lunedì 26 aprile 2010

In attesa.

Negli ultimi tempi, ho come la sensazione di aver perso il contatto con la città, la vivo quasi passivamente, mi pareva di essere dentro il tessuto quotidiano, ambientato o forse abituato al nuovo contesto eppure, se mi fermo a riflettere sono ancora lontano dall’obiettivo.
Il vortice degli impegni lavorativi, che volenti o nolenti tengono incollati per quasi dieci ore (tra spostamenti, pause pranzo e le effettive otto ore di ‘fatica’), ad un ambiente troppo asettico e fuori dal contesto reale, potrebbe essere una causa.
Lavorare in una multinazionale, parlare inglese (o nel mio caso, pretendere di farlo), incontrare colleghi europei o extraeuropei, fa scivolare via l’essenza del vivere in un luogo diverso da quello d'origine.
Non è reale quello che sto vivendo, non mi sento integrato come vorrei.
La barriera linguistica mi pare un ostacolo enorme da affrontare e superare, se il mio inglese, che pure pratico ormai quotidianamente, ha ancora lacune equiparabili a LAGUNE, dove affondo ad ogni chiamata di clienti madrelingua, che mettono alla luce i miei limiti, figurarsi il ceko, lingua ostica anche per persone più predisposte all’apprendimento di me.
Con questa giustificazione, mi abbandono ad un timido approccio con lo ‘studio’ del ceko.
Non lo pratico, non lo leggo, non mi sforzo, sono svogliato, pigro, come sempre lo sono stato quando si è trattato di imparare qualcosa.
Eppure avrei la possibilità di esercitarmi, ho amici che mi accolgono sempre a braccia aperte e non biasimano i miei tentativi goffi ed impacciati nel ‘parlare’.
Anzi, tutte le persone che conosco e con le quali approccio uno scambio di battute nella loro lingua, sono sempre entusiasti, seppur delle mie rituali frasi.
Sembra quasi che per un ceko sia un onore che uno straniero, un italiano, provi a parlare, o forse dovrei dire storpiare le loro parole.
Ridono educatamente davanti agli evidenti errori e limiti, profondendo riconoscenza per quegli sforzi, ormai nemmeno tanto ardui, visto che da sei anni dico sempre le stesse cose:
Ahoj/Dobry den, jak se mas/jak se mate? Ciao/Buon giorno, come stai/sta?

Non si aspettano che qualcuno provi ad interagire con loro usando i loro codici, storicamente il ceko è sempre stato stroncato dagli austriaci, poi dai russi, ora dai nuovi padroni, le potenze ‘ricche’ e capitaliste dell’occidente.

Tra gli amici corre la battuta che qualsiasi cosa mi dicano, io sorrida ed annuisca, con un mugolio tipicamente locale che ho, questo si, assimilato, ‘hhmmhhh’.
Come a dire ‘capisco’ anche se non è affatto cosi’, eppure mi fa piacere ascoltarli, cerco di concentrarmi su una parola per capire il senso di una frase, spesso non ci riesco, eppure sto li.
Una volta un amico, incontrato per strada si fermo’ a parlarmi, in ceko, lui è un tipo simpatico, la faccia mi ispira ed io ero contento di vederlo, per cui sorridevo sinceramente mentre cercava di informarmi che alcuni conoscenti erano stati arrestati per motivi politici.
Io ridevo di una notizia non piacevole...
Nessuno mi ha mai fatto pesare questa mia deficenza, gli amici di Brno, sono sempre i primi a salutarmi, ad offrirmi da bere, a provare a raccontarsi.
Io come un muro di gomma, non faccio filtrare quasi niente e ormai mi rendo conto di soffrirne.

Come aggravante a tutto ciò, oltre agli amici, ho anche la fortuna ed il piacere di ‘passare’ del piacevole tempo con J.
Tutto volge, teoricamente a mio favore.
Ma la realtà è ben diversa e questa città (e la sua gente), seppur restando stabilmente nel mio cuore, da ormai diversi anni, per come mi ha accolto, per come mi regala benessere (ma anche malessere), continua ad essere un’isola che non c’è.
Una metafora della mia voglia di fuggire, di lasciarmi alle spalle il ricordo di una vita che non volevo vivere in italia.
Ora mi chiedo se sarò mai capace di trasformare concretamente i giorni trascorsi, in giorni vissuti.
Se sarò capace di riconoscermi in questa scelta, vivendola appieno, andando oltre questa coltre di fumo che non mi fa vedere nitidamente la realtà.
Perchè ai miei occhi, alle mie orecchie mancano tanti codici, manca la chiave della comprensione delle parole in strada, su un giornale, nelle informazioni, in un cartellone degli avvisi.

Quando riuscirò a leggerli, a decodificare questi segnali, mi sentiro’ a casa, libero di poter giudicare quanto sto vivendo.
Fino ad allora l’alone del turista mi accompagnerà.

Parola del giorno: žáby jíst hmyz – le rane mangiano gli insetti

14 commenti:

  1. ti sono solidale. il senso di estraneità che coglie chi come te è in questa situazione deve essere davvero difficile da accettare.
    il linguaggio è la prima cosa (sebbene lo si dia per scontato) che fa da legante con la cultura in cui si sta. se manca l'interazione linguistica c è un piccolo fastidio che si sente ad ogni scritta incompresa, ad ogni conversazione persa, ad ogni evento che scivola via.
    di conseguenza i rapporti personali ne risentono e dato che sono proprio questi a dar valore ad una esperienza, rischi di fartela andare di "traverso".
    non so darti un consiglio vero (quelli piu ovvi te li sai dare da solo) ti potrei solo mettere in guardia sul fatto che nei momenti "no" questa cosa non aiuterà molto.. se ne sei coscente e sai dargli un nome però puoi tirare avanti e un giorno avere la concentrazione adeguata a fare qualcosa in piu per la lingua.

    saluti..

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  2. ahoj M4rcu2!
    il punto è proprio quello.
    sentirsi sempre ospite e mai a casa propria.
    mi manca il non poter ascoltare le parole di un politico, leggere un giornale, ascoltare le news o anche i pensieri della gente comune.
    mi dico che c'è sempre tempo, ma ormai è una scusa.

    quello che volevo sottolineare è la grande disponibilità dei ceki

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  3. Ci ho messo 3 anni per arrivare in Irlanda al livello che tu ti sei prefisso in Rep. Ceka.
    Tre anni partendo da un inglese Advanced. Ero gia' in irlanda con una certificazione Toefl con un alto risultato ed oltre un anno di lavoro all'estero.
    Alla fine, nonostante queste buone basi, ci ho messo tre anni.
    Dopo tre anni leggo i giornali bene, capisco i plitici, al televisione, le critiche, le battute dei comici e quelle degli amici.
    TRE FOTTUTI ANNI.

    Ci vuole tempo e pure parecchio. E ci vuole un sano bagno di umilta' e molta buona volonta'.

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  4. bacco, to be (integrated) or not to be (integrated), this is the problem...

    io ho amici, una casa, la ragazza, nessun problema, eppure ho la forte sensazione di vivere piu' da turista che non da cittadino.

    non capire cosa la gente dice, la politica del paese nel quale pago le tasse, una manifestazione con gli slogan, anche semplicemente se una persona è stupida o no...

    questo mi manca molto.
    soprattutto perchè rimango ancorato alle mie letture in italiano, di notizie italiane.
    eppure non dovrebbe essere cosi'.

    il giallo di cogne o della futura cogne, non dovrebbe interessarmi, dovrei invece sapere se c'è un problema nel mio quartiere, nella citta'.

    penso anche agli 'stranieri' in italia, alla mancata integrazione, che spesso è solo per il colore della pelle o una diversa religione.
    penso a come non mi sentivo integrato a dublin, pur potendo (non dico comprendere come fai tu ora, dopo 3 ' fottuti' anni) almeno capire qualcosa della lingua.

    mi manca potermi interessare di politica, con buona pace di J. :D
    mi manca provare a scardinare la proverbiale timidezza ceka, abbozzando un discorso al vicino di posto sul tram

    mi manca capire a fondo le persone che mi circondano.

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  5. Appunto.
    Ci vuole tempo. Se non frantumi la barriera linguistica, e dico "frantumare", non ci riesci.
    "La lingua e' la chiave che apre tutte le porte", diceva Indiana Jones... :D

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  6. La lingua é piú difficile dell'inglese ma niente e impossibile Pedro. É come un codice, devi scoprirne i segreti, le regole, e poi cominciare a memorizzare i vocaboli. Devi praticare, non c'é metodo migliore. Io son fortunato, apprendo molto velocemente i linguaggi. Sará perche ho studiato musica, o perché tutto ció che é nuovo e sconosciuto mi ispira. Stó imparando una lingua vicina, il polacco. Ancora non sto studiando per bene, ma comprendo la maggior parte dei discorsi (che culo!).

    Jak Cie masz? É simile al Cecoslovacco!

    Nie martwisz sie, bedziesz sie dowiadywal!

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  7. bel post pedro, sincero e personale.
    Non bisogna avere fretta, e' vero, ma non bisogna nemmeno scoraggiarsi e rinunciare a trovare quei codici. L'alone del turista e' proprio vero, mi e' piaciuta l'associazione, aleggia su di noi, sempre.

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  8. sicuramente non è connesso alla discussione in atto,però non sapendo come potermi in contatto con te ti scrivo sul tuo blog tramite commento :-).sono un ragazzo che ha intenzione di trascorrere 6 mesi erasmus a Brno.Le tue parole mi hanno incoraggiato,ma quello che voglio chiederti,ma la lingua inglese viene parlata dalla popolazione.Perchè il mio obiettivo erasmus sarà anche quello di imparare bene l'inglese,secondo te brno per questo scopo è il posto giusto?

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  9. @ alf: cecoslovacco???!!! come cecoslovacco??? stai indietro di una ventina d'anni :D

    @andima: grazie, ma il mio lo ritengo un caso particolare, avendo amici del posto, ragazza, entro nelle loro case, so come vivono, ne conosco molte abitudini e storia, eppure non riesco ad approfondire come vorrei questo rapporto.

    @antonio: benvenuto, prima di tutto.
    gli studenti erasmus, anche italiani sono molti.
    Brno è una città universitaria ed i giovani parlano un buon inglese (anche se molti preferiscono il tedesco).
    imparare l'inglese(lameno quello accademico) a brno puo' essere possibile, nel senso che i corsi in facoltà saranno in inglese, al cinema i film sono in lingua originale e se non vorrai stare nella cricca degli italiani, farai tranquillamente amicizia con i tuoi compagni di studi ceki (o slovakki che sono tanti).

    per ogni dubbio o domanda, chiedi tranquillamente

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  10. Ho provato una forte empatia leggendo queste righe.. vivo a Praga da quasi un anno e pur essendo una realtà diversa da Brno sotto certi aspetti.. leggendo un pò di queste pagine mi sono ritrovato spesso nei tuoi pensieri e nelle tue opinioni, in particolare sulle relazioni con la gente del posto.. che siano boemi o moravi, diciamo sia negli aspetti positivi che in quelli negativi. Per il tempo che ho vissuto qua non ho instaurato rapporti che posso definire di amicizia veria e propria ma lavoro, frequento diversi coetanei cechi, ho avuto la ragazza per un periodo, seguo anche io - allo stadio quando posso - le sorti di una squadra di calcio locale (Sparta eh,, purtroppo non c'è niente di meglio:)), palestre, attività varie, spiaccico qualche frase in ceco.. insomma ho la mia vita.. ma si... mi manca qualcosa.. non posso dire di sentirmi a casa, e penso che non potrò mai dire di sentirmi a casa in questo paese, come non mi sono mai sentito a casa negli altri paesi in cui ho vissuto fuori dall'Italia. Non perchè mi senta un turista (me ne guardo bene, soprattutto a qua), o perchè non voglio 'integrarmi' - brutta parola - e onestamente non penso che il giorno (che vedo moolto lontano :D) che dovessi imparare decentemente questa lingua darebbe una svolta, perchè per quanto umanamente possiamo apprezzare la disponibilità e la semplicità di questo popolo.. la realtà che affronti ora.. non arriveremo mai capirla fino in fondo, almeno non potremmo mai capirla come chi l'ha vissuta dalla nascita e farla nostra. Insomma, al di là della lingua che pure sarebbe un grosso passo.. non credo che potrai mai comprendere i meccanismi sociali e culturali di una realtà che non hai vissuto nel profondo, non credo che ci si potrà mai sentire 'a casa' da queste parti.
    Poi spero che un giorno tu possa smentirmi.

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  11. zdar Spud!
    benvenuto anche a te.
    interessante il tuo punto di vista.
    mi fa piacere ricevere feedback da chi si trova nella stessa mia condizione.
    E' giusto, integrazione sara' difficile anche in caso di apprendimentod ella lingua, viste le enormi differenze culturali.
    Da buon italiota, aggiungo anche il clima che non aiuta durante l'inverno e scoraggia (almeno me) a fare previsioni a lungo termine, eppure...

    eppure questo posto mi incanta per la semplicità.
    non è un paradiso, ho davanti agli occhi ogni istante i limiti, le brutture, ma anche se dovessi lasciarlo (anche io amo spostarmi), mi rimarrà sempre dentro.

    L'integrazione continua, stasera vado a cena e poi al cinema (film italiano) con amici ceki e con la ragazza.
    sia da parte mia che da parte loro, la disponibilità c'è.

    vediamo cosa succede.

    smrt spartanu!! ;)

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  12. Zdar tobě!

    Innanzitutto complimenti per il blog che mi sto leggendo un po’ alla volta e.. mi ritrovo in molte delle tue opinioni.
    Anche io sono rimasto sorpreso e affascinato dalla semplicita’ e dalla schiettezza di queste persone... dalla loro umanita’ nei pregi e nei difetti... per quanto poi ho sentito dire da moravi e campagnoli boemi.. che i praghesi se la ‘tirano’ un po’... forse non hanno mai vissuto in una citta’ dove i giovani se non hanno i pantaloni della marca di sti cazzi appesi sotto il culo nn escono di casa.

    Poi neanche io amo fare progetti a lungo termine.. e qua più che il clima mi scoraggia il fatto che.. forse per limiti miei.. difficilmente riuscirò mai ad accettare alcuni risvolti culturali di questa società.. poi magari le cose cambieranno, chi lo sa.

    A dir la verita’ a me piacevano i Bohemians (quelli veri e’) quando sono arrivato, poi ho conosciuto la gente sbagliata... comunque ci vuole un bel coraggio a guardare le partite campionato ceco!

    hezký víkend!

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  13. zdar spud!
    il paragone tra la vita nella 'fighetta' praga ed una qualsiasi cittadina italiana, non esiste.
    qui, per quanto uno possa essere fighetto non avrà mai le paranoie ed i livelli di stupidità di un italiano.

    E' questo il bello di vivere qui, non avere davanti agli occhi, ogni giorno, l'ostentazione del niente, dell'apparire a tutti i costi.

    qualche giorno fa sono andato a vedermi 'videocracy' basta apparire, il film sul 'presidente operaio' e la sua cricca di bella gente (da cor.na al playboy brizzolato, da m.ra ai suoi tronisti).
    alla fine del film, ho tirato un sospiro di sollievo.
    non vivo più in italia, non devo aver molto a che fare con questo stile di vita.

    per quanto riguarda il calcio, mi hai fatto venire in mente un post sulle squadre e tifosi.
    tra poco vado a vedermi la partita del Brno, in serata o domani preparo qualcosa.
    ma ho bisogno dei tuoi giudizi e feedback ;)

    vai a vedere l'incontro del secolo, domani ad ostrava?

    ps: sparta a slavie ne simpatie! ;)

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  14. Ahoj!

    Purtroppo la trasferta era un po’ impegnativa in termini di tempo e casini vari, di fatti come previsto il percorso dalla stazione e’ stato un po’ ‘travagliato’, e sapendo come viene gestito l’ordine pubblico in questi casi.. quelli che conosco hanno preferito rinunciare.

    Comunque per me i chachari meritano il campionato, sia a livello calcistico che di tifoseria.

    Resto in attesa del post su squadre e tifosi!

    Smrt Baniku!

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