lunedì 15 novembre 2010

1000 anni d'europa

Un bel post (come spesso accade) di andima, racconta del suo terzo anniversario di vita fuori dall'italia, tra irlanda e belgio.
Anche per me, l'esperienza è iniziata più o meno in quel periodo, ottobre 2007, tra irlanda, austria ed ora in rep ceca, anche se i primi tentativi, iniziarono già dal 2000, con una stagione estiva (lavorando, non in vacanza!) in spagna e successivamente, altri due periodi di circa 6 mesi sempre qui, a Brno.
C'è chi può vantare esperienze più lunghe ed interessanti.
Ma a differenza di andima, che parla dei tre anni 'altrove' io spesso ripenso ai miei 36 anni vissuti sempre nello stesso posto, in Europa.
Forse questo video (interessante, bellissimo sottofondo musicale) potrà far capire quanto travagliata e lunga sia stata la strada per arrivare a questo tentativo (timido e troppo burocratico) di unificazione.
Tanta ancora ce ne sarà.
La mia speranza è che si possa, un giorno, rispondere a chi ci chiede la nostra provenienza, di essere europei.
Abbiamo diverse nazionalità, ognuna con le sue diversità, decine di lingue e migliaia di dialetti, innumerevoli abitudini, usi e costumi, infiniti colori ed odori, pregi e difetti.
Siamo belli perchè diversi, ma diversi perchè singoli, esseri umani e non popolo.
Che male ci sarebbe ad appartenere ad una unica entità? Nessun confine, unica bandiera...e continuando a sognare, sarebbe bellissimo arrivare a rispondere: sono cittadino di questa terra.

1 commento:

  1. grazie della citazione pedro:)
    Non sapevo del video sulle evoluzioni del continente, davvero un'idea carina. Però attenzione a quell'idea di un unico popolo un unico mondo, perché in linea teorica per alcuni significherebbe l'annullamento della diversità delle singole culture e la diversità è ricchezza, va preservata. Io voglio sentirmi cittadino del mondo spogliandomi da quell'idea di patria come materia che scorre nel sangue o come radici da DNA, per presentarmi in modo migliore ad altre culture, senza orgogli né difese insane, perché sì, di base siamo tutti uguali, ma non voglio che questo annulli le tante diversità. Le due idee non cozzano secondo me, perché si tratta di una coscienza delle cose e non di una rinuncia o un attacco al diverso: se non mi sento italiano perché d'Italia ma italiano perché cresciuto in quel luogo e assimilatone la cultura, allora sarò pronto ad assimilarne anche di altre senza alcun rigetto, condividendo quella che ho appreso e cercando anche di capirla attraverso gli altri, nei suoi pregi e difetti, ovviamente. Il problema è che quel senso di appartenenza, quell'amor patria di sangue e mani al petto, è il pane della propaganda e fonte d'odi, razzismi e conflitti.

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