giovedì 30 dicembre 2010

Epitaffio all'italia (e non solo)

Vivo permanentemente all'estero da circa quattro anni, da altri 6/7 lo facevo saltuariamente, cercando le condizioni per allontanarmi dal paese che sui documenti mi rappresenta.
Sono andato via per tante ragioni, stanco del decadimento morale che vedevo con i miei occhi, stufo del precariato, anche emotivo, che sentivo attorno a me, ma soprattutto spaventato dalla serpeggiante mancanza di democrazia che respiravo.
Quando ne parlavo con qualcuno ero considerato un matto, molto raramente ero capito.
Per fortuna la mia famiglia fa parte della minoranza che ha supportato la mia scelta, insieme a pochi cari amici.

Oggi leggo due documenti, una lettera sul corriere, che per abitudine (e non per vicinanza di idee, nè per rispetto) leggo ancora, l'altra un resoconto sugli indici di democraticità mondiale nel 2010.
L'immagine dell'italia è terribile, ma volendo, secondo la mia opinione, anche meno della realtà.
Ai miei occhi il paese è ormai collassato, morto e già in putrefazione.
Si regge in piedi come uno zombie, non come un vivente.

Se addirittura un media, come il corriere, riconosce i suoi errori, dopo aver lasciato che la morte dell'italia avvenisse attraverso il suo silenzio e la costante disinformazione o peggio propaganda per il sistema politico, significa che non c'è piu' niente da fare:

"Chi dovrebbe parlare resta in silenzio. Resta in silenzio il discorso pubblico della società italiana su se stessa, consegnato ad una miseria che diviene ogni giorno meno sopportabile. Ma soprattutto resta in silenzio la politica, divisa tra lo sciropposo ottimismo di Berlusconi, il suo patetico «ghe pensi mi» da un lato, e la vacuità dei suoi oppositori dall'altro. Bersani, La Russa, Bossi, Fini, Bondi, Vendola, Verdini, Di Pietro, Casini, e chi più ne ha più ne metta credono di parlare al Paese con le loro dichiarazioni, le loro interviste, i loro attacchi a questo o a quello, i loro progetti di alleanze, di controalleanze e di governi: non sanno che in realtà se ne stanno guadagnando solo un disprezzo crescente, ne stanno solo accrescendo la distanza dal loro traballante palcoscenico. Sempre più, infatti, la loro produzione quotidiana di parole suona eguale a se stessa: ripetitiva, irreale, ridicola. Mai una volta che uno di essi proponga al Paese una soluzione concreta per qualche problema concreto: chessò, come eliminare la spazzatura a Napoli, come attrarre investimenti esteri in Italia, come finire la Salerno-Reggio Calabria prima del 3000, come iniziare a risanare il debito pubblico. Mai: anche se a loro scusante va detto che nel solcare quotidianamente l'oceano del nulla sono aiutati da un sistema dell'informazione anch'esso perlopiù perduto dietro la chiacchiera, il «retroscena», il titolo orribilmente confidenziale su «Tonino» o «Gianfri», il mortifero articolo di «costume».

Se anche dietro un report mondiale redatto per conto dell'economist, l'italia merita una menzione particolare:
"In 13 countries there was a change in regime type between 2008 and 2010; in 11 of these
there was regression. France, Italy, Greece and Slovenia dropped from the category of full
democracies to flawed democracies."
...
Cosa fare? Quanto accaduto settimane fa, con le proteste, anche violente, potrebbe essere l'unica soluzione.
Non saranno i partiti politici a cambiare in meglio, non sarà l'economia malata e dopata a favorire una crescita, non saranno i media a spronare le coscienze della popolazione.
La reazione, il seppellimento del cadavere del paese deve avvenire da parte dei cittadini, quei tantissimi, onesti, sani, indignati, che restano ancora a popolare il 'belpaese'.
Facciamo una rivoluzione, anche violenta, senza aiuto di CIA o altre 'intelligence' come durante la seconda guerra mondiale dove abbiamo sostituito una dittatura con una nuova mascherata da falsa democrazia e benessere.

Infine voglio commentare il paese dove vivo ora, la rep Ceca.
Ben posizionata, se si considera il recente passato, in ogni classifica mondiale sugli standard positivi di vita, supportata da dati economici e trendi positivi.
La recente 'democrazia' che i cechi credono di respirare è solo fittizia, cari miei.
Presto si leverà la maschera, scoprendo i denti acuminati al posto di quel falso sorriso che ostenta ora.
Quando si completerà il processo economico che spinge tutti nella frenetica corsa al consumismo, anche grazie all'indebitamento delle famiglie, quanto succede ora in italia, si rivivrà anche qui.
A quel tempo saro' già andato via dalla rep ceca, per lo stesso motivo per cui ho lasciato l'italia.

Il decadimento si vede già da ora, seppur fievole.
Quando dietro l'idea che tutto si puo' comprare, anche la dignità, i cechi svenderanno la propria anima al dio denaro, al liberismo economico, sarà la morte anche di questo paese.
Non ci sono speranze, l'unica è distruggere il cancro mondiale, il sistema capitalistico moderno, che prevede il profitto come unico obiettivo finale, non importa come raggiungerlo.
Distruggere una foresta o inquinare il mare con tonnellate di petrolio sversate, sfruttare lavoro minorile o precario, strozzare le economie locali con forme di ricatto sociali e politiche, armare eserciti per conquistare nuovi mercati, foraggiare governi compiacenti e disposti a nascondere ogni verità scomoda, trasmettere ininterrottamente informazioni false...
Queste sono le loro armi.

Ecco a chi chiedere spiegazioni sullo stato di salute del pianeta e dei suoi abitanti.

My (poor) two cents

Parola del giorno: šťastný nový rok - buon anno nuovo

7 commenti:

  1. uhhhh. Qui avrei tanto da dire.
    Post bello e sono d'accordo.
    Ci aggiungerei al quadro due/tre generazioni di irlandesi indebitatesi per i prossimi 40 anni con mutui assurdi per ville che ora diventeranno prigioni.
    L'Irlanda e' l'esempio del capitalismo sfrenato che ti si rivolta contro, come dici nel post.

    Faccio un piccolo appunto. La Rep. Ceka e' gia' da un 7/8 anni che ha cominciato a svendersi. C'e' una puntata di Report o di Iacona (non ricordo) ambientata a praga dove si parla dell'industria del porno. Nulla di scandaloso, se non fosse che le ragazze facevano porno perche' "Questo e' l'unico modo di fare soldi in rep. Ceka". E poi si potevano comprare le macchine, i telefonini, ecc. Sicuramente Brno, essendo piu' rurale, e' diversa in questo.
    Mamma mia..... Quella puntata mi lascio' sconvolto, ma oggi ho capito che non c'e' differenza tra prostituirsi o farsi un mutuo per 40 anni.

    Ti auguro felice anno nuovo con lo status di un mio caro amico su Facebook:
    "Guardando le foto dei locali delle varie serate natalizie mi accorgo che devi avere dei requisiti fondamentali x andarci:
    - aver fatto almeno 7/8 lampade abbronzanti
    - camicia aperta e pashmina al collo
    -avere sempre un bicchiere in una mano e cellulare ultimo modello nell'altra
    -pavoneggiarsi
    ...sembrano tutti uguali usciti da uno stampino . . . CHE TRISTEZZA ! ! !"


    Bacco1977

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  2. bacco, credo che l'industria del porno esista perchè le leggi ceche non prevedono alcun reato per la prostituzione 'legalizzata'.
    esistono i bordelli, come nella cristianissima austria.

    Ogni paese ed ogni politico si svende.
    Un altro esempio è il 'radar' che gli u$a vorrebbero qui, la polonia l'ha già accettato.

    La prostituzione è un problema minore, secondo me molto minore che in italia.
    Ti posso dire che mi fanno vomitare delle 'pubblicita' che trovi qui, anche in centro, dove alle ragazze si offrono esplicitamente soldi, per lavorare in 'clubs'...ho fatto delle foto ed è disgustoso, ma è alla luce del giorno.
    Libera di fare le proprie scelte, qui tante ragazze lavorano e studiano, mantenendosi, con lavori onesti e pagati una miseria.

    Per tornare alla morte dell'italia, per me è stato il piano marshall, l'esercito di 'liberazione', che oggi vediamo anche in iraq e afghanistan.
    Abbiamo firmato un patto con il diavolo americano.
    Non abbiamo ricorstruito con le nostre forze, abbiamo accettato la cioccolata a mani tese, senza porci il problema che chi l'offriva voleva molto di piu' in cambio...
    L'hanno fatto tutti i paesi 'occidentali'.
    Avevo un poco di fiducia nei paesi scandinavi e nordici, che per decenni hanno resistito con la socialdemocrazia al capitalismo sfrenato.
    Per me era l'alternativa possibile, ma credo che anche li il modello sia decaduto, se anche la piccola islanda è andata in bancarotta, se anche in svezia la destra estrema sale alla ribalta grazie allo spauracchio dell'invasione islamica.

    per finire il capodanno a brno?
    quest'anno forse provo a trascorrerlo anche io in qualche locale.
    Da quello che so l'ingresso nel miglior club, invece di 50czk (2€) costera' 100czk (4 €),sono sicuro ci sara' molta gente in scarponi da trekking, jeans, maglietta senza brand ;)

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  3. ecco un esempio palese, lampante, della dittatura:

    "I fratelli Moratti non dissimulano il fastidio per le critiche. Dapprima si sono impegnati tramite il proprio ufficio legale per impedire l’uscita di un documentario, “Oil” di Massimiliano Mazzotta, che racconta dell’inquinamento prodotto dalla Saras, la raffineria di famiglia, in Sardegna. L’autore fu querelato per diffamazione con richiesta di sequestro del film. Perfino i festival di documentari (ne ho avuto prova diretta in Liguria) ricevettero lettere dagli avvocati che ne sconsigliavano la proiezione. Oggi quel documentario, dopo essere stato trasmesso da Current Tv, è visibile in rete:
    http://www.youtube.com/watch?v=z_yCLxQN3p4

    Non paghi, a metà dicembre i fratelli petrolieri hanno emesso un comunicato stampa per diffidare “i media” dal dare spazio a un libro che li critica: “Nel Paese dei Moratti” di Giorgio Meletti (Chiarelettere), che tratta il tema della sicurezza sul lavoro nella Saras.
    http://www.youtube.com/watch?v=2lRXbFMkYUI&feature=player_embedded
    Nell’intimare ai media di non parlare di un libro sgradito, tuttavia, i fratelli Moratti fanno registrare un salto di qualità nella censura, manifestando la volontà di condizionare, addirittura in modo preventivo, la libertà del dissenso e la circolazione delle opinioni. La pretesa di censura preventiva attraverso la minaccia di querele (e annessi risarcimenti per danni) colpisce perché è una dimostrazione di pura arroganza, tipica della cultura berlusconiana....In democrazia non ci sono santuari inviolabili dalle inchieste giornalistiche e alle critiche non si risponde con le minacce...

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  4. dei moratti lo sappiamo da tempo.


    L'occidente e' caduto tutto.
    Bisogna riazzerare.
    Tutte le nazioni devono dichiarare default, garantire solo i depositi e ricominciare con societa' nuove.

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  5. Io sono d'accordo su tutto, meno che sulla violenza.
    Non che tu sia a favore.

    Intendo dire,
    ma dove vogliono andare quelli che alle manifestazioni per la pace, per protestare contro la riforma g€lmini hanno rotto vetrine, imbrattato mura?
    Non ci credo che sono provocatori messi li per turbare un pacifico corteo.
    Sono teste di cazzo che fanno parte attiva del movimento, quando non hanno il passamontagna.

    Molti sono dei ragazzini che chi sa cosa credono, alcuni li conosco.

    La società è fatta di questi, è fatta dai caporaletti che al liceo ed all'università se li coltivano a mo di gregge e poi li mandano alle manifestazioni.
    Caporaletti che poi vanno in politica.
    E' fatta di persone che si dichiarano di sinistra (non che ci sian da ridere a sinistra!) ma poi "siccome uno mi deve fare un piacere voto quell'altro candidato".

    La discussione è lunga e complicata.
    Come ho già detto, io ho in mente le mie risposte, ho in mente le mie colpe ed in cuor mio sento di stare provvedendo.

    Altro problema centrale, forse i problema vero (riguardo alla realtà Italiana, della Rep. Ceca e dell'Irlanda non so) è che il problema vero (scusate il gioco di parole) è cambiare il cellulare ogni mese e mezzo (poi magari fai le ricariche di 5€ ma il cell ne costa 500), fare le lampade che senza non si vive.
    Avere la macchina nuova e tenerla pulita sempre che altrimenti la vita non può esistere (poi magari metti i 10€ di benzina e la tieni ferma a svalutare cn sommo gaudio di chi te la vende e te l'assicura).

    Questi sono i problemi veri.

    Pane et circ...qualcosa non ricordo :P, mi pare dicesse qualcuno.
    Delle altre questioni...ci sono quelli più intelligenti di noi che ci vogliono bene. e si preoccupano a curarsene.

    Lo schifo di essere contenti:

    http://www.youtube.com/watch?v=v7LvoPFHes4

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  6. dici bene sul discorso consumismo sfrenato - bisogno di apparire.
    questo ha distrutto ogni buona morale, ogni animo.
    Se tutto è giustifcato, non si arriva a nessun limite.
    Se davanti ad un bivio si sceglie sempre per la via piu' conveniente (soprattutto per giustificarsi davanti agli altri) ci si spersonalizza, diventando un semplice meccanismo della grande ruota.

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  7. Non è che io sono una suora di clausura.
    Compro e consumo.

    Però un conto è comprare una cosa che ti serve, e se lo puoi fare, comprare una cosa di qualità utilizzarla e cambiarla quando in effetti va fatto.
    Ed un altra cosa è comprare una cosa che non ti serve, pagando un prezzo assurdo, per poi cambiarla a breve comprando un altra cosa inutile a breve.

    Il cellulare e la macchina, basta guardarsi in giro, sono due esempi lampanti.

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