima di tornare in ostello a riposarmi, decido in quale supermarket a fare della spesa per la cena, anche se una volta in ostello sergej mi accoglie con il suo gazpaco, che non posso rifiutare.
La zuppa è riscaldata, ci aggiunge della crema di peperoncino per darle colore e del pepe, devo dire che non è male, mangiare senza bere è un peccato mortale per gli ukraini, soprattutto se c’è un ospite, per cui devo assaggiare la sua vodka e brindare alla salute un paio di volte.
Ascolto le sue avventure, mentre siamo a tavola, i suoi viaggi, le sue conoscenze e le incredibili cose che ha visto, sentito e fatto.
Mi racconta della siberia ed a me viene tanta voglia di continuare a leggere il libro di lilin (educazione siberiana) e finirlo il prima possibile, per poter leggere l’altra copia che ho preso dalla biblioteca, prima di partire.
Il ragazzo che siede al tavolo con noi non parla inglese, come la maggior parte degli ukraini e russi, ma sembra capire cosa dice il ‘generale’.
Verso le 21 stanco ed anche un po’ annoiato dai racconti mitomani di quello che poi si rivelerà un 42enne che sembra averne almeno 50, di anni.
Mi metto in branda a leggere e dopo un paio d’ore chiudo gli occhi, anche se dalla vicina cucina sento che le voci sono aumentate, i brindisi anche e dureranno tutta la notte…

Lunedi
Quando mi sveglio il giornalista francese, il giovane russo-ukraino che non parla inglese ed il generale del kgb sono in pieno coma post etilico, riversati nelle loro brande, dopo i bagordi della notte.
Bocca spalancata a russare con rigolii di saliva ai bordi, lenzuola che a malapena coprono la parte centrale del corpo, piedi lanciati in direzioni opposte…
In cucina faccio conoscenza con un nuovo arrivato, un turco con cui parlo di viaggi per una buona ora, gli chiedo se posso usare il suo pc per stamparmi la carta d’imbarco, visto che il mio cellulare non riesce a connettersi al wifi dell’ostello.
Decidiamo di fare un giro in centro ed in stazione centrale, dove il giorno dopo dovrei prendere il bus per l’aeroporto.
Tra una chiacchiera e l’altra e mentre stavo usando il suo pc, scopro che ha una pagina aperta abbastanza eloquente…kiev escorts…con immagini di donne semi nude abbastanza esplicite.
Non è per nulla imbarazzato della cosa, anzi, dopo un po’ la conversazione viene condotta proprio su quel canale.
Mi racconta che aveva fittato una camera in appartamento, per avere più privacy e che era in ukraina solo per trovare ragazze, a pagamento.
I suoi viaggi sono esclusivamente a scopo sessuale, Thailandia, cuba, brasile ed ora ukraina.
Penso che i turchi non siano molto distanti dagli italiani, a sentire i suoi racconti.
La cosa che mi fa stupore è che parla degli ‘incontri’ come di conquiste, mi dice di come sia facile avere una ragazza…a pagamento…
Forse in turchia non lo è.
Dopo aver trovato il posto dove partirà il mini bus per l’aeroporto, risparmiandomi così i 25 euro di taxi, pagandone meno di 80 centesimi per il bus+metro, cerco una scusa per allontanarmi dal turco e dai suoi discorsi, ormai improntati su un solo binario.
Per carità, le ragazze che vedo in strada sono bellissime e verrebbe la voglia di conoscerle, ma da quanto mi racconta ‘l’amico turco’ sono avvicinabili solo con i soldi, soprattutto per gli stranieri.
Viste le mie finanze non considero nemmeno l’idea di andarmi a fare una serata o una bevuta.
Trascorro un freddo e piovoso lunedi in giro per la città, ritornando in serata in ostello, stanco e pronto alla partenza per il giorno dopo.
Sergej è meno pimpante del solito, si è rasato i capelli e parla solo un po’ con gli altri ospiti.
Mi preparo delle uova sode con cetriolini e pane nero, ottimo.
Non posso connettermi ancora con il cellulare, quindi decido di finire di leggere il libro e poi di riposare, domani mattina presto devo andare in aeroporto.
Il viaggio ukraino sta finendo.

Martedi
Niente di importante da segnalare, al suono della sveglia cerco di prepararmi e prendere le mie cose senza dare troppo fastidio alle altre persone in camerata.
Dopo doccia e colazione vado alla fermata della metro, fino alla stazione centrale dei treni, percorrendo la via coperta del bazar, dove numerosi negozietti colorati e kitch vendono di tutto.
In questi cunicoli stretti e lunghi come corridoi di vecchie case popolari, gli odori forti della grande città, del suo traffico, dei riscaldamenti dei palazzi si mischiano a quelli di cibo fritto, alcool, sudore, umidità…
Le strade attorno la stazione sono piene d’acqua e di pozzanghere, salgo sulla marshrutka numero 368, un paio di persone hanno le inconfondibili valigie da viaggio aereo.
Quando si mette in moto mi abbandono al alcuni pensieri su questo viaggio, senza dare molto peso alla strada che facciamo e sono fortunato quando mi accorgo, tra le innumerevoli fermate, che una ragazza con una valigia scende.
Mi riprendo dai pensieri e chiedo se siamo arrivati in aeroporto, ricevendone conferma.
Se non avessi notato che stava uscendo chissà dove mi sarei ritrovato!
L’accompagno verso il grosso edificio, aiutandola ad attraversare le grosse pozzanghere d’acqua con quella sua enorme valigia avvolta in strati di plastica.
Ora non mi resta che aspettare il mio volo, godermi la connessione gratuita wifi e prepararmi al prossimo viaggio!


martedì 6 novembre 2012

Ukrajjjjjjnaaaaa! parte terza


Giovedi

Dormire in treno, seppure su una cuccetta, non è comodissimo, se poi le altre persone nello scompartimento sono ukraini ubriachi, che giocano a carte commentando vincite e sconfitte, russando ubriachi, lo diventa anche meno.
Al mattino verso le 8, quello di fianco a me, decide di alzarsi e fare le telefonate più lunghe e rumorose che abbia mai ascoltato, tant'è che dallo scompartimento di fianco iniziano a bussare ed urlare qualcosa.
Alle 10, dopo che la sveglia era suonata almeno una decina di volte inascoltata, si svegliano anche i due sotto.
Con i ragazzi usciamo dal treno, aspettano qualcuno ed hanno delle grosse borse di plastica da consegnare, mi offrono di andare in auto con chi arriverà, fino al mio ostello, poi di andare a mangiare qualcosa con loro, ma preferisco salutare ed andare a cercare la mia sistemazione, sono anche molto stanco.
Sasa (leggasi sascia) mi dice che vuole darmi una sim ukraina, la va a comprare e mi spiega come fare, mi lascia il suo numero e mi dice che in qualsiasi occasione posso chiamarlo se ho bisogno.
Non ci credo! Gentilissimi!
Trovo l'ostello salendo sul tram nr. 1 dalla stazione dei treni, la gente sul tram mi guarda incuriosita, il biglietto costa 1.5 grivnie, poco più che 10 cent di €...chiedo info sull'indirizzo che mi serve, molti si offrono di spiegarmi come arrivare, ma non in inglese...
Un signore mi chiede se sono li per la partita, gli sorrido e faccio capire di si.
Scendo alla fermata Lenina, vicino al Lenin prospekt, seguo le indicazioni sbagliate e faccio centinaia di metri di strada sbagliata, sarà la stanchezza, non riesco ad orientarmi.
Passo davanti ad un enorme statua di lenin, la via principale si chiema karl marksa...


Insomma mi sembra di essere tornato nel passato, nella vecchia unione sovietica, se non fosse che è pienissimo di centri commerciali, di insegne luminose pubblicitarie, di maxi schermi, di brand famose...
Una volta in ostello, il fish andrej, vengo portato in camera ed ho una bruttissima impressione.
La camera non ha finestre, non ha luce, ci sono 3 persone che dormono dentro, eppure girando il resto della struttura mi rendo conto che è molto bella, nuova, pulita e arredata benissimo.


Si rivelerà il migliore ostello da me mai visitato.
Si respira un'aria giovane, è questo è normale, ma anche molto artistica, sono esposti pezzi di artigianato locale, due ragazze stanno dipingendo le pareti con pennelli.
Nel primo pomeriggio vado a prendere alla stazione dei bus due amici arrivati da Napoli per il match, per andare li prendo il minibus-mashotka (o qualcosa del genere), che è un'epserienza unica!!!!
L'autista ha un cellulare in mano e parla, con l'altra guida, prende i soldi, da il resto, cambia marcie e stazione radio...
Tutto mentre la gente urla dove vuole scendere, visto che non esistono fermate, si può fare un cenno dalla strada ed il bus si ferma per farti salire e per scendere vale lo stesso discorso.
Quando si sale, si prende posto, poi si passano i soldi a chi ti sta davanti, mi sembra come le 'catene' che sifacevano quando ero ragazzino a scuola, per passarci qualcosa tra i banchi.
Rimango sorridente a guardare il tutto.
Alla fermata, tra decine di bus, gente che vende di tutto, cani randagi che si mordono, cerco di capire dove arriverà il bus da kiev con i miei amici, ma nessuno mi capisce in inglese.
Due sbirri mi fermano e chiedono i documenti, vogliono vedere il passaporto, uno mi chiede se sono li per la partita...
Con un pò di ritardo arrivano L e A., ci raccontiamo le nostre incredibili avventure di viaggio, poi un ragazzo che ha viaggiato con loro in bus ci offre un passaggio in auto.
Grandi sti ukraini!
Andiamo in ostello per vedere se hanno un posto per loro, partiranno domani mattina prestissimo, sono fortunati.
Doccia e poi veloci a mangiare qualcosa, sono quasi le 16 e non mangio da un giorno.
Li porto al pusata hata, con poco mangiamo abbondantemente e recuperiamo energie.


Ora mi tocca andare a fare il biglietto per stasera, andiamo verso lo stadio, saranno quasi le 19, 3 ore prima del fischio d'inizio, ma c'è già gente.
Prendo un biglietto per un settore di casa, sperando che mi facciano entrare nel settore ospiti. Costo 90 grivnie.
Torniamo in ostello a riposarci un pò e notiamo che è pieno di belle ragazze che continuano a girare nella sala comune, leggendo, giocando a giochi da tavola, bevendo caffe.
Mi contatta una ragazza che mi ospiterà il giorno dopo tramite couchsurfing, mi dice che ha un biglietto dello stadio per me e che mi viene a prendere...hazz! io ho già il biglietto! e poi sono con i due amici e dobbiamo andare nel settore ospiti!
Spiego la situazione e ci muoviamo, è sera, nei pressi dello stadio, visto che siamo in tre e vorremo evitare di fare 'brutti incontri', prendiamo un taxi che ci accompagna fuori al settore.
Alla fine saremo una 50ina...tristezza! ma come?! i famosi tifosi italiani non sanno dov'è l'ukraina?! troppo facile andare in 3000 a londra e poi non presentarsi a dnipro!


Nello stadio ci sono più poliziotti di scorta che noi...la gente dagli altri settori ci guarda incuriosita, qualcuno ha simpatia per noi, altri molta meno.
Dopo 1 minuto loro hanno già segnato, prima della fine del primo tempo, siamo sotto di due reti e presto anche di 3.
Insomma non una bella partita per noi, mentre i tifosi di casa si divertono, qualcuno prende in giro, ma a fine partita in molti ci vengono a salutare, fotografare ed una bella ragazza ci vuole regalare la sua sciarpa, le vado incontro per ringraziarla, la sciarpa la prende un giovane venuto da Napoli.
Usciamo e siamo alla ricerca nuovamente di un taxi, anche se io vorrei, ora, andare a piedi, accompagnamo un ragazzo al suo hotel e poi passeggiamo fino al nostro ostello, che continua ad essere pieno di bella gente.
Rimango a parlare con gli amici fino a tardi, domani partiranno e chissà quando li vedrò la prossima volta.

Venerdi
Sono in attesa di incontrare la ragazza di couchsurfing, in serata, dopo il suo lavoro, nel frattempo mi rilasso nel bell'ostello, andando a mangiare qualcosa e poi a ricaricare la scheda telefonica ukraina.
Mi viene detto che si può fare in banca, entro ed aspetto in fila, ma quando è il mio turno scopro che non eseguono l'operazione...in ukraino...per fortuna un ragazzo mi spiega cosa dice l'impiegata e si offre di accompagnarmi a fare la ricarica, ancora una volta gente eccezionale!
Alle 1830 incontro Anna, la ragazza di couchsurfing, arriva con il ragazzo e ci incamminiamo verso il centro, mi dice che incontreremo dei suoi amici con cui ha viaggiato in italia e ceneremo in un ristorante italiano...l'impressione iniziale non è delle migliori, ma come?! arrivo in ukraina e mi porti in un ristorante italiano? mi hai preso per uno dei tanti italioti che viaggiano e poi vogliono mangiare solo pasta e pizza???
Dentro il ristorante incontro i simpatici amici di Anna, 'Michele' che parla un pò di italiano e 'Maria' la sua ragazza che mi recita qualche parolaccia in italiano orgogliosamente imparata a memoria.
Mentre siamo seduti a guardare il menù, la serata volge drasticamente.
Anna mi chiede se mi dispiace andare via, visto che siamo in 5 sarebbe meglio andare a casa sua e mangiare qualcosa li.
Dispiace? ne sono felicissimo!
Saliamo su una macchina/furgone di Michele, noi siamo nel cassone dietro ed iniziamo a conoscerci durante il viaggio verso un supermercato dove faremo spesa prima di arrivare a casa.
Nel negozio mi stupiscono un paio di cose, un'intero corridoio di scaffali dedicati alla mia bevanda alcolica preferita, la vodka e delle ceste enormi contenenti prodotti base dell'alimentazione, farina, sale, zucchero...che possono essere comprati a peso, non in confezioni.
La cena a casa di Anna è semplice ma l'atmosfera è unica, più rilassata, genuina.
Siamo tra amici e mi sento già parte del gruppo.
Mi fanno molte domande sui miei viaggi, sulle mie impressioni sull'ukraina ed io ricambio chiedendo info sul loro viaggio in italia, hanno trascorso un mese li, visto che la mamma di Anna vive vicino torino.

Sabato.
La mattina mi sveglio con la faccia del gatto di Anna che mi guarda incuriosito da pochi centimetri e mi annusa.
'Vladi', il ragazzo di Anna esce per andare a lavorare, in un salone auto e ci invita ad andare li per un test drive.
E' un ingegnere appassionato di auto e quando lo andiamo a trovare, attraversando una parte delle strade di periferia, si vede che ama il suo lavoro.
Intanto la conoscenza di Anna procede benissimo, abbiamo molti interessi in comune ed argomenti da discutere, ci raccontiamo la nostra vita ed i nostri sogni, le nostre paure, con sincerità ed una incredibile faciltà, ancora una volta la scelta di incontrare qualcuno di couchsurfing surante i miei viaggi si è rilevata azzeccata.
Chiedo se è possibile visitare il centro aerospaziale, per cui dnipropetrovsk è famosa ed Anna non sa nemmeno dove sia, ma mi porta a visitare delle fabbriche che producono missili, poi raggiungiamo il centro, un pò a piedi, un pò con i famosi minibus.
Dopo pranzo camminiamo lungo il dnipro, il fiume che bagna la città ed Anna mi fa scoprire una godibile zona, che in estate si riempie di gente, data la bellezza del posto in una città con pochissime zone interessanti.

Camminiamo tanto, dnipropetrovsk è la terza città più grande dell'ukraina e si vede, sembra non finire mai.
In serata, Anna e Vladi vanno da una zia per il suo compleanno ma mi promettono di venire a salutarmi in stazione.
Io vado in ostello a trascorrere le ultime ore prima della partenza per Kiev, alle 2230.
Chiedo se posso lasciare il mio zaino e mi accomodo sulle belle poltrone, osservando incuriosito le persone in sala, l'atmosfera che si respira qui è unica.
Verso le 21 lascio l'ostello e mi dirigo verso la stazione, prendendo il tram nr. 1
La stazione è piena di gente, è molto comune viaggiare di notte, visti anche i bassi costi, mentre cerco il mio treno, osservo le realtà che convivono in questo spazio chiuso, qualche senza tetto, qualche ubriaco, ma la maggior parte sono viaggiatori.
Trovo il mio treno e mi piazzo nel mio scompartimento, aconra una volta ho la cuccetta superiore, questa volta non sono il primo ad arrivare, una giovane mamma con una bambina sono già dentro e stanno preparando il lettino.
Anna mi chiama e mi avverte che sono arrivati, ci facciamo le ultime foto insieme e salutiamo, è stata davvero una bella persona da incontrare.
21 anni, vive da sola da quando ne aveva 13, ha già finito gli studi laureandosi e lavora.
Fossero così anche le ragazze italiane...
Una volta sul treno, che è in migliori condizioni dei precedenti, mi preparo anche io.
Questo viaggio durerà 'solo' 8 ore, anche se c'è il cambio dell'ora legale e non so se arriveremo prima o cosa succederà, ho chiesto ma non lo sanno...
Appena partiamo mi metto a riposare, domani arriverò a Kiev alle 7 del mattino...


...segue...







domenica 4 novembre 2012

Ukrajjjjjjnaaaaa! parte seconda

Lunedi

In mattinata sbrigo delle formalità, chiedo di poter usare la lavatrice in ostello, è gratis e questo è un punto a favore di questo caratteristico ostello, a 5 minuti dal centro di L'viv.
Gli interni sono tipici, oggetti locali appesi, un bel giardino alle spalle, ampia cucina in comune, insomma non male per 9€ al giorno.
Faccio anche conoscenza con uno strano personaggio.
Sono in cucina, dove tutto è a disposizione degli ospiti, anche the e caffè solubile, mentre mi preparo una tisana, prendo un pezzo di carta mani da un rotolo sul ripiano...
Non l'avessi mai fatto!
Il tizio seduto in cucina, mi dice in inglese 'cosa fai? quello è mio?avresti potuto chiedermelo prima di prenderlo!...'
Sorpreso, ma lui insiste, spiegandomi che lui si compra anche la carta igienica non usando quella dell'ostello (che in effetti è un lontanissimo parente dei 10 rotoli di 'morbidezza'...) ed altre cose che sto poco ad ascoltare.
Quando poi mi dice che è americano, ho un motivo in più per tagliare nettamente la conversazione.
Alle 12 vado nella piazza del teatro dove inizierà il free walking tour, il miglior modo per visitare una città!
Oltre a me si presenta un ragazzo brasiliano ed iniziamo a girare i punti più importanti della città ed a conoscerne la sua storia, i quartieri del centro, i principali monumenti...
Scopro così che L'viv in italiano e leopoli, la città dei leoni, in ukraina famosa per il caffè e la cioccolata, per anni in concorrenza con krakovia su quale fosse la più bella ed artistica, così da somigliarle molto, con la piazza del mercato, le vecchie stradine di porfido, il quartiere alternativo ebreo...
Dopo due ore di tour lascio una mancia alla guida e mi faccio indicare dove mangiare, chiedo se anche qui c'è il 'milk bar' come in polonia.
Il brasiliano, Cristiano, si unisce a me per il pranzo, ci facciamo compagni a e ci conosciamo meglio.
Abbiamo molto in comune.
Entrambi viaggiamo da soli ed in maniera alternativa e lowbudget, lui viene dalla romania, dove per risparmiare ha attraversato a piedi il confine e preso il treno dalla prima cittadina ukraina.
Anche lui ha vissuto in rep ceka, a praga, per cui spesso ci scambiamo ricordi ed impressioni di questa meravigliosa nazione.
E' di porto alegre, il suo viaggio è iniziato ad istanbul, poi bulgaria, (ecco un'altra cosa in comune, anche io sono stato li ed ho degli amici bulgari di Plovdiv), romania e dopo l'ukraina andrà in polonia e rep ceka, prima di ritornare in brasile.
Dopo il pranzo vaghiamo ancora in centro, rifacendo il giro, quasi a metabolizzare quanto ci era stato raccontato, fare qualche foto con più calma, poi ci salutiamo e ci damo appuntamento alle 19.
Cristiano in romania ha conosciuto una ragazza speciale.
Una buona e socievolissima persona, che lo ha aiutato a raggiungere l'ukraina nel modo migliore e meno costoso, dandogli anche dei contatti di sue amiche a L'viv.
Alle 19 incontriamo due di loro, che ci fanno da angeli custodi e guide private, portandoci in giro per il centro e per locali, tra i quali una specie di bunker antirusso...
All'ingresso una persona con abiti militari ed un mitra ci chiede la parola d'ordine, poi ci da uno shot di vodka al miele, scendiamo ed il locale è pieno di gente, certo turistico ma molto suggestivo.
Non chiude mai!!!!!
Mangiamo qualcosa e beviamo, mentre facciamo conoscenza con le due ragazze, mentre tutto ciò accade si sentono dei rumori, poi un tizio esce con un bustone enorme e dice qualcosa, tutti ridono...ci viene detto che è una scenetta ripetuta spesso, li dentro vogliono far credere ci sia qualche russo impostore.
Dopo il 'bunker' andiamo in giro, è una serata di leggera nebbia che accresce il fascino della città.
Ci portano nel locale 'house of legend' dove ogni piano è tematico, saliamo fino al tetto dove è posta una vecchia auto, insomma molto suggestivo.
Entriamo anche in un bar e piccolo museo del caffè sotterraneo e tanti altri posti carini e pittoreschi.
Dopo un paio d'ore salutiamo le due ragazze che dovendo lavorare il giorno dopo devono tornare alle loro abitazioni.
Con cristiano ci diamo appuntamento per il giorno dopo.

Martedi
La giornata non è bella come la precedente, non piove ma non c'è sole.
In mattinata l'emericano che tiene molto alle sue cose, si presenta e scusa per essere stato troppo duro il giorno prima, si chiama walter, pronunciato 'uolter'.
Mi spiega la sua vita, dicendomi che è malato di cancro, dato per spacciato dai medici circa un anno fa, gli avevano dato 1 mese di vita.
Lui ha lottato per sopravvivere, abbandonando le cure classiche, rifiutando la chemio e venendo in europa.
In particolare in polonia, dove però può stare solo 3 mesi, a causa della scadenza del visto, per cui ogni tanto deve trascorrere dei giorni in ukraina, a L'viv, che è abbastanza vicina al confine con la polonia.
Si cura solo con prodotti naturali.
Impacchi di aglio e patate biologiche sulle ferite, mangia solo biologico, usa la mascherina per non respirare smog ed aria viziata.
Mi chiede di non usare il deodorante spray, dicendomi che è pieno di prodotti chimici che infettano il nostro corpo, e da quel momento in poi, faccio anche a meno di questo prodotto.
Mi racconta di come i dottori continuano a darlo per spacciato e di come, secondo loro, dovrebbe essere già morto, e mi mostra fiero come i suoi melanomi maligni, sulle gambe e su altre parti del corpo, siano ridotti rispetto ad un anno fa.
Mi trovo d'accordo sul suo preferire i prodotti naturali alle medicine e questo me lo fa risultare più simpatico.
Lo saluto, dovendomi incontrare con cristiano il brasiliano.
Rifacciamo un giro in centro, decidiamo di salire sulla torre centrale, 400 gradini...ma il paesaggio dall'alto della città ripaga della fatica.
A pranzo andiamo ad un locale consigliato in ostello, il Pusata hata.
Ecco, se non sapete parlare ukraino, se non volete spendere molto, se ODIATE il mecdonad e altre porcherie simili, questo è il posto che fa per voi!
Con pochissimi euro si mangia bene e si gode della vista delle bellezze locali...giovani universitarie e lavoratrici che scelgono questo posto, ad ogni ora del giorno.
E' un fast food, dove si gira con il vassoio tra gli stand con le portate, a vista, per cui si sa cosa si mangia.
E' un posto molto comodo anche per bersi una birra veloce o per un thè con torta a pomeriggio.
Le ragazze a L'viv, ad essere sincero mi hanno colpito meno di quelle di Uzhorod, ma nella media è indiscutibile che le ukraine siano molto carine.
Dopo pranzo voglio vedere la fabbrica di cioccolato, dove compro alcune barrette buonissime.
Purtroppo non siamo in grado di capire dove sia lo stadio di calcio, che sia io che cristiano vorremo visitare, giusto per curiosità.
In una piazza noto gruppi di persone raccolti a guardare altri giocare a scacchi.


In serata ci vediamo ancora con altre ragazze presentate a cristiano da questa ragazza rumena, ancora una volta sono simpaticissime e disponibili a mostrarci la città, anche se è evidente che tutto si riduce al centro che ormai già conosciamo.
Propongo di vedere il 'Mazok' ovvero un locale che si ispira all'ideatore del genere 'masochista' che era proprio di qui.
Il locale è turistico, quindi un pò caro e pittoresco, lettini con catene e manette, tacchi a spillo sul menu, video ed immagini espliciti (ma non volgari), degli avventori vengono frustati (dai rumori e dalle urla direi veramente...) dai camerieri.


Rimaniamo con piacere in compagnia delle due ragazze, raccontandoci a vicenda le nostre vite e sogni, finchè anche per loro non si fa l'ora del ritorno a casa.

Mercoledi
Lascio lo zaino in ostello, visto che ho il treno per Dnipropetrovsk in prima serata.
Mi aspetta un lunghissimo viaggio, 18 ore, per andare a vedere la partita di euroopa league del Napoli.
Ho prenotato il biglietto dal sito internet delle ferrovie ukraine, in maniera comoda e veloce (ed economica!).
Con cristiano mi incontro al solito pusata hata.
Anche lui parte oggi, andando a wroclav, in polonia, mangiamo ed ammiriamo le solite belle avventrici del locale, poi ci salutiamo.
Torno in ostello, non prima di aver comprato della cioccolata da portare ad una ragazza di couchsurfing, che mi ospiterà venerdi sera, a Dnipropetrovsk.
A piedi vado verso la stazione dei treni, camminando per vie trafficate e poco turistiche.
Ho già in mano il biglietto stampato da casa, ma scopro che devo farmi rilasciare comunque il formato classico del biglietto, da una delle casse.
La stazione è piena di gente, non capisco molto delle tante insegne in cirillico, ma per fortuna trovo una cassiera simpatica e che parla un minimo di inglese.
Mi dirigo al binario del mio treno e la capo vagone e di nuovo una signora sulla quarantina che si tiene in forma...anche se mi risulta antipatica ed acida.
Prima della partenza faccio in tempo a notare alcune stranezze della stazione, un gruppo di uomini che raccoglie qualcosa dai binari, tutti in fila indiana e con pettorine colorate e poi il chiosco sul binario, che oltre ai classici snack e bevande, vende anche coscie di pollo e salsiccie...
Sul treno mi sistemo nella mia cuccetta, sono proprio in fondo, di fianco al bagno e l'odore che ne esce è nauseabondo...



A terra, nel lungo corridoio del vagone, c'è un tappeto, che credo non sia mai stato sbattuto, nè pulito, almeno dal '92, anno di indipendenza dell'ukraina.
Anche nello scompartimento c'è un tappeto a terra che mi inquieta per l'odore che emana.
Saranno 18 lunghissime e sofferte ore di viaggio...
La partenza è alle 17.30 circa e l'orario di arrivo è alle 11.30 del mattino seguente.
Mi sistemo il lettino, sono ancora sopra e mi sdraio per leggere, fino alle 22, quando ad una fermata salgono 3 ragazzi, parlano ad alta voce e sistemano le loro cose, un vecchio che li accompagna mi porge la mano dicendomi qualcosa, gli dico che sono italiano e mi presento.
Italiano?????
Attiro la curiosità del trio, che mentre guarda la partita di champions della dinamo kiev su un cellulare, inizia ad informarsi su di me.
Il caso vuole che il motivo del nostro viaggio sia lo stesso.
Andiamo tutti a vedere la partita di domani!
Iniziano prendendomi in giro, dicendo che loro vinceranno etc etc...Poi iniziano ad offrirmi da bere, vodka, io per alcuni problemi avuti a brno dovuti al troppo alcool, sarei per rifiutare, ma loro insistono e non posso deluderli.
Iniziamo con il primo giro con brindisi, si mangia mentre si beve, mi porgono un cetriolo sott'olio, visto che sono vegetariano e loro quasi non capiscono cosa voglia dire, mentre addentano coscie di pollo, salami ed altri grassi e grossi manicaretti.
I bicchieri sono vuoti e si va di secondo giro, cerco di tirarmi indietro, ho paura che la colite mi colga proprio durante il viaggio e sul treno con il peggior cesso di tutta l'ukraina (cit. trainspotting), ma mi dicono che almeno un'altra la devo bere.
Mi onorano del secondo brindisi, soprattutto dopo che hanno saputo la strada che sto percorrendo per andarmi a vedere la partita.
Respekt!
Mi dicono alzando i bicchierini!
Loro tifano dinamo kiev ma scopro che c'è amicizia con la squadra del dnipro ed i suoi tifosi, parliamo quindi di calcio e tifo, scoprendo le mie carte... :)
A questo punto non posso rifiutare il terzo giro di vodka, perchè bere pari porta male, e poi anche il quarto perchè è dedicato alle belle donne e poi arriva il quinto, per il solito motivo che bere pari porta male.
Decido di fermarmi, anche uno dei tre, che aveva già bevuto dal mattino, va a dormire, nella branda sopra, di fianco alla mia, mentre gli altri due giocano a carte, un gioco molto popolare in russia.
Io saluto e chiudo gli occhi, tra una cosa e l'altra, tra un brindisi ed una conversazione in inglese stentato, si sono fatte quasi le 3.


...segue...



sabato 3 novembre 2012

Ukrajjjjjjnaaaaa! parte prima


Rieccomi a raccontare un nuovo viaggio, l'ennesimo, fatto a modo mio, con il solito zaino in spalla, con la solita estrema cura alle spese e cercando vie alternative di viaggio e turismo consapevole e non di massa, per far sì che alla fine si possa raccontare di un viaggio e non di una vacanza organizzata.
Ma anche questa volta non sono potuto stare lontano da Brno.
Dopo la recente visita che ho raccontato nel post precedente e, soprattutto, dopo aver conosciuto una ragazza, mi sono rimesso in viaggio verso la mia 'vecchia casa' prima di raggiungere l'obiettivo principale di questo tour, l'Ukraina.
Ecco com'è andata...

Martedi 16/10/2012
Partenza da orio con sole e caldo, in attesa del volo sedendomi ad accogliere i benevoli raggi solari, arrivo a destinazione, bratislava, accolti da una fredda pioggierellina.
In bus arrivo in centro e mi metto alla ricerca dell'ostello, un palazzone che mi ricorda più i dormitori studenteschi dell'est nella sua struttura.
Ma il prezzo è il migliore che ho trovato.
Nella hall c'è un gruppo di giapponesi che impegna la receptionist per una buona mezz'ora mentre io avrei voglia di lasciare lo zaino e sbrigare l'acquisto del biglietto del treno che domani mattina mi porterà a Brno.
Un pò di pazienza e ci siamo.
Dopo il biglietto vorrei mangiare qualcosa, sono indeciso se trovare un ristorante vegetariano a bratislava o comprare qualcosa al supermercato.
Vado per la seconda opzione, in ostello, al piano sotto hanno una bella sala computer con tavoli ed anche un pub dove suonano del jazz.
Mangio velocemente il formaggio locale accompagnato a delle olive e dei panini.
Non ho voglia di socializzare, ho già la testa al giorno dopo ed al mio ritorno nella mia città, dove mi aspetta una nuova amica...
In camera faccio conoscenza con un ragazzo indiano di famiglia pakistana, poi un gruppo numeroso di spagnoli, che come sempre, sono casinisti quando parlano.
Chiedo di abbassare la voce perchè vorrei dormire e si comporteranno molto educatamente, anche al ritorno in piena notte.
Fossero tutti così negli ostelli...

Mercoledi
Sveglia al mattino presto, verso le 6, ancora rintronato provo a fare colazione con dello yogurt bianco, che però faccio goffamente spargere ovunque e soprattutto sul mio cellulare...se il buon giorno si vede dal mattino...
Dopo una veloce doccia raggiungo la stazione ferroviaria a piedi e mi metto a riposare un pò nel treno, puntando la sveglia, per evitare di addormentarmi troppo profondamente e mancare la stazione d'arrivo, come avevo rischiato qualche settimana prima...
Una volta arrivato a Brno, mi sembra strano dover andare in ostello, dopo averci vissuto per 3 anni.
Ma così è la vita.
Ho incontrato Kiara, finalmente, è la cosa ha preso subito una piega decisa.
Mi è piaciuto come non abbia voluto perdersi in giochi di parole, pur essendo giovane, sa cosa vuole.
La rispetto molto per questo, è molto matura, una bellissima persona.
Mi lascia per andare a lezione, io ne approfitto per pranzare al mio ristorante bio preferito di Brno, lo Spirala.
Dopo pranzo, bello pieno, vado a riposarmi un poco prima di dover reincontrare Kiara in serata.

Facciamo un giro in centro e poi decidiamo di bere del vino proprio sotto casa sua, in una 'vinarna', una specie di osteria/pub dove si serve principalmente vino.
La bella atmosfera e l'alcool rilassano le nostre teste, facendoci passare dei bei momenti.
In tarda nottata rientro a piedi all'ostello fleda, prima di andare a dormire ho voglia di mangiare qualcosa ed il kebab proprio di fianco fa al caso mio.
Guarda caso entrano con me due uomini, italiani, sulla 50ina, che parlano in ceco mentre ordinano.
Scopro che sono i pionieri della comunità italiana in città, vivendoci da quasi 25 anni...
Ed io che pensavo di essere uno degli italiani storici, solo per venirci da quasi 10 anni!
In camera non faccio in tempo a chiudere gli occhi che l'incubo di ogni ospite di ostello si materializza ai miei occhi...
Due ragazzi ubriachi entrano in camera, parlando ad alta voce ed in preda ai fumi dell'alcool.
Per tutta notte sarà un continuo chiacchierare, svegliarsi, fare rumore, andare in bagno, accendere la luce.
Fuck it!

Giovedi
Ancora distrutto dalla nottataccia mi metto in comunque in moto, faccio un giro alternativo, passo di fianco al parco luzanky e raggiungo il vecchio stadio di calcio di Brno, ora in abbandono, poi giro per le belle case del quartiere e raggiungo il centro per ora di pranzo.
Incontro un amico che mi chiede di aiutarlo a preparare la coreografia per la partita di venerdi sera ad ostrava, contro l'odiato banik.
In serata rivedo Kiara, che ha trascorso la giornata in facoltà.
Andiamo in una cajovna, una tea-room, a rilassarci.

Venerdi
Lascio la camera in tarda mattinata, incrociando le belle ragazze russe con cui l'ho condivisa la notte precedente.
Si sono divertite in centro, dicono che Brno è bella e perfetta per divertirsi.
In reception c'è una bellissima ragazza, le lascio le chiavi, mi sorride e mi chiede se sono stato bene in ostello, dovrei dirle che è troppo caro per la pulizia con cui è tenuta la vecchia camera, che è rumoroso, che gli ospiti della prima notte non mi hanno lasciato dormire...ma i suoi occhi non mi stregano e vado via come se fossi stato nel migliore albergo del mondo.
In centro mi dirigo a casa di Kiara, terrò da lei il mio zaino, fino alla mia partenza in nottata.
Andiamo a fare una passeggiata, a marianske udoli, una bella vallata appena fuori città, raggiungibile con i mezzi pubblici.
Siamo circondati da boschi dai colori autunnali, un laghetto e alcuni pescatori.
Dopo una salutare camminata ci beviamo una fresca Starobrno, la birra locale e poi torniamo a casa.
Alle 23 mi dirigo verso il grand hotel, ho un bus per Kosice, in slovakia, viaggierò tutta notte, fino alle 6 del mattino...vi lascio immaginare con che comodità.

Sabato
Per fortuna i bus dellastudent agency sono di ottima qualità e comfort.
Alla stazione dei bus di kosice compro il biglietto del bus delle 6.45 per Uzhorod, una cittadina ukraina appena dopo il confine con la slovakia, tanto che per decenni è appartenuta alla vecchia cecoslovacchia.
Per poche decine di km il vecchio bus impiega 3 ore, compresa la sosta obbligatoria alla dogana, dove ci controllano i passaporti.


La tizia in divisa ukraina pensa bene di parlarmi solo nella sua lingua locale, tenendo in mano il mio passaporto che attesta che sono italiano...lo fa anche con faccia tosta, finchè non percepisco che vuole sapere dove andrò, le dico qualche meta e mi ridà il documento.
Subito dopo il confine arriviamo in città, non ho la minima idea di dove sia l'ostello che ho prenotato, il five flags.
Le strade ukraine non riportano alcuna indicazione del nome delle vie, i caratteri sono cirillici e nessuno parla inglese, dei grossi tubi scuri accompagnano tutto il marciapiede...
Perfetto!
Mi armo di pazienza, sono stanco ma devo farcela, entro in un internet cafè sperando parlino inglese, ma niente...provo comunque a chiedere il nome della strada e mi dicono qualcosa facendo dei gesti.
Arrivo vicino una chiesa e svolto per una strada sterrata, stanno facendo dei lavori, la percorro tutta e raggiungo un ponte.
Finalmente sono nella parte storica della città e vicino all'ostello.
Quando lo trovo scopro che sarò l'unico ospite, avrei preferito qualche compagnia per divertirmi quel sabato sera ma sono anche distrutto dai giorni precedenti senza aver dormito molto.
Vorrei mangiare qualcosa ma non trovo altro che una 'pizzeria' dove nessuno parla inglese e addento una orribile margherita.
Ora ho solo voglia di riposarmi, esco e giro un pò per il centro, dove noto che tutte le ragazze sono bellissime e vestite come se andassero ad una sfilata di moda, tacchi altissimi, minigonne molto mini...che spettacolo!!!!
Nel pomeriggio passeggio sul lungo fiume, osservando le numerose coppie di giovani con figli, si vede che essendo un piccolo centro ad i giovani non rimane che farsi una famiglia.
Le belle ragazze in tenuta da 'combattimento' sono sempre tantissime e la testa gira in continuazione a destra e sinistra.
Decido di mangiare qualcosa di serio e sostanzioso, visto che non lo faccio da tanto, ma non è facile farsi capire e comunicare con i locali, sono fortunato a sapere un pò di ceco.
Uzhorod è una città di confine, molti sono di origine ungherese, come la ragazza che lavora nell'ostello, altri slovacca.
In serata decido di rinunciare alla fiesta, restandomene in branda a leggere un ottimo libro consigliatomi dal fedele Dani e che ben si presta al viaggio; Educazione siberiana, del giovane autore Lilin.
Il libro mi prende e mi tiene ottima compagnia, non facendomi rimpiangere di essere rimasto dentro invece che a respirare il fumo di sigarette in qualche pub sconosciuto.


Domenica
Mi alzo presto, riposato dalla buona e sana dormita e mi metto alla scoperta della cittadina, visito il castello ed il lungo fiume in una direzione diversa da quella del giorno precedente.
Mi imbatto nel suono di alcuni altoparlanti, ma questa volta non sono le fastidiose melodie che ieri avevano accompagnato le campagne elettorali dei partiti (sono stato in ukraina durante le loro elezioni).
Mi avvicino e scopro che in un campo d'atletica attrezzato, dei ragazzi si stanno esercitando a corpo libero, di domenica mattina...





Rimango una buona ora ad ammirarli, credo che l'occidente sia sempre più decadente anche perchè non ha la cultura dello sport, dell'esercizio fisico.
Devo rientrare in ostello a prendere il mio zaino, verso le 15 ho il treno per Lviv e vorrei mangiare qualcosa di buono prima della partenza.
Purtroppo il ristorante consigliatomi è pieno, vado via scontento e mi rimetto alla ricerca della stazione dei treni e di un ristorante vicino, ma non trovo niente se non una locanda molto triste, dove consumo un veloce pranzo prima della partenza.
L'acquisto del biglietto del treno è più complicato di quanto credessi.
Non mi basta citare il nome della destinazione, L'viv, la signora alla cassa mi chiede altro in incomprensibile ukraino, lei non parla inglese.
Per fortuna un ragazzo del posto mi aiuta.
Con poco meno di 5€ ho un posto assegnato, una cuccetta, per 6 ore di viaggio.
Faccio un giro nella sorprendente bella stazione, con marmi e lampadari di classe, sale da thè e perfino dormitori.
Il treno è lunghissimo, arriverà fino a Kiev, percorrendo quasi un migliaio di km in una decine di ore.
Ogni carrozza ha un addetto che controlla il biglietto e gestisce tutto durante il viaggio.
Nella mia carrozza c'è una pimpante signora sulla tarda trentina...mi dice dove è il mio posto, scopro che ho il lettino superiore, ma è solo pomeriggio.
Alla partenza del treno faccio conoscenza con una ragazza che parla inglese e ci teniamo compagnia per molto, mi racconta di come funziona il treno, del suo paese, mi chiede del mio viaggio.
Anche lei, Juliana, scenderà a L'viv ed addirittura andrà nella stessa direzione dove si trova il mio ostello, facendomi vedere come fare.
Sul treno ci sono un gruppo di ragazzi che presumibilmente giocano a basket, lo deduco dal fatto che sono tutti alti ed hanno l'abbigliamento tipico.
Il treno è vissuto come una casa in movimento, il bagno in comune, i letti, il corridoio, gente che si cambia, letteralmente, appena salita sul treno, per mettersi comoda, possibilità di bere thè caldo portato dalla formosa signorina capo vagone...
Mi divido tra una bella conversazione con Juliana e l'interessante libro mentre il treno percorre il bellissimo paesaggio dei monti Carpazi in una bellissima giornata di sole fine autunnale.
L'arrivo a destinazione è alle 21.40
Prendiamo un minibus, trasporto pubblico che ho imparato ad apprezzare nel corso dei seguenti giorni.
Veloce, economicissimo e pieno di vita autentica.
Sembra un pò un bus arabo, con il cruscotto tappezzato di tappetini, tanti colori varii ed un casino diffuso.
Si paga 2 Grivna, la valuta locale, qualcosa come 20 centesimi di €...
In 10 minuti raggiungo l'ostello Old ukrainian home, prenotato via email dall'italia.
La ragazza all'ingresso è simpatica e mi riempie di info sulla città, dandomi una mappa.
Dopo una doccia ed un thè caldi, mi sistemo in branda, pronto alla giornata successiva.

...segue...