mercoledì 20 ottobre 2010

...Volare...

Mentre ero seduto, ho chiuso gli occhi ed ho iniziato a volare.
Guidato dalle note di un pianoforte a sua volta condotto dalle dita affusolate di una giovane giapponese avvolta da un vestito scuro elegante.
Anche lei seduta sul suo sgabello, al centro di un piccolo altare, ad accompagnare la voce soprana di una sua connazionale, voce e viso tondi, sorriso largo quando si gode gli applausi sinceri della piccola ma calorosa platea.
Ho chiuso gli occhi ed ho iniziato a volare, come una foglia d'autunno, sospinta dalle arie liriche, del giovane e bravo tenore nipponico, fiero, deciso, orgoglioso, padrone della scena, seppur trattandosi di una piccola parrocchia oratorio della grassa bologna.
Evento troppo austero per le giovani bande di studenti, per le patrizie famiglie locali.
Ho iniziato a volare, mentre ero seduto su una scomoda seggiolina, come non ne vedevo dai tempi delle scuole medie, in una piccola chiesetta di una città cresciuta in fretta, che non ha più memoria.
Bologna la dotta o la dritta? A fare la grassa sulle spalle magre dei giovani universitari, fuorisede, stranieri, figli di gente umile che cerca un riscatto e nell'attesa stringe ancora di più la cinghia.
Perchè la speranza è fonte di energie insperate.
Ho iniziato a volare, chiudendo gli occhi, come non facevo da tempo.
Come facevo nei sogni che ricordo ancora nitidamente, i miei sogni più belli, quella sensazione di emozione, rischio, adrenalina e poi semplicemente felicità.
Guardare la città dall'alto, come normalmente non potrei, riprendere quota quando mi avvicinavo troppo al suolo.
Distaccarsi dalla realtà, dal terreno della dura vita quotidiana, sorridere con gli occhi che quasi sentono veramente il vento contrario.
Tetti, strade, alberi visti da una nuova e sconosciuta prospettiva.
Quando volavo nei miei sogni era così, quando ho chiuso gli occhi lasciandomi trasportare dalla musica classica del pianoforte accompagnata dalle voci orientali, liriche orgogliose, di questi artisti sconosciuti e amatoriali, è andata così.
Attimi di felicità impagabile, unica eppure a portata di mano.
Potenza della musica, potenza della semplicità e della sua bellezza.
Ogni acuto soffiava come il vento e mi faceva alzare, raggiungere il tetto in parte scrostato dagli affreschi, sorpassando le pareti con finestrelle colorate e dipinti di vita religiosa.

Alla fine l'applauso è stato meritato e sincero.
Una serata diversa, non grassa, non dotta, in una bologna come l'avrei immaginata, della gente comune.

Ps: ho deciso questo topic, ispirato dal commento di m4rcu2.
Non sono mai positivo nei confronti dell'italia, non potrei esserlo, come spiegavo, perchè considero un paese non solo una cartolina, bellissima nel caso dell'italia, ma anche come un contenitore, di persone, sentimenti, caratteristiche, tradizioni, servizi.
Sono iper critico con questo 'contenitore' eppure in questa serata bolognese vorrei riportare le parole del frate che ha introdotto il piccolo concerto di musica lirica, che sono state più o meno queste: "...siamo sempre a pensare male dell'italia (noi italiani) eppure dovremmo riflettere anche in positivo. Pensare che ci sono persone che sono nate in altri paesi lontani (il giappone) che si appassionato alla musica (lirica) che decidono di imparare la nostra lingua per seguire quella passione. Questo dovrebbe farci capire che l'italia è anche qualcosa di positivo..."

3 commenti:

  1. non sono mai stato "citato" in un blog.. che dire, stasera mi mandi a dormire con un sorrisone! :) sciao

    M

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  2. preparati a firmare autografi ed ad essere invitato da mariazdefilippiz e alle serate in discoteca ;)

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