Tutto cominciò all'alba di un sabato 30 maggio, di tre anni fà.
Dopo una notte insonne e tormentata, trascorsa tra il dubbio e l'incertezza di chi lascia una prigione dorata per un futuro incerto.
La prigione dorata era rappresentata dalla mia 'vita' ad Innsbruck, dove avevo trovato un lavoro ben pagato, in una città perfetta per vivere.
In precedenza ero andato via dall'italia, anzi da milano, senza grossi patemi.
Lasciavo si la famiglia d'origine, ma poc'altro.
Pochi amici fidati.
Ma sia per gli amici che per la famiglia, sapevo che la distanza non logora i rapporti.
Poi ero andato via da dublino, anche li, senza rimpianti, anzi felice per la decisione.
Andare via da Innsbruck per arrivare in rep ceca, invece ha rappresentato una svolta.
A 35 anni, lasciare un paese dove tutto funziona, con una natura bellissima ed un lavoro stabile, non è stato facile.
Eppure ha scelto il cuore.
Ad Innsbruck oltre al lavoro ed alle bellezze naturali non avevo altro.
Mi sentivo solo, i rapporti interpersonali erano praticamente a zero.
Feci in fretta le valigie, salii sul primo treno per la Rep Ceca, telefonai a lavoro e diedi le dimissioni in questo modo.
Aveva scelto il cuore.
A Brno ho trovato amici che mi hanno accolto a braccia aperte, in particolare David, ospitandomi a casa sua per i primi giorni.
Poi mi ha accolto la città, facendomi trovare un lavoro, ben pagato, dove sono stato rispettato, capito, apprezzato e premiato.
Infine l'amore, con una ragazza stupenda, Jana, che solo uno come me poteva far andare in malora (ma questa è un'altra storia!).
Cosa si potrebbe richiedere di più?
Niente.
Brno è stata la mia città, moje mesto, la mia casa, muj domov, come è anche scritto sulla mia pelle.
Dopo 8 anni che frequento Brno, che la conosco, che vengo e riparto, so che c'è qualcosa che mi lega a questo posto, dopo 3 anni continui trascorsi qui vado via, ma so che è un arrivederci.
La città sta cambiando, i nuovi barbari la stanno conquistando, forse in futuro tornerò e non mi piacerà più, perchè lo spirito 'Brnensko' si sta diradando.
Così è la vita, to je zivot.
Tutto cambia e, soprattutto di questi tempi, tutto si compra.
Non mi faccio illusioni, anche Brno, la mia Brno, cambierà e passerà completamente nelle mani di chi non riesco a sopportare, di chi voglio combattere.
In me rimarrà sempre il ricordo dei tempi migliori, delle serate tra amici nei pub fumosi della periferia, a giocare a freccette o al calcetto con gli omini di legno dipinti a mano, a bere una birra che era della città e non di una multinazionale olandese, a parlare di un calcio che era per i tifosi e non delle televisioni, il divertimento nelle discoteche dove, quando sapevano che c'era un italiano, il dj metteva su una canzone di celentano, delle ragazze che mi sorridevano per strada, degli autobus notturni pieni di gente allegra, delle gite nei paesini vicini con una vecchia skoda con tappezzeria leopardata, di persone appena conosciute, che mi portavano a casa, per far vedere ai parenti che un italiano viveva a Brno, dei gelati delle marche russe e dai gusti discutibili, dei negozietti che vendevano l'indispensabile, dei natali a scambiarsi regali tipo uno shampoo o la crema per radersi la barba, dei capodanni festeggiati in piccole case in enormi condomini, tanta gente e tanto alcool versato anche sulla moquette in sala, dell'ospitalità di tutti i cechi che ho conosciuto, del cibo genuino che mi è stato fatto assaggiare, delle sbronze tremende, della goliardia morava, dei freddi inverni interminabili e dalle dolci estati trascorse in riva ad un lago.
La mia cara Brno...
A presto! Uvidime se v Brzo!
Dopo una notte insonne e tormentata, trascorsa tra il dubbio e l'incertezza di chi lascia una prigione dorata per un futuro incerto.
La prigione dorata era rappresentata dalla mia 'vita' ad Innsbruck, dove avevo trovato un lavoro ben pagato, in una città perfetta per vivere.
In precedenza ero andato via dall'italia, anzi da milano, senza grossi patemi.
Lasciavo si la famiglia d'origine, ma poc'altro.
Pochi amici fidati.
Ma sia per gli amici che per la famiglia, sapevo che la distanza non logora i rapporti.
Poi ero andato via da dublino, anche li, senza rimpianti, anzi felice per la decisione.
Andare via da Innsbruck per arrivare in rep ceca, invece ha rappresentato una svolta.
A 35 anni, lasciare un paese dove tutto funziona, con una natura bellissima ed un lavoro stabile, non è stato facile.
Eppure ha scelto il cuore.
Ad Innsbruck oltre al lavoro ed alle bellezze naturali non avevo altro.
Mi sentivo solo, i rapporti interpersonali erano praticamente a zero.
Feci in fretta le valigie, salii sul primo treno per la Rep Ceca, telefonai a lavoro e diedi le dimissioni in questo modo.
Aveva scelto il cuore.
A Brno ho trovato amici che mi hanno accolto a braccia aperte, in particolare David, ospitandomi a casa sua per i primi giorni.
Poi mi ha accolto la città, facendomi trovare un lavoro, ben pagato, dove sono stato rispettato, capito, apprezzato e premiato.
Infine l'amore, con una ragazza stupenda, Jana, che solo uno come me poteva far andare in malora (ma questa è un'altra storia!).
Cosa si potrebbe richiedere di più?
Niente.
Brno è stata la mia città, moje mesto, la mia casa, muj domov, come è anche scritto sulla mia pelle.
Dopo 8 anni che frequento Brno, che la conosco, che vengo e riparto, so che c'è qualcosa che mi lega a questo posto, dopo 3 anni continui trascorsi qui vado via, ma so che è un arrivederci.
La città sta cambiando, i nuovi barbari la stanno conquistando, forse in futuro tornerò e non mi piacerà più, perchè lo spirito 'Brnensko' si sta diradando.
Così è la vita, to je zivot.
Tutto cambia e, soprattutto di questi tempi, tutto si compra.
Non mi faccio illusioni, anche Brno, la mia Brno, cambierà e passerà completamente nelle mani di chi non riesco a sopportare, di chi voglio combattere.
In me rimarrà sempre il ricordo dei tempi migliori, delle serate tra amici nei pub fumosi della periferia, a giocare a freccette o al calcetto con gli omini di legno dipinti a mano, a bere una birra che era della città e non di una multinazionale olandese, a parlare di un calcio che era per i tifosi e non delle televisioni, il divertimento nelle discoteche dove, quando sapevano che c'era un italiano, il dj metteva su una canzone di celentano, delle ragazze che mi sorridevano per strada, degli autobus notturni pieni di gente allegra, delle gite nei paesini vicini con una vecchia skoda con tappezzeria leopardata, di persone appena conosciute, che mi portavano a casa, per far vedere ai parenti che un italiano viveva a Brno, dei gelati delle marche russe e dai gusti discutibili, dei negozietti che vendevano l'indispensabile, dei natali a scambiarsi regali tipo uno shampoo o la crema per radersi la barba, dei capodanni festeggiati in piccole case in enormi condomini, tanta gente e tanto alcool versato anche sulla moquette in sala, dell'ospitalità di tutti i cechi che ho conosciuto, del cibo genuino che mi è stato fatto assaggiare, delle sbronze tremende, della goliardia morava, dei freddi inverni interminabili e dalle dolci estati trascorse in riva ad un lago.
La mia cara Brno...
A presto! Uvidime se v Brzo!