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Destinazione Balkani!
Il racconto di questo viaggio inizia da un compartimento di un treno, in direzione Trieste, una città di confine, in cui ho trascorso quasi un anno della mia vita, facendoci il militare, qualcosa come 15 anni fa.
I miei pensieri iniziano a raccogliersi ed a farsi più nitidi, aiutandomi a trascorrere le ore di viaggio. Dopo Venezia i luoghi giuliani si avvicinano e ritorno a familiarizzare con loro, Latisana, Monfalcone ed il suo porto, i primi scorci di alto mare adriatico che riflettono i raggi di un sole che inizia a scaldarsi ed a scaldare.
Poi le rocce carsiche, inconfondibili per chi le conosce, il castello di Miramare e la sua pineta e finalmente la città di arrivo ed anche di partenza di questo viaggio. Trieste. Ponte verso una terra e cultura che qualcosa come venti anni fa rappresentava paura, diversità, povertà, mancanza di libertà, per noi che credevamo di vivere in democrazia. Invece questa zona d’italia era l’esempio di come le barriere ed i confini non servano a nulla e non possono fermare l’integrazione.
Mitteleuropa, era una parola che imparai a conoscere a Trieste ed ho capito ancora meglio viaggiando e vivendo in Rep ceca. Europa centrale. Un mix di impero austro-ungarico con le popolazioni slave, e reminescenze di influenza mediterranea ed ottomana. Solo trascorrendoci del tempo, guardandosi attorno, parlando con la gente si può godere appieno della bellezza dei balkani e della mittleuropa.
Dopo essere sceso dal treno, passeggio un poco per la città, non ho molto tempo a disposizione, voglio raggiungere Ljubljana in slovenia e non intendo farlo in modo semplice, con il bus diretto. Voglio arrivare a Villa Opicina, ultimo avamposto prima del confine, da lì attraversare il confine e raggiungere il primo paese in slovenia, sesana, per prendere il treno fino alla capitale.
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Dopo poco più di un’ora in treno, tra boschi, laghetti e la neve dei monti sloveni, sono a Ljubljana, cerco la strada per l’ostello, mi faccio una doccia veloce e scappo in centro, avevo capito che si trattava di una bella città e non volevo perdermela. Non sbaglio, Ljubljana è davvero molto carina! Ha un aspetto austriaco, tutto in ordine, funzionante, ben tenuto.
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Il giorno dopo mi aspetta una stupenda giornata di sole e la scoperta del castello e di altre zone. Mi incammino a piedi sulla cima della collina, tra fiori che emanano profumi primaverili, non vedo l’ora di raggiungere le mura. Ho la bella sorpresa di scoprire che l’ingresso è libero, visito le vecchie prigioni e le torri, c’è anche un collegamento wifi libero, come in tutta la città. PROGRESSO che in italia è ancora molto lontano…
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Un lungo porticato che costeggia il fiume ospita numerosi piccoli bar ed esercizi commerciali, pieni di gente che si gode il sole ed il tempo libero, mangiando, bevendo, chiacchierando. Dei chioschi mobili vendono pesce fritto, salsicce ed altre pietanze tipiche, mi viene l’acquolina in bocca ma resisto ancora un poco, voglio girare ancora, mentre le strade si riempiono sempre di più.
Alla fine, tra il mio vagabondare, noto una ‘pekara’ un panificio ed ordino il mio primo burek di questo viaggio. Il burek è una torta salata di origine ottomana popolarissima in tutti i balkani. La mia preferita è con il formaggio, l’originale è quella con carne tritata, altre varianti sono con le patate o gli spinaci.
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Trascorro il pomeriggio in centro, passeggiando tra i bar all’aperto, pieni di gente, facendo fotografie e prendendo un po’ di sole.
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In serata incontro Petra, una ragazza che mi ha contattato tramite couchsurfing, andiamo a bere qualcosa, mi racconta della sua vita, della situazione politica slovena, che ricorda quella italiana, parliamo di viaggi e di tanto altro, mentre beviamo qualche birra.
Il giorno dopo, sabato, si ha già la sensazione che il tempo stia cambiando, il cielo azzurro inizia a ricoprirsi di nuvole che sono sempre meno passeggere.
Preparo il mio zaino, il mio viaggio prosegue, direzione croazia e zagabria, ma prima di andare in stazione mi godo ancora una volta il mercatino in centro, la musica tradizionale, un paio di pizze preparate sul posto da un simpatico signore che impasta ed inforna innumerevoli pizze di grano nero e saraceno, condite con formaggio locale, erba cipollina o speck.
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E’ tempo di andare via, prendo un andata e ritorno per la capitale croata, mi costa circa 25€ e qui devo aprire una parentesi…
Ho con me una carta bancomat che sapevo non funzionare in alcuni paesi, ad esempio in albania e macedonia non potevo prelevare, prima di partire decido di prelevare un centinaio di €, pensando di prelevare ulteriormente a zagabria, prima di proseguire per la bosnia.
Il mio piano prevede di visitare Banja luka, Sarajevo e Mostar e magari di ritornare attraverso dubrovnik verso zagabria e trieste. Chiusa parentesi.
In treno osservo il paesaggio sloveno, al confine salgono gli sbirri e controllano i documenti e passaporti, sono con un nutrito gruppo di americani, quando passiamo in croazia, dopo il controllo ed i timbri ai passaporti, si nota subito la differenza d’ambiente. Ora sono nei balkani!
A zagabria mi incammino verso l’ostello che ho contattato nei giorni precedenti, è un po’ distante dal centro, potrei usare i tram ma decido di camminare per iniziare il contatto con la città. Mi fermo in uno sportello atm, inserisco la carta ed il codice. La transazione non può essere eseguita.
Provo con un’altra banca vicina. Stesso risultato. Hmmm inizio a pensare che la carta potrebbe non funzionare in qualsiasi paese fuori dall’unione europea, anche se la croazia ci entrerà tra pochi mesi, a giugno di quest’anno.
Comunque, sono in un bel casino, non ho soldi sufficienti a completare il giro previsto, ho appena 100€…!
In ostello spiego la mia situazione, ho poco contante, la mia carta non funge e chiedo se posso pagare fornendo solo il numero di una carta di credito, che però non possiedo con me al momento.
Per fortuna il Lounge funk hostel è gestito da una ragazza simpaticissima ed incredibilmente in gamba, Anja. E’ stata una backpacker e viaggiatrice per molti anni finchè ha deciso di aprire l’ostello e di ospitare ed accogliere lei stessa viaggiatori e backpackers. Quello che è anche il mio sogno…!
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Sono tifosi dell’hajduk split (spalato) venuto qui per assistere alla partita giocata la sera prima, tra croazia e serbia. Praticamente trascorro tutta la serata e notte con loro ed un gruppo di tedeschi. L’ostello è un tipico ‘party-hostel’, tanta gente in giro, un bar collegato, musica reggae, ska e funky che aiuta a creare una bella atmosfera.
Verso l’una di notte decido di uscire ed andare in centro, a piedi ci vogliono circa 20 minuti.
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Il mattino dopo è tutto bianco ed innevato! Faccio colazione e decido di uscire per vedere la città sotto la luce…del sole…(che non c’è). Viste le condizioni atmosferiche non vado molto lontano e ritorno in ostello, dove c’è tanta gente e si parla e ci si diverte con tutti. In serata incontrerò dei ragazzi di zagabria con cui ero in contatto qualche anno prima.
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Il giorno dopo sono ancora in partenza, destinazione bosnia, vado alla stazione dei bus, compro un andata e ritorno per Banja luka, spendendo qualcosa come 20€ (ormai mi rimane pochissimo per i restanti giorni). Il bus parte ad ora di pranzo, nel bel mezzo di una tempesta di neve e raggiunge la capitale della Republika Srbska di bosnia in circa 3 ore, compreso i tempi morti al confine, per il controllo dei documenti.
...Banja Luka, Sarajevo ed il resto del racconto, con ritorno in italia si possono leggere sul mio blog: BUDGET EURO TRIP
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