sabato 29 gennaio 2011

Fare nuoto a Brno

Questa mattina, mi sono svegliato e dopo una sana colazione, ho deciso di andare in piscina.
Ne avevo bisogno.

Abito a 10-15 minuti a piedi da quella che considero la migliore piscina (al coperto) cittadina.

Kravi hora è una collinetta cittadina, dove d'inverno con la neve i bambini si divertono a scendere con i bob, mentre con la bella stagione molti si sdraiano a prendere il sole.

La piscina è raggiungibile dal centro con il tram 4, che ha come capolinea proprio kravi hora.

L'ingresso è di 80czk + 50czk di deposito (in settimana fino alle 17.50 costa 70czk+50).
Se si resta 70 minuti il deposito viene restituito, per i minuti extra vengono trattenuti dalla cauzione.

La struttura è bella, la vasca non è olimpionica, ma se si evita la domenica è possibile fare due bracciate con piacere, senza particolare sovraffollamento.
Esiste infatti una piscina per bambini, una vasca per idromassaggio ed un locale per bagno turco, chiaramente tutto compreso.

Una cosa buffa, per me, è la concezione degli spogliatoi e delle docce.
Essendo i cechi un popolo che non ha vergogna a mostrare il suo corpo, nè ha tabù su questo argomento, l'area per svestirsi è praticamente in comune, ci sono cabine, ma molti si cambiano, donne e uomini, in corridoi promiscui.
Anche le docce danno quasi direttamente sulla piscina, separate da una porta a vetro che con il passaggio spesso scopre gli interni.

Lo dico perchè le prime volte non ci potevo credere, abituato all'italico concetto che 'nudo è peccato', alla vergogna nell'esporsi agli altri e così via.

Da notare che la cuffia non è obbligatoria.

giovedì 27 gennaio 2011

Un problema, tante ragioni e punti di vista

Se parli con un ceco, uno dei problemi sociali più sentiti è quello della comunità rom.
L'integrazione difficile, se non impossibile, la criminalità organizzata e meno, ovunque gli zingari creano disagi.
Vorrei riportarvi questo interessante documentario, non recente, ma di un paio di anni fa.

Racconta, in modo giornalisticamente parlando, perfetto, la tensione, sfociata con una manifestazione politica nel nord della boemia.
Con grande cura, dando spazio a tutto e tutti, si vedono i punti di vista dei cechi che protestavano contro gli zingari, degli zingari che si difendevano, della polizia che doveva mantenere l'ordine.
Una cosa raramente fattibile in italia.

Il documentario è scaricabile cliccando sul pulsante giallo "stáhnout" alla seconda schermata scegliete di inseriere il codice nella sezione
Omezené stahování e poi cliccate di nuovo "stáhnout".
Sottotitolato in inglese.

Anche da noi ci sono disagi socali, in calabria gli scontri con i cittadini africani
Cambia la latitudine, il dialetto, il clima, ma il risultato è sempre quello.
La tranquilla comunità viene 'sconvolta' da arrivi indesiderati.
Senza difendere gli uni o gli altri, bisogna andare oltre il dito che ci viene posto davanti per impedirci di vedere il braccio.

Parlo del caso ceco, perchè guardando il documentario viene fuori la realtà che pochi vogliono affrontare.

Gruppi di zingari che vivevano a praga, una capitale europea, sono stati 'invitati' a spostarsi in un paesino al nord della nazione.
Da chi?
Da grossi gruppi immobiliaristi, che hanno comprato a poco le case, rimodernate, ripulite e poi rivendute a peso d'oro.

Se in una città come praga gli zingari potevano essere controllati, integrati, in una cittadina nel nord della boemia, senza molte risorse, senza servizi, l'integrazione è andata a farsi friggere.

Chi ha pagato? i cittadini per bene, sicuramente, che si sono visti orde di zingari (che in rep ceca sono stanziali, non nomadi, quindi normalmente vanno a scuola, lavorano, si vestono civilmente, frequentano locali etc etc), senza opportunità.
Le opportunità sono già scarse per la cittadinanza, figurarsi per uno zingaro.
Che prospettiva avevano gli zingari?
Rubare, dare fastidio, perdere tempo, affari illeciti...

Chi ha guadagnato da questo?
I ricchi grupi immobiliari, affaristi, grossi investitori, che hanno fatto affari a praga, i politici che avranno intascato mazzette.

Interessante vedere come sia cresciuto il consenso per il partito di estrema destra, xenofobo.

Pensateci bene, italia...boemia...lega nord...lega ticinese...svezia...olanda...fronte nazionale francese...tanto diversi, tanto lontani eppure un sottile filo unisce i sentimenti e le paure della gente, ovunque.


giovedì 13 gennaio 2011

"Dedicato a chi sta scappando"

Ieri sera ho rivisto con piacere il film 'Mediterraneo'.
Un film leggero che mette di buonumore ma fa anche pensare e rimane attuale anche a distanza di anni.
Intanto per chi crede che la deriva italiana sia dovuta esclusivamente a merdusconi, faccio notare che il film è del 1991 (mi pare) e che il regista 'progressista e comunista' Salvatores non si era fatto scrupoli ad avviare il suo progetto con la 'merdusconi production'...
Chi è senza peccato scagli la prima pietra!

Ma bando alle polemiche con gli antimerdusconi 'di posizione' (quelli cioè che lo sono perchè votano i suoi complici, che siedono all'opposizione), quello di cui volevo parlare è il finale del bel film.
Parole che mi hanno colpito e nelle quali mi ritrovo pienamente, essendo anche io uno che ha 'abbandonato' il paese.

"Non si viveva poi così bene in italia...
Non ci hanno lasciato CAMBIARE niente...
E allora...allora gli ho detto...
Avete vinto VOI ma almeno non riuscirete a considerarvi VOSTRO complice...

Così gli ho detto!
...e sono venuto qui...
"

Quando sono andato a vivere e lavorare a dublino, incontrando i tanti italiani che vivevano li, dopo due parole e un bicchiere di guinness, si discuteva anche delle ragioni che ci avevano spinto a muoverci.
Spesso erano simili, le buoni occasioni di trovare lavoro, stipendi alti, faciltà nel fare carriera, occasione per imparare bene l'inglese...

A Brno è diverso.
Non si viene qui per un buon lavoro (anche se le opportunità stanno aumentando), certamente gli stipendi cechi non possono far gola e la lingua ceca, oltre ad essere difficile, oltre i confini nazionali non sarà mai un plus.

Chi viene qui, quasi certamente, lo fa consapevolmente, perchè non si ritrova piu' nel modo di vivere, pensare, agire, ostentare...tipico dell'italiano medio.
Tipico dell'italia.
Chi viene qui non troverà certo le acque fresche e cristalline di un'isola greca, nè il caldo sole greco.
Cibo, mentalità, modi di pensare sono diametralmente opposti a quelli italiani/greci (una faza una raza...).
Chi viene a Brno, quasi certamente sa a cosa va incontro.
Niente mare, freddo e poco sole per almeno 6 mesi all'anno, cibo poco fantasioso, calore umano non a buon mercato...
Sa da cosa FUGGE, sa di NON voler essere piu' COMPLICE di una evidente decadenza.

Così gli ho detto...e sono venuto QUI!

martedì 11 gennaio 2011

Un (quasi) vegetariano a Brno

Ebbene si, sono tornato ad una scelta importante.
Gia' in passato lo avevo fatto, in modo serio e radicato (forse troppo), sono ritornato ad una 'dieta' vegetariana.

I motivi non sono animalistici, come nella mia precedente esperienza, anche se certi video dovrebbero far riflettere...TUTTI.
Quando facevo il militare, nel 96, iniziai, per circa 3 anni ad evitare OGNI tipo di carne.

In questi giorni, da circa un mese, ho deciso di adottare una linea piu' morbida.

EVITO la carne rossa ma con un compromesso non disdegno pesce e carne bianca.

Come dicevo il motivo non è a difesa degli animali e contro la loro macellazione (che chiaramente non approvo nelle forme brutali ed industriali).

Piu' 'semplicemente' sono d'accordo con degli studi che spero facciano riflettere:

-
Di tutti i cereali prodotti nel mondo, oltre il 55% è destinata agli allevamenti e non direttamente all'alimentazione umana; 80% delle produzioni e coltivazioni vegetali dei paesi poveri sono destinate agli allevatori di animali da macello (nei paesi ricchi, U$a in primis)

-enormi quantità di acqua vengono destinate sia a questa agricoltura che all'allevamento di animali da macello,
ogni chilo di carne brucia 20 mila litri d'acqua.

Quindi, paesi con alta povertà, producono cibo, sotto forma di prodotti vegetali (cereali) che non vengono utilizzati per sfamare la popolazione, ma per alimentare animali che diventeranno un piatto di carne sulla tavola di mercati piu' ricchi.
Una contraddizione MORTALE, se si pensa alla percentuale di persone che muoiono di fame!

Secondo stime della FAO del 2003, più di 25.000 persone muoiono di fame ogni giorno, mentre tra il 2001 e il 2003 più di 800 milioni di persone soffrivano di denutrizione cronica. In media muore di fame un bambino ogni cinque secondi.

Lo stesso, se non peggio dicasi per l'acqua...

In piu' i gas emessi da bovini e ovini, per flatulenza ed eruttazione, contribuiscono in modo consistente all'aumento dell'effetto serra.

Potrei continuare, ma non voglio annoiare nessuno.
Cosa cerco, invece concretamente, di fare ?

Anche se singolarmente, non partecipo al mercato della carne.
Vi assicuro che in rep ceca non è facile, i piatti base sono con suini e bovini...andare a ristorante è ormai una chimera per me, mentre prima era un piacere.
Pranzo nella mensa aziendale, che offre buoni pasti tipici e scadenti piatti vegetariani, ma mi sacrifico e scelgo i questi ultimi.
Ogni volta che vedo un amico e decidiamo di mangiare, racconto della mia scelta, cerco di sensibilizzare.

A Brno, in generale in rep ceca, verdure e frutta sono di qualità non elevata, abbastanza cari, perchè non di largo consumo e prodotti di nicchia, anche se la richiesta sta crescendo e di conseguenza l'offerta.
Esistono piccoli e pochi spazi dove poter acquistare bio, ma i costi elevati non mi permettono di accedervi.
Mi accontento di acquistare verdura dalla grande distribuzione, consapevole dello sfruttamento eccessivo che attuano nei confronti dei coltivatori.
Forse sarebbe meglio rivolgersi direttamente al produttore, chissà...col tempo...


Intanto con la mia scelta non cambiero' il destino di migliaia di bambini denutriti, nemmeno quello di milioni di animali torturati per finire negli stomaci umani, ma almeno non voglio sentirmi COLPEVOLE del loro destino.


Saluti (quasi) vegetariani!

giovedì 6 gennaio 2011

Riflessione di una ceca

La primavera non è ancora arrivata, anzi, l'inverno quest'anno meno nevoso del solito, si fa sentire con il suo vento freddo.
Una primavera pero' sembra essersi insediata in me.
Ho voglia di fare, di pensare, di leggere, di fare movimento.
Dopo un letargo lungo, ho voglia di parlare, di provare a cambiare, di interagire, di imparare.
Curiosità che si aprono come cassetti ad ogni spunto.

A natale, il 26, ero a casa degli zii di Jana, ottimo pranzo, ottima compagnia.
Poi una domanda postami dal fratello di Jana: 'tu non hai paura degli arabi?'
D'istinto ho risposto di NO, perchè dovrei?
Mi fanno paura i fanatici religiosi e politici, questo si e di qualunque specie.

Oggi leggo questa interessante riflessione di una giovane giornalista ceca, Petra Hůlová, sulle donne del futuro.
Uno spunto importante per avere un'idea del paese e dei cechi.

Tutti dicono che il futuro dell'Europa è in mano alle donne, ma di che futuro si tratta? Tra i riflussi dell'emancipazione femminile e l'influenza dell'islam, il risultato finale potrebbe essere paradossale.

Si prepara già a portare il burqa", mi dice mio marito indicando sorridente nostra figlia di sei mesi che, istintivamente, si è appena tirata su la coperta fino agli occhi. Spesso ci piace scherzare sull'Europa futura dei nostri figli, immaginando come potrebbe essere. Quando internet sarà solo il simbolo di un'epoca passata, come già il telegramma o il fax, e quando qualcuno ricorderà le nostre attuali ipotesi sull'avvenire, di sicuro si sbellicherà dalle risate come si fa oggi con i film di fantascienza dell'epoca del cinema muto. Ma non si può evitare di pensare al futuro.

Provateci. Non è forse vero che ci si aspetta che ogni europeo responsabile si prepari per il futuro? Di sicuro [l'europeo] non appartiene a un popolo primitivo e fatalista, che vive giorno per giorno, anche se non avere internet, una bicicletta o uno sciacquone per i servizi non rende un uomo inferiore. Lo stesso vale per chi porta il burqa, salvo che in Europa non siamo proprio innamorati dei musulmani. Ma su internet sono come a casa loro, si sentono molto meglio che nella Francia e nella Germania dove sono nati.

Oggi i dibattiti sui musulmani e l'Europa sono molto di moda. Persino nel mio paese natale, la Repubblica Ceca, anche se prendersela con un musulmano non è proprio una cosa comune nelle città. "Che importa", affermano le teste calde della destra ceca, "che vadano tutti al diavolo!". Per ora nel mio paese, in mancanza di un numero sufficiente di musulmani, se la prendono invece con i rom, i vietnamiti e a volte con le donne.

Persino nelle riviste più conformiste, piene di belle immagini e specializzate nella cura della casa e del giardino, si dice che il futuro dell'Europa appartiene alle donne. Un'affermazione che non ha nulla di stravagante, e quelli che si oppongono a quest'idea hanno solo il dente avvelenato contro le donne o immaginano le europee del futuro avvolte nei burqa, pensando che vestite così avranno grosse difficoltà a governare. Sempre che ci sia ancora qualcosa da governare.

La specie europea si sta estinguendo lentamente, e secondo alcuni la colpa ricadrà proprio sulle stesse donne emancipate alle quali dovrebbe appartenere il futuro dell'Europa. Più il loro livello di formazione è alto più sono a loro agio finanziariamente e meno figli fanno, quelle scostumate! Certe femministe sottendono che la colpa sia degli uomini, perché sono loro che hanno inventato la pillola contraccettiva, per poter approfittare liberamente dei piaceri della carne eliminando il rischio della procreazione. Ma basterebbe un ritorno collettivo al preservativo per invertire la rotta? difficile.

Le europee del 2040

Quando guardo mia figlia, di cui vedo emergere dalla coperta solo due piccoli occhi blu e un piccola testa calva, immagino noi due, europee, tra 30 o 40 anni. Io mi sarò unita all'esercito dei pensionati esasperati. Invaderemo le strade, in massa, l'amara vecchiaia di quelle che hanno avuto un passato migliore, come il passato sempre appare agli anziani che guardano indietro alla loro gioventù. Senile e disillusa, affronterò con i miei contemporanei la quarta generazione degli e-book, quelli che si possono custodire in tasca come una lettera d'amore, con mio smartphone di dodicesima generazione sempre acceso, in caso i miei nipotini vogliano chiamarmi, mentre mia figlia volerà a 500 chilometri orari su un'autostrada virtuale. Con il finestrino abbassato il suo burqa fluttuerà elegantemente nel vento. L'autostrada sarà piena di donne tutte uguali.

Le europee del 2040 si batteranno di nuovo (quante volte l'hanno già fatto!) per la loro emancipazione. A condizione, sia chiaro, che tutto vada bene, che saremo ancora in piedi. E non penso alle euro-regioni, alla moneta unica o all'idea di Europa, ma piuttosto alle città, ai patrimoni e alla gente. Come in quei film catastrofici. Immagino una tragedia ecologica, il crollo di internet, un'epidemia. Davanti all'eventualità di simili eventi funesti la prospettiva di una lenta estinzione della specie europea o di un'Europa a maggioranza musulmana è più che accettabile. Quanto alle donne, anche se si ritrovassero di nuovo relegate in casa non sarebbe in fondo così grave. Basta poco per sbarazzarci di questa visione oscura dell'avvenire: più nascite, più austerità e meno sprechi.

Guardo mia figlia e mi rendo conto che tra qualche anno quella che parlerà con i "se" sarò io, mentre lei mi lancerà un'occhiataccia. "Tu mi dici quello che devo fare?". Sempre la stessa storia. Le esortazioni non possono che irritare. In Repubblica Ceca siamo particolarmente allergici [agli ordini], dopo 40 anni di esperienza comunista. Che qualcuno provi oggi a fare l'ingegnere del futuro, questo no! A meno che non si tratti di un forum o di un seminario, dove si presentano ipotesi e si discute innocentemente. Punto. La storia non dimostra forse che gli avvenimenti hanno sempre un epilogo diverso da quello previsto? Certo. Ecco una conclusione simpatica. Ma chi ci crederà davvero?

lunedì 3 gennaio 2011

Dal 2010 al 2011, il passo è breve

Con un po' di tempo ripercorro mentalmente cio' che è stato della serata di capodanno, trascorsa a Brno e cosa rappresenta per me.
Quando vivevo in italia, a milano, il capodanno era un'angoscia.
Non avevo grosse disponibilità finanziarie quando ero un ragazzino, in seguito comunque non avrei speso carte da 100 per una serata come questa.
In italia questa ricorrenza sembra una gara a chi fa di piu', la solita ostentazione pacchiana, burina, cafona.
Per diversi anni ho preferito le feste di piazza, con i concerti, stare in mezzo a gente sconosciuta, al freddo, ma almeno ascoltando musica decente.
Da quando vivo all'estero, ho imparato a trascorrere questa serata ed a divertirla in modo diverso.
Tra pochi amici, in party spesso improvvisati, ma gradevoli.
A dublino basto' ritrovarsi a casa di un collega, portare qualcosa da mangiare e bere e festeggiare le due mezzanotti, dato il fuso orario diverso.
A Brno lo scorso anni, a pochi giorni dal fatidico nuovo anno, organizzammo un bel party a casa mia e dei ragazzi con cui convivo.
Quest'anno fino all'ora di pranzo non avevo programmi, ma poi prima david il mio amico ceco, poi Oscar (argentino) e la sua ragazza (brasiliana) si sono uniti a me e Jana, per quella che è stata una bella serata.

Incontro in piazza, dove qualche stand offriva ancora bevande calde per affrontare il freddo.
Inizialmente eravamo tra i pochi coraggiosi, poi la piazza si è riempita, con l'usuale ordine, creando un cerchio all'interno del quale si sparavano diversi petardi e fuochi d'artificio.
Il conto alla rovescia in ceko, lo spumante stappato e poi a piedi verso uno dei miei locali preferiti.
Non c'è fila, si paga 50 czk (2€) l'ingresso.

La musica è piacevole, revival, rock n roll, vintage, senza quel fastidioso 'uzz-uzz'.
Continuiamo a bere qualcosa ma senza devastarci.
Vorrei iniziare l'anno senza hangover e cosi' sarà, anche dopo mezza bottiglia di vodka, un paio di vin brule', un paio di bicchieri di spumanti e qualche birra.
Se si ha il tempo di assimilare l'alcool, diventa piu' gradevole.
Balliamo, ridiamo, facciamo foto, parliamo, finche' arriva l'ora di tornarcene a casa, con l'intenzione di fare un giro in auto in tarda mattinata, per visitare i dintorni (piano poi disatteso).

L'amico David si attarda ad espletare una formalità, dopo un gustoso kebab e perdiamo di un secondo il bus notturno che, anche a capodanno, ogni mezz'ora riporta a casa i festeggianti.
Hmm...ok, ne ho fatte di peggio e mi ha sempre assistito il buon david.
Prendiamo un taxi che con 200 czk (8€) ci riporta a casa.

Buon 2011 a tutti, belli e brutti.
Buon 2011 Brno!

Parola del giorno: silvestr - capodanno