lunedì 1 novembre 2010

Uno sconosciuto accanto a me

Con questo post vorrei raccontare alcune sensazioni e descrivere cio’ che i miei occhi vedono e cercano di elaborare ogni qualvolta mi trovo a contatto con uno 'sconosciuto'.
Settimana scorsa ho assistito ad un episodio molto poco piacevole, mi va di raccontare o cercare di farlo, qualche impressione in merito.
Parto dunque da quanto accaduto lunedi’ scorso, in una fredda e piovosa mattinata.
Ero sul solito tram che mi accompagna diligentemente a lavoro, quando ad una fermata una coppia di persone anziane, con fatica cerca di salire il pur basso gradino del mezzo pubblico.
Purtroppo la donna scivola sul pavimento bagnato e cade, cercando comunque un appiglio, arranca, con molta difficoltà cerca di tirarsi su, lo fa, mostrando sul viso gli eccessivi sforzi.
Quando poi esce, a terra, c’è una pozza di sangue, la vedo dolorante, toccarsi la gamba, evidentemente feritasi durante la caduta.
In tutto questo, nel tram trapieno ho notato tanta indifferenza, nessuno si è mosso per aiutare la povera donna.
Nemmeno io!
Di solito non è così, appena qualche anziano entra nel tram, prontamente gli viene ceduto il posto.
Non questa volta, quella mattina nessuno ha prestato aiuto.
Per quanto mi riguarda non cerco scuse, posso solo dire che il gap linguistico e generazionale, mi ha bloccato e di questo mi sento molto in colpa.
Ecco, la lingua, mi rendo conto che è ormai un ostacolo che sta segnando la mia esistenza in questo paese che amo.
Mi appresto a raggiungere, tra 30 giorni, i 18 mesi di permanenza a Brno, eppure so che non saro’ mai integrato e questo mi sta facendo (insieme ad altri avvenimenti) ragionare sul mio futuro qui.
Non essere in grado di comunicare, mi ha bloccato nel prestare soccorso alla persona anziana, mi crea non pochi problemi nell’integrazione, nel leggere un documento ufficiale, un giornale, nel capire veramente chi sono i miei amici.
Ma soprattutto ascoltare chi mi sta attorno, tutto questo mi manca e non voglio vivere senza capire quello che mi capita.
Se con un giovane la barriera linguistica si puo’ aggirare, con i ‘non giovani’ irrimediabilmente ogni contatto è precluso.
Ma anche i rapporti tra giovani e anziani locali non è dei migliori.
In un mondo che cambia vorticosamente, le distanze tra le generazioni si allungano, la reciproca comprensione diventa difficoltosa.

Cosi’ io non li conoscero’ mai e loro non potranno fare altrettanto (non che perdano granchè).
Quando vivevo in irlanda ho trascorso quasi cinque mesi in due famiglie irish, mi bastava entrare in un pub e conversare o chiedere un informazione alla fermata del bus e ricevevo risposte, che mi hanno permesso di avere un’idea generale e tutta personale sulla popolazione non giovane dell’isola verde.
Qui non sarà mai possibile.
La mia ex mi aveva introdotto nella sua famiglia, conoscevo tutti e loro conoscevano me.
Ricordo ancora la prima volta che incontrai i suoi nonni.
Pur essendo persone che avevano viaggiato e che potevano ritenersi ‘fortunati’ ed emancipati (la nonna era una maestra in pensione), non mi nascosero che quando seppero che ero italiano, si preoccuparono.
‘Mafiano’ ecco cosa sarei stato prima di conoscermi.
Tra pregiudizi, mancanza di esperienze dirette, ignoranza, generalizzazioni facili, gli anziani cechi non brillano certo per idee progressiste.
Come biasimarli?
Per 40 anni sono stati imprigionati dalla dittatura comunista, vivendo di stenti, senza la possibilità di viaggiare e di conoscere altre culture.
Hanno avuto una vita difficile, è quello che penso ogni volta che ne incontro qualcuno.
I loro visi, occhi, espressioni lo dicono chiaramente, quando li vedo in strada, nei negozi, sui mezzi pubblici.
Questo è l’unico contatto che ho con loro.
Eppure vorrei tanto conoscerli, farmi raccontare il loro passato, dirgli chi sono io, spiegargli che anche ho una carta d’identità della republica italiana, non significa che io mi senta italiano, ma soprattutto non vuol dire che sono un ‘mafiano’ e soprattutto ‘cigano’...
Già, mica solo i vecchi, vedendomi scuro di carnagione, mi associano spesso alla ‘minoranza’ poco gradita in cechia.
In questo modo nè io, nè loro entreremo facilmente in contatto.
Io colpevolmente non parlo ceco, ma se anche lo facessi, sentirei qualche pregiudizio.

Questo fa si che mi senta sempre uno straniero, ma soprattutto uno sconosciuto che vive in casa di sconosciuti.

Parola del giorno: ne znam stary lidi – non conosco le persone anziane

5 commenti:

  1. è vero pedro, la lingua è una barriera molto forte nelle relazioni sociali, su questo non ci piove, e posso immaginare le tue difficoltà con una lingua dalle radici differenti e quindi sicuramente più difficile da assimilare. Io oramai da un anno e più vado al corso serale di francese e aiuta tantissimo, anche se poi si finisce spesso col parlare in inglese (o addirittura in italiano, è impressionante quanti commessi qui riconoscono il mio accento italiano e mi rispondono in italiano, felici di parlare la lingua del padre o del nonno).
    Quando andavo a Madrid due anni fa mi sentivo troppo strano a star con gli amici della mia ragazza, dopo le prime due battute e qualche parola in italiano, mi sentivo isolato e probabilmente posso capire come ci si sente, non è per nulla bello, tanto più che a me era una vacanza di qualche giorno, a te è nella città in cui vivi!
    Poi ho comprato libri di spagnolo e mi son messo sotto anche con quello! Ma avendo una professoressa in casa, diciamo che la cosa è più semplice :P

    Quello che posso dirti è, non mollare pedro! Quando ti senti in questo modo, non abbatterti ma prendi l'umore come un incentivo in più a metterti sotto e studiare, cercare di migliorare, insomma never give up!

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  2. grazie andima ;)
    il problema che volevo affrontare nel post è la quasi impossibilità a relazionarsi con le vecchie generazioni.
    Anche i giovani cechi hanno problemi a farlo.

    Per me la difficoltà è doppia, la lingua ed il fatto di essere riconosciuto subito come straniero.

    Purtroppo per lo studio, in questo momento ho mollato.
    Mi mancano gli stimoli, mi adagio al poco che so, sperando sempre di venir capito.

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  3. Quoto andima, mettiti sotto con la lingua.
    Purtroppo è una cosa che non puoi evitare, quindi prendila di petto!

    riguardo alle differenze generazionali...ti posso dire che i miei nonni (ne ho tre ancora in vita) maschi, saranno pure distanti anagraficamente, e per questo le nostre due generazioni si capiscono poco, ma loro non fanno niente per abbassarsi verso la mia.
    Parlo per i miei due eh, non generalizzo :D

    Loro invece lo fanno sempre con me, essendo io quello di tutti i nipoti(una moltitudine!) che gli da più corda, si deve sopportare i cazziatoni ed i pipponi vari per tutti quanti :D.
    A prescindere da questo poi, se io non mi avvicino alloro e cerco di sforzarmi per colmare il gap, loro non ci pensano proprio a scendere dal piedistallo :P

    quindi, tu cerca di fare qualcosa lavorando su quello che puoi cambiare tu. ovvero la lingua.

    per le cose che non dipendono da te, fattene una ragione e pienz' 'a salut'! :)

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  4. Imparare il ceco non è come imparare lo spagnolo o il francese… ce ne vuole di pazienza, di stimoli, di voglia.. però sono 4 anni che vivo in paesi di cui non capisco / parlo la lingua.. e dato che qua con l’inglese si fa poca strada.. spesso anche coi giovani.. si deve fare qualche sforzo in più per cercare di esprimersi.. Devo dire che nei cechi ho trovato una certa disponibilità.. nell’aiutarmi ad esprimermi.. basta mettere assieme due parole per strappare un sorriso.. E sinceramente, forse perché a Praga sono un pelo più abituati a vedere stranieri, non ho trovato molta diffidenza, meno di quello che mi aspettavo all’inizio.
    Capita a volte che qualcuno per strada mi chieda informazioni su vie, locali, ecc.. in ceco.. a volte anche anziani.. e invece di rispondere nerozumim.. provo a esprimermi tra gesti e monosillabi ed è sempre una piccola soddisfazione riuscire a farsi capire un minimo e vedere un sorriso compassionevole nell’interlocutore.. anche se sono sicuro che a volte non hanno capito un acca e appena me ne vado chiedono a qualcun altro.. :D
    Mi sono accorto poi che c’è un grande rispetto per gli anziani e l’episodio da te raccontato mi sorprende un po’.. non è raro sui tram… quando sale una persona anziana.. vedere 5-6 persone che si alzano contemporaneamente per lasciare il posto.. e sorprende anche la dignità che hanno nel tirare avanti da soli nonostante siano probabilmente la categoria che ha risentito in modo pesantemente negativo il passaggio dal comunismo.. in termini sociali ed economici. Ho letto una statistica non mi ricordo dove secondo cui gli elettori sopra i 65 anni votano per il 60% il Partito Comunista… che in Cechia è molto sullo stile nostalgico-sovietico.. insomma non quello delle bandiere della pace.. e c’è da capirli per molti motivi.. gli anziani.
    Poi ripeto.. imparare la lingua qua richiede forti motivazioni… tempo.. e memoria che ci sta abbandonando.. dato che il pensiero di vivere qua tutta la vita.. diciamo che non mi entusiasma al momento.. non so quanto lo sforzo eventuale valga la pena.. non è facile convivere con questo handicap.. ma alla fine ci si fa l'abiutdine
    P.S. Sei andato poi a C.Budejovice? Ci sentiamo in settimana per vedere se si riesce a combinare qualcosa questo mese.
    Uvidime!
    Spud

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  5. secondo me il rispetto verso gli anziani sta calando, complice la differenza generazionale ed il futuro.
    impressione mia, per carità, ma se prendo ad esempio la politica, come detto da spud, è evidente che le nuove generazioni sono agli antipodi rispetto alle vecchie.
    nella scorsa campagna elettorale c'è stato il caso del video contro la colazione di sx improntato sul fatto che i voti arrivano dagli anziani, era un esplicito prendere in giro (con il video replica che ha marcato ancora di più la divisione).

    Mi capita sempre più spesso di leggere qualche insofferenza palese dei giovani verso i non giovani (e viceversa).
    La società moderna li sta allontanando sempre di più, a mio modo di vedere.

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