sabato 3 novembre 2012

Ukrajjjjjjnaaaaa! parte prima


Rieccomi a raccontare un nuovo viaggio, l'ennesimo, fatto a modo mio, con il solito zaino in spalla, con la solita estrema cura alle spese e cercando vie alternative di viaggio e turismo consapevole e non di massa, per far sì che alla fine si possa raccontare di un viaggio e non di una vacanza organizzata.
Ma anche questa volta non sono potuto stare lontano da Brno.
Dopo la recente visita che ho raccontato nel post precedente e, soprattutto, dopo aver conosciuto una ragazza, mi sono rimesso in viaggio verso la mia 'vecchia casa' prima di raggiungere l'obiettivo principale di questo tour, l'Ukraina.
Ecco com'è andata...

Martedi 16/10/2012
Partenza da orio con sole e caldo, in attesa del volo sedendomi ad accogliere i benevoli raggi solari, arrivo a destinazione, bratislava, accolti da una fredda pioggierellina.
In bus arrivo in centro e mi metto alla ricerca dell'ostello, un palazzone che mi ricorda più i dormitori studenteschi dell'est nella sua struttura.
Ma il prezzo è il migliore che ho trovato.
Nella hall c'è un gruppo di giapponesi che impegna la receptionist per una buona mezz'ora mentre io avrei voglia di lasciare lo zaino e sbrigare l'acquisto del biglietto del treno che domani mattina mi porterà a Brno.
Un pò di pazienza e ci siamo.
Dopo il biglietto vorrei mangiare qualcosa, sono indeciso se trovare un ristorante vegetariano a bratislava o comprare qualcosa al supermercato.
Vado per la seconda opzione, in ostello, al piano sotto hanno una bella sala computer con tavoli ed anche un pub dove suonano del jazz.
Mangio velocemente il formaggio locale accompagnato a delle olive e dei panini.
Non ho voglia di socializzare, ho già la testa al giorno dopo ed al mio ritorno nella mia città, dove mi aspetta una nuova amica...
In camera faccio conoscenza con un ragazzo indiano di famiglia pakistana, poi un gruppo numeroso di spagnoli, che come sempre, sono casinisti quando parlano.
Chiedo di abbassare la voce perchè vorrei dormire e si comporteranno molto educatamente, anche al ritorno in piena notte.
Fossero tutti così negli ostelli...

Mercoledi
Sveglia al mattino presto, verso le 6, ancora rintronato provo a fare colazione con dello yogurt bianco, che però faccio goffamente spargere ovunque e soprattutto sul mio cellulare...se il buon giorno si vede dal mattino...
Dopo una veloce doccia raggiungo la stazione ferroviaria a piedi e mi metto a riposare un pò nel treno, puntando la sveglia, per evitare di addormentarmi troppo profondamente e mancare la stazione d'arrivo, come avevo rischiato qualche settimana prima...
Una volta arrivato a Brno, mi sembra strano dover andare in ostello, dopo averci vissuto per 3 anni.
Ma così è la vita.
Ho incontrato Kiara, finalmente, è la cosa ha preso subito una piega decisa.
Mi è piaciuto come non abbia voluto perdersi in giochi di parole, pur essendo giovane, sa cosa vuole.
La rispetto molto per questo, è molto matura, una bellissima persona.
Mi lascia per andare a lezione, io ne approfitto per pranzare al mio ristorante bio preferito di Brno, lo Spirala.
Dopo pranzo, bello pieno, vado a riposarmi un poco prima di dover reincontrare Kiara in serata.

Facciamo un giro in centro e poi decidiamo di bere del vino proprio sotto casa sua, in una 'vinarna', una specie di osteria/pub dove si serve principalmente vino.
La bella atmosfera e l'alcool rilassano le nostre teste, facendoci passare dei bei momenti.
In tarda nottata rientro a piedi all'ostello fleda, prima di andare a dormire ho voglia di mangiare qualcosa ed il kebab proprio di fianco fa al caso mio.
Guarda caso entrano con me due uomini, italiani, sulla 50ina, che parlano in ceco mentre ordinano.
Scopro che sono i pionieri della comunità italiana in città, vivendoci da quasi 25 anni...
Ed io che pensavo di essere uno degli italiani storici, solo per venirci da quasi 10 anni!
In camera non faccio in tempo a chiudere gli occhi che l'incubo di ogni ospite di ostello si materializza ai miei occhi...
Due ragazzi ubriachi entrano in camera, parlando ad alta voce ed in preda ai fumi dell'alcool.
Per tutta notte sarà un continuo chiacchierare, svegliarsi, fare rumore, andare in bagno, accendere la luce.
Fuck it!

Giovedi
Ancora distrutto dalla nottataccia mi metto in comunque in moto, faccio un giro alternativo, passo di fianco al parco luzanky e raggiungo il vecchio stadio di calcio di Brno, ora in abbandono, poi giro per le belle case del quartiere e raggiungo il centro per ora di pranzo.
Incontro un amico che mi chiede di aiutarlo a preparare la coreografia per la partita di venerdi sera ad ostrava, contro l'odiato banik.
In serata rivedo Kiara, che ha trascorso la giornata in facoltà.
Andiamo in una cajovna, una tea-room, a rilassarci.

Venerdi
Lascio la camera in tarda mattinata, incrociando le belle ragazze russe con cui l'ho condivisa la notte precedente.
Si sono divertite in centro, dicono che Brno è bella e perfetta per divertirsi.
In reception c'è una bellissima ragazza, le lascio le chiavi, mi sorride e mi chiede se sono stato bene in ostello, dovrei dirle che è troppo caro per la pulizia con cui è tenuta la vecchia camera, che è rumoroso, che gli ospiti della prima notte non mi hanno lasciato dormire...ma i suoi occhi non mi stregano e vado via come se fossi stato nel migliore albergo del mondo.
In centro mi dirigo a casa di Kiara, terrò da lei il mio zaino, fino alla mia partenza in nottata.
Andiamo a fare una passeggiata, a marianske udoli, una bella vallata appena fuori città, raggiungibile con i mezzi pubblici.
Siamo circondati da boschi dai colori autunnali, un laghetto e alcuni pescatori.
Dopo una salutare camminata ci beviamo una fresca Starobrno, la birra locale e poi torniamo a casa.
Alle 23 mi dirigo verso il grand hotel, ho un bus per Kosice, in slovakia, viaggierò tutta notte, fino alle 6 del mattino...vi lascio immaginare con che comodità.

Sabato
Per fortuna i bus dellastudent agency sono di ottima qualità e comfort.
Alla stazione dei bus di kosice compro il biglietto del bus delle 6.45 per Uzhorod, una cittadina ukraina appena dopo il confine con la slovakia, tanto che per decenni è appartenuta alla vecchia cecoslovacchia.
Per poche decine di km il vecchio bus impiega 3 ore, compresa la sosta obbligatoria alla dogana, dove ci controllano i passaporti.


La tizia in divisa ukraina pensa bene di parlarmi solo nella sua lingua locale, tenendo in mano il mio passaporto che attesta che sono italiano...lo fa anche con faccia tosta, finchè non percepisco che vuole sapere dove andrò, le dico qualche meta e mi ridà il documento.
Subito dopo il confine arriviamo in città, non ho la minima idea di dove sia l'ostello che ho prenotato, il five flags.
Le strade ukraine non riportano alcuna indicazione del nome delle vie, i caratteri sono cirillici e nessuno parla inglese, dei grossi tubi scuri accompagnano tutto il marciapiede...
Perfetto!
Mi armo di pazienza, sono stanco ma devo farcela, entro in un internet cafè sperando parlino inglese, ma niente...provo comunque a chiedere il nome della strada e mi dicono qualcosa facendo dei gesti.
Arrivo vicino una chiesa e svolto per una strada sterrata, stanno facendo dei lavori, la percorro tutta e raggiungo un ponte.
Finalmente sono nella parte storica della città e vicino all'ostello.
Quando lo trovo scopro che sarò l'unico ospite, avrei preferito qualche compagnia per divertirmi quel sabato sera ma sono anche distrutto dai giorni precedenti senza aver dormito molto.
Vorrei mangiare qualcosa ma non trovo altro che una 'pizzeria' dove nessuno parla inglese e addento una orribile margherita.
Ora ho solo voglia di riposarmi, esco e giro un pò per il centro, dove noto che tutte le ragazze sono bellissime e vestite come se andassero ad una sfilata di moda, tacchi altissimi, minigonne molto mini...che spettacolo!!!!
Nel pomeriggio passeggio sul lungo fiume, osservando le numerose coppie di giovani con figli, si vede che essendo un piccolo centro ad i giovani non rimane che farsi una famiglia.
Le belle ragazze in tenuta da 'combattimento' sono sempre tantissime e la testa gira in continuazione a destra e sinistra.
Decido di mangiare qualcosa di serio e sostanzioso, visto che non lo faccio da tanto, ma non è facile farsi capire e comunicare con i locali, sono fortunato a sapere un pò di ceco.
Uzhorod è una città di confine, molti sono di origine ungherese, come la ragazza che lavora nell'ostello, altri slovacca.
In serata decido di rinunciare alla fiesta, restandomene in branda a leggere un ottimo libro consigliatomi dal fedele Dani e che ben si presta al viaggio; Educazione siberiana, del giovane autore Lilin.
Il libro mi prende e mi tiene ottima compagnia, non facendomi rimpiangere di essere rimasto dentro invece che a respirare il fumo di sigarette in qualche pub sconosciuto.


Domenica
Mi alzo presto, riposato dalla buona e sana dormita e mi metto alla scoperta della cittadina, visito il castello ed il lungo fiume in una direzione diversa da quella del giorno precedente.
Mi imbatto nel suono di alcuni altoparlanti, ma questa volta non sono le fastidiose melodie che ieri avevano accompagnato le campagne elettorali dei partiti (sono stato in ukraina durante le loro elezioni).
Mi avvicino e scopro che in un campo d'atletica attrezzato, dei ragazzi si stanno esercitando a corpo libero, di domenica mattina...





Rimango una buona ora ad ammirarli, credo che l'occidente sia sempre più decadente anche perchè non ha la cultura dello sport, dell'esercizio fisico.
Devo rientrare in ostello a prendere il mio zaino, verso le 15 ho il treno per Lviv e vorrei mangiare qualcosa di buono prima della partenza.
Purtroppo il ristorante consigliatomi è pieno, vado via scontento e mi rimetto alla ricerca della stazione dei treni e di un ristorante vicino, ma non trovo niente se non una locanda molto triste, dove consumo un veloce pranzo prima della partenza.
L'acquisto del biglietto del treno è più complicato di quanto credessi.
Non mi basta citare il nome della destinazione, L'viv, la signora alla cassa mi chiede altro in incomprensibile ukraino, lei non parla inglese.
Per fortuna un ragazzo del posto mi aiuta.
Con poco meno di 5€ ho un posto assegnato, una cuccetta, per 6 ore di viaggio.
Faccio un giro nella sorprendente bella stazione, con marmi e lampadari di classe, sale da thè e perfino dormitori.
Il treno è lunghissimo, arriverà fino a Kiev, percorrendo quasi un migliaio di km in una decine di ore.
Ogni carrozza ha un addetto che controlla il biglietto e gestisce tutto durante il viaggio.
Nella mia carrozza c'è una pimpante signora sulla tarda trentina...mi dice dove è il mio posto, scopro che ho il lettino superiore, ma è solo pomeriggio.
Alla partenza del treno faccio conoscenza con una ragazza che parla inglese e ci teniamo compagnia per molto, mi racconta di come funziona il treno, del suo paese, mi chiede del mio viaggio.
Anche lei, Juliana, scenderà a L'viv ed addirittura andrà nella stessa direzione dove si trova il mio ostello, facendomi vedere come fare.
Sul treno ci sono un gruppo di ragazzi che presumibilmente giocano a basket, lo deduco dal fatto che sono tutti alti ed hanno l'abbigliamento tipico.
Il treno è vissuto come una casa in movimento, il bagno in comune, i letti, il corridoio, gente che si cambia, letteralmente, appena salita sul treno, per mettersi comoda, possibilità di bere thè caldo portato dalla formosa signorina capo vagone...
Mi divido tra una bella conversazione con Juliana e l'interessante libro mentre il treno percorre il bellissimo paesaggio dei monti Carpazi in una bellissima giornata di sole fine autunnale.
L'arrivo a destinazione è alle 21.40
Prendiamo un minibus, trasporto pubblico che ho imparato ad apprezzare nel corso dei seguenti giorni.
Veloce, economicissimo e pieno di vita autentica.
Sembra un pò un bus arabo, con il cruscotto tappezzato di tappetini, tanti colori varii ed un casino diffuso.
Si paga 2 Grivna, la valuta locale, qualcosa come 20 centesimi di €...
In 10 minuti raggiungo l'ostello Old ukrainian home, prenotato via email dall'italia.
La ragazza all'ingresso è simpatica e mi riempie di info sulla città, dandomi una mappa.
Dopo una doccia ed un thè caldi, mi sistemo in branda, pronto alla giornata successiva.

...segue...

Nessun commento:

Posta un commento