giovedì 30 dicembre 2010
Epitaffio all'italia (e non solo)
Sono andato via per tante ragioni, stanco del decadimento morale che vedevo con i miei occhi, stufo del precariato, anche emotivo, che sentivo attorno a me, ma soprattutto spaventato dalla serpeggiante mancanza di democrazia che respiravo.
Quando ne parlavo con qualcuno ero considerato un matto, molto raramente ero capito.
Per fortuna la mia famiglia fa parte della minoranza che ha supportato la mia scelta, insieme a pochi cari amici.
Oggi leggo due documenti, una lettera sul corriere, che per abitudine (e non per vicinanza di idee, nè per rispetto) leggo ancora, l'altra un resoconto sugli indici di democraticità mondiale nel 2010.
L'immagine dell'italia è terribile, ma volendo, secondo la mia opinione, anche meno della realtà.
Ai miei occhi il paese è ormai collassato, morto e già in putrefazione.
Si regge in piedi come uno zombie, non come un vivente.
Se addirittura un media, come il corriere, riconosce i suoi errori, dopo aver lasciato che la morte dell'italia avvenisse attraverso il suo silenzio e la costante disinformazione o peggio propaganda per il sistema politico, significa che non c'è piu' niente da fare:
"Chi dovrebbe parlare resta in silenzio. Resta in silenzio il discorso pubblico della società italiana su se stessa, consegnato ad una miseria che diviene ogni giorno meno sopportabile. Ma soprattutto resta in silenzio la politica, divisa tra lo sciropposo ottimismo di Berlusconi, il suo patetico «ghe pensi mi» da un lato, e la vacuità dei suoi oppositori dall'altro. Bersani, La Russa, Bossi, Fini, Bondi, Vendola, Verdini, Di Pietro, Casini, e chi più ne ha più ne metta credono di parlare al Paese con le loro dichiarazioni, le loro interviste, i loro attacchi a questo o a quello, i loro progetti di alleanze, di controalleanze e di governi: non sanno che in realtà se ne stanno guadagnando solo un disprezzo crescente, ne stanno solo accrescendo la distanza dal loro traballante palcoscenico. Sempre più, infatti, la loro produzione quotidiana di parole suona eguale a se stessa: ripetitiva, irreale, ridicola. Mai una volta che uno di essi proponga al Paese una soluzione concreta per qualche problema concreto: chessò, come eliminare la spazzatura a Napoli, come attrarre investimenti esteri in Italia, come finire la Salerno-Reggio Calabria prima del 3000, come iniziare a risanare il debito pubblico. Mai: anche se a loro scusante va detto che nel solcare quotidianamente l'oceano del nulla sono aiutati da un sistema dell'informazione anch'esso perlopiù perduto dietro la chiacchiera, il «retroscena», il titolo orribilmente confidenziale su «Tonino» o «Gianfri», il mortifero articolo di «costume».
Se anche dietro un report mondiale redatto per conto dell'economist, l'italia merita una menzione particolare:
"In 13 countries there was a change in regime type between 2008 and 2010; in 11 of these
there was regression. France, Italy, Greece and Slovenia dropped from the category of full
democracies to flawed democracies."
...
Cosa fare? Quanto accaduto settimane fa, con le proteste, anche violente, potrebbe essere l'unica soluzione.
Non saranno i partiti politici a cambiare in meglio, non sarà l'economia malata e dopata a favorire una crescita, non saranno i media a spronare le coscienze della popolazione.
La reazione, il seppellimento del cadavere del paese deve avvenire da parte dei cittadini, quei tantissimi, onesti, sani, indignati, che restano ancora a popolare il 'belpaese'.
Facciamo una rivoluzione, anche violenta, senza aiuto di CIA o altre 'intelligence' come durante la seconda guerra mondiale dove abbiamo sostituito una dittatura con una nuova mascherata da falsa democrazia e benessere.
Infine voglio commentare il paese dove vivo ora, la rep Ceca.
Ben posizionata, se si considera il recente passato, in ogni classifica mondiale sugli standard positivi di vita, supportata da dati economici e trendi positivi.
La recente 'democrazia' che i cechi credono di respirare è solo fittizia, cari miei.
Presto si leverà la maschera, scoprendo i denti acuminati al posto di quel falso sorriso che ostenta ora.
Quando si completerà il processo economico che spinge tutti nella frenetica corsa al consumismo, anche grazie all'indebitamento delle famiglie, quanto succede ora in italia, si rivivrà anche qui.
A quel tempo saro' già andato via dalla rep ceca, per lo stesso motivo per cui ho lasciato l'italia.
Il decadimento si vede già da ora, seppur fievole.
Quando dietro l'idea che tutto si puo' comprare, anche la dignità, i cechi svenderanno la propria anima al dio denaro, al liberismo economico, sarà la morte anche di questo paese.
Non ci sono speranze, l'unica è distruggere il cancro mondiale, il sistema capitalistico moderno, che prevede il profitto come unico obiettivo finale, non importa come raggiungerlo.
Distruggere una foresta o inquinare il mare con tonnellate di petrolio sversate, sfruttare lavoro minorile o precario, strozzare le economie locali con forme di ricatto sociali e politiche, armare eserciti per conquistare nuovi mercati, foraggiare governi compiacenti e disposti a nascondere ogni verità scomoda, trasmettere ininterrottamente informazioni false...
Queste sono le loro armi.
Ecco a chi chiedere spiegazioni sullo stato di salute del pianeta e dei suoi abitanti.
My (poor) two cents
Parola del giorno: šťastný nový rok - buon anno nuovo
mercoledì 29 dicembre 2010
La Traviata a Brno
Ieri sera mi sono dato ad una serata diversa, di cultura, andando a teatro (a vedere la Traviata di Verdi).
Cosa che in italia avevo fatto raramente, mi piaceva il teatro d’avanguardia, difficile ma che lasciava il segno oppure i classici, di prosa.
Sicuramente andare a teatro non è facile, difficile trovare qualcuno con cui andarci.
Quando lavoravo in tnt, l’ufficio del cral aziendale aveva biglietti gratuiti per il teatro, che nessuno voleva, in quei due anni almeno una volta al mese avevo l’opportunità di andarci, gratuitamente e portare una persona con me.
Ricordo di esserci andato al massimo cinque volte, una volta anche da solo.
Nemmeno come scusa per invitare una ragazza funzionava...
Ok, tornando al presente, da quando frequento Brno, sono andato già piu’ volte, invitato, io, dalle ragazze anche in passato.
Ho visto spettacoli in ceco, che chiaramente non ho capito, ma ho assistito con piacere, musical, uno spettacolo di teatro sperimentale, un balletto e ieri anche l’opera.
Speravo di capirla di piu’, invece era difficile cogliere il senso delle parole, non ho un paragone con delle precedenti esperienze, quindi non posso giudicare se dipendeva dalla scarsa pronuncia degli attori chiaramente non italiani.
Per i ‘locali’ c’erano i ‘sottotitoli’ in verità si dovrebbe dire i sopratitoli, visto che erano posti in alto, sopra la scena.
Non l’unica curiosità della serata.
Intanto è spettacolare come i cechi, che di solito pongono poca attenzione sull’aspetto esteriore e cura per il vestirsi, quando vanno a teatro, si vestono di tutto punto.
Nessuna sorpresa, chiaramente, ma il bello è vedere persone che arrivano con abiti ordinari e cambiarsi nella hall del teatro.
Ieri è capitato a Jana, di improvvisare uno strip davanti agli occhi non-curanti, ma non era la sola.
Cambio di scarpe, abiti, calze.
A tutto questo c’è una spiegazione, ieri c’erano almeno 5 gradi sotto lo zero e neve, quindi presentarsi a teatro in tacchi e in vestiti da sera non è semplice, se non impossibile, per questo i cechi, che non hanno grossi complessi, si cambiano e spogliano liberamente.
Uno spettacolo, nello spettacolo! :-)
Non è che io fossi elegante, anzi, con le mie doc martens e jeans...ma compensavo con una camicia,giacca e cravatta, portate con lo stile mediterraneo che rende tutto piu’ bello ;)
Comunque c’erano anche tante persone in abiti semplici e questo contrasto era piacevole e simpatico da notare.
Cosa dire sull’opera di Verdi?
Come dicevo ho capito poco il testo, ma per il resto le scene mi sembravano ben curate, la musica dell’orchestra di buon livello, la voce femminile di Violetta, la protagonista, era bella, anche quella del protagonista maschile, Alfredo.
Una serata gradevole.
Il teatro, pur essendo uno dei piu’ importanti della città, è molto semplice e spartano, non c’è molta atmosfera, forse l’acustica non è delle migliori, a mio giudizio.
Per informazioni, prenotazioni e prezzi, cliccare qui.
Parola del giorno: la Traviata
martedì 21 dicembre 2010
Coraggio, onestà, capacità, Jody McIntyre un VERO rivoluzionario
Una persona 'disabile', Jody McIntyre, abilissimo a rispondere, con razionalità, con precisione, con orgoglio, alle violenze subite prima dalla polizia, poi alle provocazioni del giornalista.
Un RIVOLUZIONARIO, come lui stesso si definisce, ed è.
Una persona che non abbassa la testa, davanti agli abusi, una persona capace di lottare per i propri diritti.
Vorrei che tanti che conosco potessero capire le parole di questo giovane coraggioso.
Un insegnamento per tutti.
Per il potere, per i potenti, che ho la presunzione di combattere, perchè sappiano che non siamo facili da distruggere.
Finchè ci saranno persone come questo ragazzo, potete arrestarci, sbatterci a terra, picchiarci, accusarci tramite i media servi dello stato...
Ma la protesta continua finchè ci sarà questa dittatura di pochi potenti contro tanti uomini liberi!
Ma l'insegnamento è anche a tanti 'ribelli', giovani e meno, che credono di essere antagonisti, 'anti'...ma solo nei loro castelli di sabbia, nelle loro menti piccole e bucate.
Grazie a loro, chi dicono di sconfiggere, è ancora più saldo al potere.
Impariamo tutti da Jody McIntyre, un VERO RIVOLUZIONARIO!
"...you were described as a ...radical, ...you want to build revolutionary movement at that can only happen through direct action on the streets...do you classify yourself as revolutionary?"
"I dont classify myself as anything, but I think we all have the right to fight against what the government did...!"
Diventa un EROE, quando alle infamie e provocazioni del giornalaio, risponde cosi'...
...This all lying of arguments is absolutely ridicolous, because you are blaming the victims of violence, for that violence, in fact it reminds me a lot the way the bbc reports on palestinian conflict...
mi scuso della pessima traduzione, spero rimanga il concetto.
sabato 18 dicembre 2010
Barba e capelli
Operazione facile per chiunque, ma non per me e per chi non conosce la lingua del posto dove vive.
Intanto non ero più abituato ad andare dal barbiere o parrucchiere.
Da una quindicina d'anni mi sono arrangiato da solo, con una macchinetta elettrica, per rasarmi i capelli autonomamente.
Due settimane fa la macchinetta a deciso di non funzionare più, ma soprattutto, dietro 'suggerimento' di una persona ho iniziato a far crescere i capelli.
Che poi non è facile per uno come me, mi sentirei un pò come lucio battisti.
Andare dal barbiere, mi fa venire in mente tanti ricordi.
Quando vivevo ancora nella bella Pozzuoli ed il barbiere si sceglieva quasi come il medico di famiglia, ci andava mio nonno, mio padre e portavano anche me.
Che poi da piccolo ti mettevano su un cavalluccio, per non farti fare capricci e poi quel lenzuolo che chissà a quante persone avrà cinto il collo, così stretto.
Quella sensazione spiacevole che si provava a sentire dei peli a contatto con la schiena, anche se si veniva spazzolati prima che fosse tutto finito.
E poi l'attesa, tra riviste storiche come l'intrepido, il guerin sportivo, qualche fumetto porno e quotidiani.
Quando andai a vivere a milano, mi accorsi di una grande differenza.
Se nel sud recarsi dal barbiere era una consuetudine, al nord iniziò a diventare un lusso.
Barba e capelli tanto in voga il sabato pomeriggio, per potersi presentare la domenica in chiesa, al meglio, non li vedevo più come riti collettivi.
Se prima potevo pagare 5/6 mila lire vivendo nel ricco nord la spesa come minimo raddoppiava.
Non potendo permettermelo, cercavo di far conciliare il taglio di capelli con i miei viaggi al sud.
Come se andassi a trovare parenti ed amici, regolarmente mi recavo dal barbiere, quello di famiglia, chiaramente.
Anche perchè sapevo di poter scambiare una chiacchiera, incontrare un amico...
Qualche volta, per arrangiarmi al meglio, mia madre cercava di dare qualche sforbiciata alla mia chioma.
Una volta combinai un bel casino...
Frequentavo una ragazza che per quanto bella non brillava certo per intelligenza e voglia di studiare, per cui lasciò gli studi per fare la parrucchiera.
Un giorno le chiesi di farmi un taglio, quando lei era ancora alle prime armi...ne venne fuori qualcosa di incredibilmente brutto ed impresentabile.
Era domenica sera ed io ero un mix tra un punk ed un mojcano, ma molto spettinato...
C'erano zone intere in cui si vedeva che il taglio era stato fatto malissimo e dovetti assentarmi da scuola per non venir deriso da tutti.
Da una quindicina d'anni, invece, ho imparato a rasarmi da solo, è comodo, economico, funzionale oltre ad essere stata una scelta di vita ed 'ideologica'...
Per questo, oltre che per le difficoltà linguistiche, non ero preparato ad andare da un 'kadernictivi' (barbiere), qui a Brno, ma visto che dovevo andare al party natalizio dell'azienda, chiedendo consiglio, ne ho provato uno ottimo.
Salon Josefina.
Che poi la prima curiosità, almeno per me, è che bisogna prenotarsi dal barbiere, mica come mi ricordavo io che entravo, chiedevo quanta gente c'era e mi accomodavo a sfogliare i giornali.
No!
Qui devi fare la 'reservace'.
In questo negozio si può fare online, scegliere ora e ragazza.
Il prezzo? ottimo, a me ha fatto pagare 90 czk (meno di 4€), visto che non avevo molto da tagliare, anche se normalmente è sui 150 czk (6€).
Si lascia sempre qualcosa di mancia.
Ecco come mi sono poi presentato al party aziendale... ;)
Parola del giorno: Kadernictvi - parrucchiere
mercoledì 15 dicembre 2010
Caro blog,
scusami se da tanto tempo non ti aggiorno, lo sai, ultimamente sono molto impegnato o forse semplicemente dico a me stesso, cercando di convincermi, che lo sono.
Tante volte, vedendoti li, avrei voluto aggiornarti eppure non l'ho fatto.
Vorrei quindi, ripercorrere con te le vicende che mi sono capitate nelle ultime settimane:
-Tempo libero, buon proseguimento degli allenamenti di boxe, con l'amico argentino Oscar, fare boxe in coppia è davvero meglio che farlo da solo, tirando al sacco, presi dall'euforia, facciamo programmi di andare a vedere incontri, comprare attrezzature più elaborate e così via...
-Amici, visita del buon Daniele, un caro amico conosciuto quando lavoravo in un centro commerciale, nel 2003 (credo); settimana da turista insieme ad un suo amico, in giro per Brno e dintorni (aspettavo un suo resoconto, ma vabbè... ;) ... )
-Salute, la troppa foga fa male! (ho detto foga, non altro!); durante un allenamento di boxe mi infortuno al pollice destro, dolore pazzesco, dimensioni del dito raddopiate e colore sul violaceo. La mia folgorante carriera di pugile della domenica, s'interrompe bruscamente
-Viaggi, con il buon Daniele, coincidentalmente, voliamo in italia, volo diretto Brno-Bergamo (figata!!!), dove trascorro 5 piacevoli giorni, con famiglia, amore, amici che non vedevo da tanto (tutti e tre)
-Meteo, prima neve dell'anno, in italia, giro tra Porto Ceresio, lago di lugano, como, milano.
-Lavoro, dopo le vacanze, dure settimane in ufficio :(
-Abitudini, decido di intraprendere un regime blandamente vegetariano, nessun fanatismo per i diritti animali (mi spiace non sono così una brava persona), lo faccio più per un motivo ambientalista (la quantitàdi CO2 emessa da una mucca supera quella di un auto)
-Estetica, doo quasi di 15 anni di capelli rasati con la macchinetta, da solo, decido sotto forti pressioni del mio amore, di farli crescere e mi vedo 'costretto' a visitare un barbiere, a Brno. Nuovo stile nella capigliatura
-Città di Brno, mercatini natalizi, bella atmosfera, vino caldo con rum per sopportare il freddo
-Estetica, nuovo tattoo
-Tempo libero, party natalizio aziendale, bella serata, bel locale, belle colleghe, ottimo cibo, non bevo alcoolici, nomination come miglior impiegato dell'anno ma non vinco
-Amore, problemi di comunicazione, risolti, poi riaperti, tristezza ma basta un suo sorriso per sentirmi sulla luna
-Amici, bella serata a Trebic dal caro amico ceco David, in compagnia di Spud (in attesa di un racconto più approfondito)
Ecco, mi pare, in breve di aver detto tutto, certo ci sarebbe molto altro, ma lo sai, sono molto impegnato, non ho molto tempo...
Parola del giorno: ne mam cas - non ho tempo
sabato 4 dicembre 2010
'Casa' mia
L'ha detto Col sorriso sulla bocca, il grosso ragazzone palestrato, che mi ha appena fatto il tattoo.
Già perchè non riusciva a capacitarsi che un italiano possa legarsi così tanto alla sua città.
Lo capiscono in pochi, in effetti.
Eppure è così.
Premettendo che non mi sento italiano ma semmai solo napoletano, io ho un feeling incredibile con Brno ed è per questo che ho deciso di tatuarmi una frase presa dall'inno nazionale ceco, adattandola alla città in cui vivo.
Non so per quanto tempo starò qui, probabilmente non a lungo, ma sicuramente non diventerò un 'sindromato', come mai ne ho incontrati qui.
Sindromato è una bella invenzione di un bravo blogger, lyndon, che ha dato tale epiteto agli italiani che si lamentano di dublino, come facevo io quando vivevo li.
Come non faccio ora che vivo qui.
La 'sindrome' è legata all'insoddisfazione ESTREMA nel vivere in un posto sbagliato.
Mi capitano diverse giornate negative, a Brno, cielo grigio, temperatura a -20, colleghi di lavoro poco simpatici, un litigio con la ragazza, ma MAI ho dato la colpa alla città.
Mai ho sentito qualche altro italiano o straniero che vive qui, farlo.
Chiarimento a parte, con il blog voglio ricordare la città conosciuta più di sei anni fà, e dedicare questo post a tutti i ragazzi di Brno, che in tutto questo tempo, mi hanno fatto compagnia con un sorriso, una pacca sulle spalle, una birra ed un brindisi, a chi con il suo amore mi ha riscaldato il cuore anche nelle giornate più fredde, a chi con la sua costante amicizia mi ha fatto sentire sempre come a casa.
Grazie, Alice e Pavel, David, Jaroslav, Jiri, Luda, Vaclav, Stanco, Lenka, Jana...e tanti tanti altri...
Parola del giorno: Kde domuv muj? Mesto Brno, domuv muj! - Dov'è la mia casa? Brno è la mia casa !
giovedì 2 dicembre 2010
Rep ceca vs Irlanda
Esprimo giudizi molto personali, criticabili facilmente, perchè sono una persona semplice e non uno dei tanti illustri professori che affollano la rete e che parlano solo in base a ponderate teorie ed analisi approfondite e inoppugnabili.
18 mesi dicevo, da ottobre 2008 ad aprile 2009 a dublino, da giugno 2009 ad ora in cechia, un intervallo di due mesi nella bellissima innsbruck tra le due destinazioni.
Dopo 6/7 mesi a dublino, avevo già deciso di andare da qualche altra parte, con l’arrivo dell’inverno mi sto ponendo dei dubbi anche qui, ma cerco di stringere i denti.
Se decidero’ di lasciare Brno sarà per una scelta di vita drastica, non per cercare ‘fortuna’ in qualche altro paese, ma di questo non voglio parlarne ora...
Allora, iniziamo...
Di solito si associa dublino all’irlanda, così come praga alla rep ceca, giusto o sbagliato, voglio partire da questo punto, diciamo turistico.
Dublino è una città bruttina, che si riduce alle visite nei pub ed alla guinness store factory, qualche attento turista visitirà il bel trinity college, il book of kells, magari una bella passeggiata nel parco cittadino piu’ grande d’europa.
Praga è una città ricca di arte, la visita al castello richiederebbe quasi un’intera giornata, chi è interessato in cultura e architettura rimarrà facilmente colpito dalla bellezza della piazza storica, dalle stradine nel centro.
Due diverse ‘atmosfere’; giovanile e godereccia la prima, romantica e ‘artistica’ la seconda.
Ho notato come molti vadano a dublino o in irlanda maggiormente informati, con il mito della birra, dell’irish breakfast, mentre sono facilmente impreparati alle abitudini ceche.
Nell’immagine di molti gli irlandesi sono simpatici, cordiali, disposti ad aiutare i turisti in difficoltà, a scambiare due chiacchiere nel pub, i cechi sono chiusi, riservati, burberi, scontrosi, poco educati.
Anche la lingua e l’approccio con la popolazione è diverso, il ceco non è una lingua conosciuta e facile da assimilare, l’inglese lo è ed è facile farsi capire e capire (sono stato molto leggero su questo argomento...mi è capitato di sentire anglofoni lamentarsi di non capire come parlano gli irlandesi...).
Passando all’analisi (personale) dei due paesi, mentre l’irlanda era povera ed è stata aiutata dall’europa, accettando l’€, ha avuto quasi due decadi di ricchezza, opulenza diffusa, salvo poi girare le spalle a chi l’ha aiutata, l’eu, durante il referendum per il trattato di lisbona, votando NO (spesso con slogan e propaganda semplicistica e quasi razzista, tipo ‘per salvare i lavoratori irish’ dopo che la città è stata letteralmente costruita con le braccia ‘polish’ e le menti di ‘italian’, ‘spanish’ e tantissimi europei e non che hanno lavorato li) ma cambiando idea dopo pochi mesi, coinvolti e travolti dalla recession...oggi credo che le notizie sullo stato dell’economia irlandese siano di pubblica conoscenza, ancora una volta mamma eu aiuterà la piccola e simpatica isola verde, terra di fate e gnomi.
La rep ceca viene da una brutale repressione, una dittatura crudele, quella russa, una povertà estrema e diffusa, che l’ha fatta vivere in uno dei periodi piu’ neri della sua storia, mentre in precedenza era uno degli stati piu’ ricchi e produttivi dell’europa.
Dopo la ‘libertà’ a piccoli passi l’occidente ha conquistato, colonizzato il paese, soprattutto praga è la fotocopia di una qualsiasi città tedesca, italiana, inglese...ma il paese mi sembra continui a tenersi stretta la sua identità.
La propria moneta, i propri usi e costumi, una politica quasi antieuropea (secondo qualcuno per risentimenti verso l’eu che non ha mai mosso un dito per difenderli dalle conquiste ed invasioni sia na.iste che bolsceviche...).
Da notare come il trattato di lisbona, qui sia stato votato favorevolmente dal popolo, ma non firmato dal presidente della republica, vaclav klaus, un economista e secondo qualcuno, uno dei pochi ad aver realmente letto e capito il trattato.
Altra differenza sta nella gestione dei rapporti con un vicino di casa.
Irlanda con Uk e irlanda del nord, simili ma nemici estremi, anni di lotte, bombe, repressione subita e ‘terrorismo’ esportato.
Rep ceca e Slovacchia, uniti, simili e poi divisi, senza alcun problema, senza alcuna tensione.
A margine se a dublino c’è il czech inn, pieno di gente che beve birra ceca, a Brno c’è un irish pub vuoto perchè nessuno spenderebbe 5 volte tanto per bere una birra che normalmente si puo’ avere per meno di 1€...
Ora passo ad analizzare piu’ in dettaglio la mia esperienza di vita nei due paesi.
Partendo dalla base, da fatti concreti.
Il lavoro e gli stipendi sono sicuramente diversi, ambienti informali e multiraziali/culturali in irlanda, piu’ dimessi ed austeri in cechia, stipendi incredibilmente esagerati da una parte, ponderati dall’altra.
Se a Dublino molta gente riceveva aumenti e promozioni ad ogni cambio di stagione (prima della trasformazione della celtic tiger in un gattino affamato ed impaurito) qui durante la crisi ho visto e vissuto senza grossi problemi la congelazione dei pochi benefit aziendali riconosciuti.
Ero abituato da una parte a feste aziendali ogni due/tre mesi, con migliaia di € versati in alcool e decorazioni varie, competizioni tra team con premi, mentre solo quest’anno dopo un duro lavoro e visti i buoni risultati, l’azienda ci riconosce il party di natale preparato con con qualche eccesso e lusso.
Da una parte ho visto lo spreco con le conseguenze che oggi si vedono, dall’altra vedo una maggiore attenzione, direi quasi serietà nella gestione dell’economia.
I team building qui, consistono in una cena (o qualsiasi altra attività) con 400czk di budget a testa (meno di 20€), a dublino ricordo che andammo alla corsa dei cani ed avevamo a disposizione il bar dell’ippodromo, catering vario, per una spesa di almeno un centone a testa (pagato dalla società).
Lo stipendio...a Dublino quando vedevo la cifra che ricevevo sembravo quasi non crederci, eppure ero il povero della nazione, ricevevo indietro una percentuale delle tasse pagate, perchè lo stato immaginava che non potessi vivere con cosi’ poco, quelle 1800/1900 € nette al mese servivano a pagare l’affitto di una cameretta a 500€ (spese escluse), mezzi pubblici, mangiare e divertimento vario ma attento agli sprechi.
Non ricordo di essere mai andato ad un ristorante, perchè era fuori dalla mia portata, ricordo che ogni serata fuori significava spendere tra alcool e taxi una cinquantina di €, ricordo che una pizza da domino, mangiata a casa, costava sui 15€...
Oggi guadagno quasi 1000€ al mese, che è uno stipendio di poco superiore alla media, vivo in una bella casa, vado a ristorante anche due volte a settimana e quando esco a divertirmi posso farlo spendendo meno di 10€.
I servizi che le due nazioni mi offrono?
In irlanda se stavo male dovevo andare da un dottore generico, pagare per la sua visita (sulle 40 carte...) e per ricevere la prescrizione dei medicinali, qui il servizio medico è accessibile a tutti gratuitamente, se il dottore richiede dei test si pagano circa 50 czk (2€)...
Sono andato dal dentista in irlanda: 500€ per non avermi curato bene, qui è gratis perchè tutti hanno l’assicurazione (che la società mi paga).
In irlanda ogni mattina e sera bestemmiavo san patrizio e tutti i suoi amici in attesa del bus che fino a 4 fermate ti chiede solo 1,20€...chiaramente essendo un paese dove piove pochissimo molte fermate non prevedevano una tettoia per ripararsi dalle shower ed era bello stare in coda prima di salire sul bus con un kilo di monetine per avere un biglietto, e se per disgrazia avevi solo banconote, nessun problema, ti rilasciavano una ricevuta per andare in centro (ad orari d’ifficio) e ricevere indietro il tuo resto...una rapina legalizzata!
Qui so che al minuto indicato sulla tabella, il bus e tram arriveranno, ogni mattina esco esattamente alla stessa ora ed arrivo esattamente alla stessa ora in ufficio, un abbonamento trimestrale mi costa circa 50€ (1280czk) quindi meno di 20€ al mese, a dublino era (se ben ricordo) 21€ a settimana, escludendo i bus notturni che invece qui sono garantiti.
Stress da ‘commuter’ abbattuto radicalmente.
Il fine settimana, quando lavoravo o volevo muovermi, dublino era una città fantasma, nessun mezzo prima delle 9, peccato che abbia fondato la sua fortuna sui ‘call centre’ che lavorano anche nei festivi...
Clima...hmm qui si apre un argomento difficile, in questi giorni sto soffrendo al pensiero del lungo, freddo e nevoso inverno, già ieri abbiamo avuto un cospicuo anticipo, circa 20 cm di neve, traffico in tilt, sono arrivato in centro con 20 minuti di ritardo...ma se penso alle altre stagioni non ho grossi traumi.
In irlanda, l’inverno era forse la stagione migliore, visto che il freddo non è mai intenso e la neve una rarità, il resto dei mesi, li trascorrevo spesso sotto la pioggia, almeno una volta al giorno.
Ragazze...anche qui difficile dare un gioudizio equilibrato, sono facilmente attratto dal gentil sesso, ogni donna sa offrire qualcosa di bello (non è una metafora...), ma raramente ho girato lo sguardo verso una bella passante quando ero in irlanda, risparmio altre considerazioni poco eleganti, dicendo semplicemente che reputo le irish le piu’ brutte donne europee (in generale s’intende).
Le ceche non hanno una bellezza straordinaria, spesso si curano poco, pongono poca attenzione ad atteggiamenti e vestiti, eppure in generale sono discretamente belle.
Ma vorrei parlare molto piu’ del tipo di rapporto che si puo’ avere con una ceca.
In passato non mi era mai capitato di uscire a teatro con una ragazza, qui mi è capitato piu’ volte, non mi era mai capitato di andare in un museo, qui mi è capitato, di andare ad un concerto jazz con una ragazza, qui mi è capitato, il che le rende molto piu’ piacevoli ed interessanti.
Divertimenti e tempo libero...detto che i costi sono assolutamente diversi, anche le offerte lo sono.
Viaggiare per il paese è piu’ a buon mercato ed efficente qui, cosi’ come fare sport.
Nel fine settimana i cechi lasciano la città e li vedi pedalare, fare trekking, camminare nei boschi e colline vicine, rilassarsi nei cottage, casette molto spartane appena fuori città o nei paraggi.
Devo dire che sto dimenticando cosa sia un concerto, qui l’offerta è molto piu’ limitata, ma a dublino mi sarei dovuto fare due conti in tasca per andarci (60/70/80 €...).
Un punto assolutamente a favore dell’irlanda è la legge antifumo nei locali pubblici, pollice verso per la cechia, sto iniziando ad odiare pubs e clubs che però nella bella stagione possono aprire terrazze all’aperto.
Shopping ottimo a dublin, con vasta varietà di brand e prezzi competitivi, mentre qui vestirsi bene è ancora un lusso e difficilmente si trova cosa si vuole realmente.
Eventi gratuiti all’aperto molto meglio Brno che dublin, dove tutto si paga profumatamente.
Cinema li frequento piu’ qui, avendo scoperto il piacere delle sale in vecchio stile, con proiezioni di qualità, settimane tematiche e non i mostri multisala nei centri commerciali che sparano dolby surround ed effetti speciali.
Qui mi manca il mare, ma ho un gradevole lago cittadino, mentre a dublin non ho mai avuto il piacere di sdraiarmi a prendere il sole sulla costa.
Tutto questo per dire che non rimpiango la mia scelta, ho lasciato un lavoro che mi piaceva, mi divertiva e mi permetteva di risparmiare, ma che era diventato l’unico momento piacevole della mia permanenza.
Qui sono arrivato per altre ragioni, per gli amici, per un amore che è finito ed uno che è arrivato, per uno stile di vita diverso, meno consumista e materialista, meno legato alle apparenze.
Libero e coerente con la mia personalità, burbero e distaccato, come un ceco che non ti saluta e non ti chiede ‘how are you?’ se non ti conosce bene...
Prola del giorno: Jak se mas? - Come stai?
martedì 16 novembre 2010
17 Novembre: Giornata internazionale dello studente
Il 17 Novembre, è anche festa nazionale in Rep ceca.
Giornata internazionale dello studente dovuta agli avvenimenti del 17/11/1939 a Praga, quando studenti cechi protestarono contro l'occupazione nazista.
Festa nazionale ceca perchè ricordando questa 'ricorrenza', questa volta nel 1989 manifestazioni di studenti cechi, osarono esprimere il proprio disappunto verso un'altra occupazione, quella comunista.
Seguirono le solite brutali repressioni dei sistemi politici e di potere, che sanno mantenersi in carica soprattutto grazie al braccio armato che li difende, polizia ed esercito.
Quel giorno, però, la forza della protesta, aiutata anche dai cambiamenti in atto nell'ex blocco sovietico, ebbe il sopravvento che tutti conoscono.
La caduta simbolica del muro di berlino e di un regime politico.
Studenti e artisti, uniti, come difficilmente si è visto in altri paesi, a guidare la rivoluzione e la liberazione del proprio paese.
Per questo ammiro la Rep Ceca, per il fascino della sua 'velvet revolution' la rivoluzione di velluto, fatta da cervelli, fatta da chi pensava, da chi viveva.
Un piccolo paese dal peso specifico immenso.
Dissidenza matura, motivata, preparata contro i tiranni che opprimono (da sempre) i popoli.
Ma l'esempio ceco vuole dare una speranza, se i popoli davvero lo volessero, se riuscissero ad unirsi, studenti ed operai, artisti ed impiegati, gente pensante, potrebbero provare e magari riuscire ad ottenere...LA LIBERTA'.
Parola del giorno: Jsem hrdì na sametova revoluci - orgoglioso della velvet revolution
lunedì 15 novembre 2010
1000 anni d'europa
Anche per me, l'esperienza è iniziata più o meno in quel periodo, ottobre 2007, tra irlanda, austria ed ora in rep ceca, anche se i primi tentativi, iniziarono già dal 2000, con una stagione estiva (lavorando, non in vacanza!) in spagna e successivamente, altri due periodi di circa 6 mesi sempre qui, a Brno.
C'è chi può vantare esperienze più lunghe ed interessanti.
Ma a differenza di andima, che parla dei tre anni 'altrove' io spesso ripenso ai miei 36 anni vissuti sempre nello stesso posto, in Europa.
Forse questo video (interessante, bellissimo sottofondo musicale) potrà far capire quanto travagliata e lunga sia stata la strada per arrivare a questo tentativo (timido e troppo burocratico) di unificazione.
Tanta ancora ce ne sarà.
La mia speranza è che si possa, un giorno, rispondere a chi ci chiede la nostra provenienza, di essere europei.
Abbiamo diverse nazionalità, ognuna con le sue diversità, decine di lingue e migliaia di dialetti, innumerevoli abitudini, usi e costumi, infiniti colori ed odori, pregi e difetti.
Siamo belli perchè diversi, ma diversi perchè singoli, esseri umani e non popolo.
Che male ci sarebbe ad appartenere ad una unica entità? Nessun confine, unica bandiera...e continuando a sognare, sarebbe bellissimo arrivare a rispondere: sono cittadino di questa terra.
mercoledì 10 novembre 2010
Alla scoperta della repubblica ceca - Regione Vysocina
Regione delle dolci colline, boschi, laghetti, con un paio di interessanti città da visitare.
Visto che il tempo ancora lo permette settimana scorsa due italiani si organizzano per un fine settimana di esplorazione in qualche meta “alternativa” della Rep. Ceca, optando per vedere Telč (patrimonio UNESCO) ed Jihlava, che si trova piu’ o meno a meta’ strada tra Praga e Brno.
Ecco il racconto, autori: Spud e Pedro.
Sabato mattina, con una sofferta levataccia, mi alzo alle 7.30 per prendere il bus che mi porterà nella cittadina a circa un centinaio di km da Brno.
Pago (il biglietto di solito si fa direttamente all'autista, che di solito non parla altre lingue se non un burbero ceco...), salgo e mi accomodo in fondo al veicolo, con la speranza di recuperare qualche minuto di sonno durante il viaggio.
Illusione resa vana da un gruppo di studenti, credo polacchi, che chiassosamente si accomodano vicino a me, parlano ad alta voce peggio degli spagnoli, emanando olezii pesantemente alcolici ogni volta che aprono bocca.
In qualche modo vengo coinvolto in una specie di 'ce l'hai', lo ricordate il gioco in cui se si è toccati bisogna trovare qualche altro a cui 'passare' ?
Ecco, praticamente una ragazzina mi urta il braccio e mi dice una di questa cose, mentre tutti si coprono la testa a mo di tetto spiovente, mezzo addormentato, faccio un resoconto della situazione, mi faccio ripetere la parola e vado quasi fino dall'autista per trovare un ignaro passeggero a cui comunico che gli passo il testimone.
Vengo accolto come un eroe di guerra mentre ritorno al mio posto.
Dopo questo intermezzo, la colonna sonora polacca prosegue per tutta l'ora e 53 minuti di puntualissimo viaggio.
Arrivo a destinazione dopo essere passato da Trebic, paese dove ho vissuto per circa 6 mesi, anche questo patrimonio UNESCO.
Da Praga l’unico mezzo ci mette 3 ore dato che è poco piu’ di un villaggio e i collegamenti sono limitati.. quindi sveglia alle 6 e mezza.. dicendomi che ho tre ore di bus per dormire un po’.. vista la comodità sperimentata nel viaggiare su questo tipo di mezzo in rep. Ceca su percorsi interurbani.
Arrivo alla stazione con un po’ di anticipo, vedo sfilare i soliti bus.. poi ne arriva uno molto rumoroso che lasciava la scia di fumo per 50 metri e sembrava uscito da un film anni 60.. pensavo fosse diretto a un centro rottamazione invece si ferma alla mia fermata, parafanghi attaccati a mano coi chiodi, vetri marroni probabilmente mai lavati negli ultimi 20 anni.. autista con la faccia di chi ne ha viste tante.. e altri particolari che ispiravano molta fiducia, ma visto che c’erano una ventina di persone in fila mi faccio il segno della croce e li seguo.
Tra l’altro avevo anche il posto assegnato – come qua si usa fare su percordi interurbani – ma i numeri dei posti erano indicati in modo diciamo approssimativo, qualcuno scritto a mano qualcuno attaccato con lo scotch.. non capivo bene e sentendomi come quelli che entravano in curva cercando il posto numerato.. lascio perdere e mi scelgo il seggiolino meno scricchiolante. L’aria sul bus non e’ proprio pulita.. ma dopo un po’ ci si abitua, per una mezz’ora l’impianto rudimentale di aria condizionata funziona da riscaldamento.. poi inizia a sparare aria gelata.. va be l’importante è arrivare… sani. Alla fine dopo una trentina di fermate in paesini sperduti della bassa Boemia arrivo puntuale a Telc dove incontro pedro alla stazione dei bus.
Mi incontro con il compagno di questo viaggio ed iniziamo a parlare e dirigerci verso il centro, non prima di aver, per sbaglio, visto quasi l'intera periferia del paese.
Devo essere sincero, mi aspettavo di più, la cittadina è veramente piccola, c’è il castello e la piazza molto caratteristica ma deturpata dalle macchine parcheggiate su un lato...hmm questi politici sono incompetenti ad ogni latitudine.
Facciamo un giro attorno al centro storico, è circondata dall’acqua e offre qualche scorcio panoramico interessante, ma ci aspettavamo di più visto che il centro storico è patrimonio Unesco...
...finchè non arriviamo al centro sportivo...
...qualcosa che cattura i nostri pensieri ed elucubrazioni.
'Sarà ghiaccio vero? Giocheranno le partite di campionato all'aperto? Come fanno a mantenerlo nelle stagioni calde?' sono le domande che più ci ripetiamo, mentre due bambini giocano a cal...ops...hockey.
Visto che la cittadina non offre altro (ma d'estate ci sono festival di film e concerti che richiamano molti turisti dalla vicina austria), ci dirigiamo verso un ristorante, dove mettiamo qualcosa sotto i denti, rinfrescandoci la gola con una bella starobrno.
Torniamo alla stazione per andare nel paese dove trascorreremo la notte.
Per jihlava (nome che deriva da riccio, in tedesco) ci sono solo bus, perdiamo l'occasione di salire su questo enorme treno regionale...
...ma nell'attesa, andiamo in un altro pub, che ci regala emozioni...
L'insegna è posta all'esterno di un condominio, entriamo, atrio e rampa di scale, un vecchio in stato già brillo ci dice qualcosa, facciamo gentilmente capire che non capiamo, varchiamo la porta e...puff!
Ritorniamo nel passato!
Anche l'aria era talmente rarefatta che si poteva tranquillamente datare 1968, anno della primavera praghese.
Gli avventori credo non si siano mai allontanati da quel pub da quegli anni, un separe' grigio fumo (immagino sia stato bianco originariamente) divide il locale dalla 'dance-floor' dove con la fantasia rivedo epiche scene di vecchi film cechi.
Ripenso al passato di questa terra mentre ci godiamo una buona gambrinus premium e per non uscire fuori tema, per la gioia di Spud, alla nostra fermata si materializza lo stesso bus (di costruzione cecoslovacca) che lo aveva portato li e sta tornando verso Praga.. stesso autista (unghia rigorosamente sporche di grasso nero) e stesso contorno di particolari a suo modo suggestivo.
La mettiamo sul ridere, sapendo che il viaggio è breve ed aiutati dalle birre, ma in effetti immagino che non sia stato facile farsi 3 ore di viaggio in questo modo.
Tra aneddoti sulle nostre esperienze di viaggio, calcio e politica, arriviamo a destinazione.
Andiamo all'ostello sapientemente prenotato da Spud, si tratta di un 'ubytovani' in discrete condizioni, immaginiamo usato dai lavoratori in trasferta.
visto il prezzo (140 Kc - circa 5 euro a cranio) ci aspettavamo sullo stesso stile del bus.. invece e’ piu’ che accettabile, è un'ottimo compromesso qualità-prezzo.
Svolgiamo la registrazione di prassi con una abbondante ma simpatica signora della 'reception' che azzarda la pronuncia dei nostri nomi e non si risparmia in consigli.
Il nostro ceco è messo a dura prova ma ce la caviamo tutto sommato bene.
Dopo un riposino, giriamo un po’ la citta’ che non e’ una meta turistica ma ha il suo fascino, circondata da mura medievali, un paio di cattedrali, una grande piazza in discesa, qualche edificio in stile sovietico.. e un enorme centro commerciale alle porte del centro storico.. e mentre le strade del centro sono semi deserte… la popolazione locale.. giovani e famiglie soprattutto.. si riversano in questo ‘City Park’ .
Una cosa che fa molto riflettere sui tempi che corrono.. su come si stiano un po’ perdendo le peculiarita’ locali delle attivita’ del c.d. ‘tempo libero’ e dei luoghi di ritrovo tradizionali.. conveniamo sul fatto che Jihlava non offre grandi possibilita’ di svago e un posto climatizzato, con negozi, negozietti, caffe’, fast food, cinema, ecc., simile a tanti altri non-luoghi delle citta’ d’Europa e del mondo… contestualizzando.. ha una sua funzione di utilita’ sociale, anche se non si puo’ fara a meno di notare che snatura un po’ l’ambiente.
Entriamo anche per ripararci dalla pioggia, nell'attesa di incontrare una ragazza che ha accettato da farci da cicerone, attraverso il sito couchsurfing.
Quando la noia stava prevalendo, un'inaspettato show ci ridà energia.
Infatti, un simpatico bambino, mentre aspettava il padre all'interno della banca nel centro commerciale, si stava divertendo a fare smorfie appoggiandosi al vetro divisorio, ignaro del pericolo incombente...
Come nei migliori video di paperissima, due persone dirigendosi verso l'ingresso della banca, fanno aprire la porta automatica, che ha completamente schiacciato il bambino.
Tranquilli, solo un poco di spavento, ma la faccia sbalordita del bimbo resterà nella memoria di chi vi sta scrivendo :)
A dirla tutta, dopo un attimo di riflessione, ci siamo diretti in soccorso del bimbo aprendo con forza la porta di vetro, ma dopo aver capito che era tutto a posto, non abbiamo trattenuto le risate.
Vabbè, sadismo a parte, ci incontriamo con Agata, simpatica studentessa, alla mano.. molto sorpresa della nostra presenza in quel di Jihlava.
Con lei trascorriamo una piacevole serata.. Dopo una cena abbondante in un ristorante del centro giriamo un paio di locali, uno di questi nella fastidiosissima classifica del più fumoso pub ceco, si piazza stabilmente sul podio, con vari giri di birre, Kofola + rhum e varie, finiamo la serata nel ritrovo degli studenti del College della citta’, un tipico locale universitario ceco, spoglio.. arredato con lo stretto necessario e autogestito, dove i giovani studenti del posto ballano e si divertono.. con l’aiuto non indifferente dell’alcol. Noi che non siamo piu’ tanto giovani ci ritiriamo verso le 2.
La compagnia è stata piacevole, scambiando opinioni tra l'altro anche sulla vita in irlanda (repubblica e nord-irlanda), visto che tutti e tre abbiamo provato l'esperienza.
In mattinata uno dei due turisti accusa qualche inconveniente tecnico-fisico, camminiamo molto per fare un giro della citta’ alla luce del giorno, ma non riusciamo a visitare le Katacomby.. i tunnel sotterranei del centro storico.. perche’ questo mese sono aperte solo a visite di gruppo.
Concordiamo, comunque, che quanto visto è meglio di Telc.
Verso le 13 si sale sul bus per Brno, salutando il compagno di viaggio che stavolta viaggia sul comodo e pulito bus della student agency.. con annesso film, riscaldamento, sedile morbido, hostess e bevande calde, e rimandandoci alla prossima occasione...alla scoperta della repubblica ceca...
In attesa del nuovo post (parte 2)
nb: purtroppo mentre stavo inserendo il post è apparso questo messaggio: "Questi caratteri non sono consentiti in un etichetta di post: !."
Democrazia...libertà di opinione...dove siete? Parola del giorno: Infami e bastardi, la pagherete...
In attesa del nuovo post
Per questo sto preparando un post 'a quattro mani' con una partecipazione straordinaria, non voglio anticipare niente per il momento (wow che suspance!).
Nel frattempo, riprendo una vecchia barzelletta, con le modifiche del caso:
Una società italiana ed una ceca decisero di sfidarsi annualmente in una gara di canoa, con equipaggio di otto uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna squadra era al meglio della forma, ma i cechi vinsero con un vantaggio di oltre un chilometro. Dopo la sconfitta il morale della squadra italiana era a terra. Il top management decise che si sarebbe dovuto vincere l'anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema. Il gruppo di progetto scoprì dopo molte analisi che i cechi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano. In questa situazione di crisi il management diede una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c'erano troppe persone a comandare e troppe poche a remare. Con il supporto del rapporto degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori dei comandanti, un capo dei supervisori e uno ai remi. Inoltre si introdusse una serie di punti per ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità. L'anno dopo i cechi vinsero con un vantaggio di due chilometri. La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando come ricompensa per il grande impegno che la squadra aveva dimostrato. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove si dimostrò che era stata scelta la giusta tattica, che anche la motivazione era buona, ma che il materiale usato doveva essere migliorato. Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa.
A voi decidere se è una barzelletta o la realtà...
Parola del giorno: pro mne je pradva
mercoledì 3 novembre 2010
La chiamavano onestà
Non so nemmeno se l'avevo già raccontato in precedenti post, ma quando andai a Napoli, a metà settembre scorso, arrivato a praga col bus da Brno, ho dovuto prendere la metro, per raggiungere l'aeroporto.
Alla stazione florenc, ho cercato, quindi, di fare il biglietto alla macchinetta automatica.
Inserita la moneta da 50 czk (2€) non mi sono visto caricare il credito, al che sono andato nell'ufficio dei controllori e col mio ceco claudicante gli ho spiegato che:
"Prominte...mam problem...listek machine ne funguje,...mel jsem 50 korun a nic listek...tak co muzu delat...?" praticamente (ma non usatele mai certe frasi vista la pessima grammatica...) "mi scusi...ho un problema...la 'macchina' dei biglietti non funziona...avevo (messo dentro) 50 korone e nessun biglietto (mi è stato erogato)...allora che posso fare?".
L'omone non si è scomposto, non ha sorriso, non ha dato grossi segni di aver compreso o no, si è alzato è andato vicino la macchina automatica ha toccato qualche tasto, io gli ho ripetuto la mia versione, lui è ritornato nell'ufficio ed io l'ho seguito.
Si è seduto, mi ha guardato e mi ha detto "reklamace".
Ha preso un foglietto in bianco e mi ha chiesto nome e indirizzo (jmeno a adressa), io l'ho compilato facendogli un favore.
Tutto qui, sono andato via senza molte speranze, ho comprato il biglietto della metro ad un negozio e sono partito.
Settimana scorsa...
...eh già!
Mi hanno prima inviato una lettera in cui, praticamente mi informano che mi rimborseranno e poi a giro di qualche giorno mi è arrivato il bollettino con cui dovrei andare in posta a ricevere il rimborso.
50 czk...2€...
Sarebbe successo lo stesso in italia?
Se avete casi simili, sarei contento di ascoltarli.
Parola del giorno: pro me to je poctivost - per me questa è onestà
lunedì 1 novembre 2010
Uno sconosciuto accanto a me
Settimana scorsa ho assistito ad un episodio molto poco piacevole, mi va di raccontare o cercare di farlo, qualche impressione in merito.
Parto dunque da quanto accaduto lunedi’ scorso, in una fredda e piovosa mattinata.
Ero sul solito tram che mi accompagna diligentemente a lavoro, quando ad una fermata una coppia di persone anziane, con fatica cerca di salire il pur basso gradino del mezzo pubblico.
Purtroppo la donna scivola sul pavimento bagnato e cade, cercando comunque un appiglio, arranca, con molta difficoltà cerca di tirarsi su, lo fa, mostrando sul viso gli eccessivi sforzi.
Quando poi esce, a terra, c’è una pozza di sangue, la vedo dolorante, toccarsi la gamba, evidentemente feritasi durante la caduta.
In tutto questo, nel tram trapieno ho notato tanta indifferenza, nessuno si è mosso per aiutare la povera donna.
Nemmeno io!
Di solito non è così, appena qualche anziano entra nel tram, prontamente gli viene ceduto il posto.
Non questa volta, quella mattina nessuno ha prestato aiuto.
Per quanto mi riguarda non cerco scuse, posso solo dire che il gap linguistico e generazionale, mi ha bloccato e di questo mi sento molto in colpa.
Ecco, la lingua, mi rendo conto che è ormai un ostacolo che sta segnando la mia esistenza in questo paese che amo.
Mi appresto a raggiungere, tra 30 giorni, i 18 mesi di permanenza a Brno, eppure so che non saro’ mai integrato e questo mi sta facendo (insieme ad altri avvenimenti) ragionare sul mio futuro qui.
Non essere in grado di comunicare, mi ha bloccato nel prestare soccorso alla persona anziana, mi crea non pochi problemi nell’integrazione, nel leggere un documento ufficiale, un giornale, nel capire veramente chi sono i miei amici.
Ma soprattutto ascoltare chi mi sta attorno, tutto questo mi manca e non voglio vivere senza capire quello che mi capita.
Se con un giovane la barriera linguistica si puo’ aggirare, con i ‘non giovani’ irrimediabilmente ogni contatto è precluso.
Ma anche i rapporti tra giovani e anziani locali non è dei migliori.
In un mondo che cambia vorticosamente, le distanze tra le generazioni si allungano, la reciproca comprensione diventa difficoltosa.
Cosi’ io non li conoscero’ mai e loro non potranno fare altrettanto (non che perdano granchè).
Quando vivevo in irlanda ho trascorso quasi cinque mesi in due famiglie irish, mi bastava entrare in un pub e conversare o chiedere un informazione alla fermata del bus e ricevevo risposte, che mi hanno permesso di avere un’idea generale e tutta personale sulla popolazione non giovane dell’isola verde.
Qui non sarà mai possibile.
La mia ex mi aveva introdotto nella sua famiglia, conoscevo tutti e loro conoscevano me.
Ricordo ancora la prima volta che incontrai i suoi nonni.
Pur essendo persone che avevano viaggiato e che potevano ritenersi ‘fortunati’ ed emancipati (la nonna era una maestra in pensione), non mi nascosero che quando seppero che ero italiano, si preoccuparono.
‘Mafiano’ ecco cosa sarei stato prima di conoscermi.
Tra pregiudizi, mancanza di esperienze dirette, ignoranza, generalizzazioni facili, gli anziani cechi non brillano certo per idee progressiste.
Come biasimarli?
Per 40 anni sono stati imprigionati dalla dittatura comunista, vivendo di stenti, senza la possibilità di viaggiare e di conoscere altre culture.
Hanno avuto una vita difficile, è quello che penso ogni volta che ne incontro qualcuno.
I loro visi, occhi, espressioni lo dicono chiaramente, quando li vedo in strada, nei negozi, sui mezzi pubblici.
Questo è l’unico contatto che ho con loro.
Eppure vorrei tanto conoscerli, farmi raccontare il loro passato, dirgli chi sono io, spiegargli che anche ho una carta d’identità della republica italiana, non significa che io mi senta italiano, ma soprattutto non vuol dire che sono un ‘mafiano’ e soprattutto ‘cigano’...
Già, mica solo i vecchi, vedendomi scuro di carnagione, mi associano spesso alla ‘minoranza’ poco gradita in cechia.
In questo modo nè io, nè loro entreremo facilmente in contatto.
Io colpevolmente non parlo ceco, ma se anche lo facessi, sentirei qualche pregiudizio.
Questo fa si che mi senta sempre uno straniero, ma soprattutto uno sconosciuto che vive in casa di sconosciuti.
Parola del giorno: ne znam stary lidi – non conosco le persone anziane
giovedì 28 ottobre 2010
Accadde oggi
Nacque lo stato indipendente di Cechi e Slovacchi.
Ecco perchè questa mattina mi sono svegliato alla solita ora, ho espletato le mie solite attività quotidiane, sono uscito in una bella ma fredda giornata di sole e mi sono recato alla fermata del tram.
Come tutti i giorni.
Ma questa mattina non c'era nessuno ad attendere.
E nemmeno auto ed i negozi erano aperti.
Per un secondo ho ripensato alla simpatica storia raccontata da Andima, l'immaginaria sparizione degli immigrati in belgio.
Solo che qui la situazione sarebbe stata al contrario, non ci sono tantissimi stranieri a Brno.
Erano forse scomparsi tutti i cechi?
Mi è bastato controllare la tabella degli orari del tram, per dissolvere ogni dubbio.
Due minuti di ritardo, a Brno è quasi impossibile!
Ho ragionato un poco ed ho finalmente capito cosa stava succedendo, oggi è festa nazionale in cechia.
Chiaramente non per me e per chi deve avere a che fare con clienti e partners italiani, africani, europei, mediorientali...
Oggi per me è un giorno qualunque, anche se forse no...
Oggi per la Reppubblica Ceca è un giorno importante.
Parola del giorno - Nezávislost Česká republika - indipendenza della rep ceca
domenica 24 ottobre 2010
Un tranquillo weekend di...relax
Così ho cancellato un appuntamento con un amico italiano che vive in slovacchia, saremmo dovuti andare a dresda a vedere una partita e trascorrere due giorni nella città tedesca.
Divertimento assicurato, ma non me la sono sentita.
Venerdì alle 17.28 ho iniziato a prepararmi, spegnere il pc in ufficio ed in perfetto stile fantozziano aspettare che le lancette dell'orologio segnassero la fine della settimana lavorativa.
17.29.59 Libero! :) (fino a lunedì...)
Il primo impegno, a dire il vero, è stato anche abbastanza ostico.
La settimana precedente avevo deciso di portare a riparare e pulire una giacca invernale, che avevo letteralmente distrutto la fine dello scorso inverno...
Perchè? Hmmm, ecco...diciamo che sarebbe una lunga storia e che ne ricordo poco...
In breve, a febbraio ero andato con gli amici a vedere una partita del 'mio' Fc Brno, contro lo Slovacko, nella vicina moravia meridionale.
Purtroppo non ho retto i numerosi giri di vino, birra, vodka, rum e grappa...
Ad un certo punto mi si è spenta la luce, non ricordo più niente, mi sono risvegliato su un treno mentre...hmmm, vomitavo...e poi a casa, dormendo a terra.
Di quella giornata gli amici mi ricordano, divertiti, tanti episodi ed ancora mi prendono in giro.
Mi fu restituita la mia cintura 'da trasferta' con fibbia spaccata (...) e mi ritrovai con la giacca nuova di tre mesi distrutta sotto le ascelle e sporca...di quello che potete immaginare.
Insomma con l'arrivo del freddo ho pensato di farla riparare, portandola in un negozio vicino casa, prima di partire per l'italia.
Facile? Semplice? No, se non parli ceco, come me.
In qualche modo, comunque, ci eravamo capiti, la padrona del negozio, chiaramente non parlava inglese, ma grazie all'inventiva partenopea, ben dimostrata in questo video, c'ho provato.
Avevamo deciso il prezzo (200 czk - circa 8€) per la riparazione ed il lavaggio, ho pagato in anticipo e mi è stata consegnata la ricevuta per ritirare il tutto, appunto questo venerdì.
Il problema è stato che di sera, la padrona non era presente, al suo posto una simpatica vecchietta (la mamma?).
Quindi la comprensione è stata più difficile, se non impossibile.
Con la mia conoscenza basica e lacunosa le ho fatto vedere il biglietto e descritto il mio giaccone.
Lei pretendeva che io pagassi ulteriormente per il lavaggio, ma io ero certo che ci eravamo già accordati sul prezzo.
Per fortuna la tecnologia ci è venuta incontro, la signora ha chiamato la figlia che le ha confermato la mia versione.
Urrà!
Dopo questa strabiliante e provante avventura sono andato dalla amica (e padrona di casa) A., che mi aveva chiesto di prendermi cura del suo cane durante il weekend.
Amando gli animali ed in particolare i cani, ne sono stato felice.
Sabato da Dog sitter!
Quindi sveglia alle 8, che per essere sabato mattina...per dare da mangiare a F., il carlino e poi passeggiata nella vicina collinetta/bosco.
Ogni tanto ci siamo fermati per espletare qualche...hmmm...bisogno fisiologico (non io, F. il carlino).
Per il resto, una piacevole sgambettata.
I colori dell'autunno possono essere molto piacevoli.
Ogni tanto abbiamo incontrato altre persone con cani e se credevo che i cechi potessero socializzare solo davanti ad un bicchiere (o bottiglia, meglio) di alcool, ora so che anche quando portano a spasso i cani, sono socievoli.
L'attività di dog-sitter mi ha tenuto impegnato fino al pomeriggio, dopo un'altra passeggiatina dopo pranzo e dopo avergli preparato la cena e fattolo giocare in giardino, sono andato in centro per incontrarmi con due cari amici, D. e F.
La mia intenzione era di non bere alcool, ma pensare di farlo quando incontro i miei amici ceki è una chimera.
Altra particolarità dei miei amici è quella di portarmi nei pub meno frequentati della città.
Il che va bene, dopo che ti abitui, ma all'inizio rimango sempre un pò demoralizzato.
Suvvia alla fine se si esce è anche per vedre qualche bella faccia e non sempre avere un ciccione sudato che ti alita di fianco è divertente.
Fatto sta che dopo aver salutato D. in viaggio per budapest, ci siamo spostati in un altro pub dove c'erano altri amici.
Io sarei dovuto andare ad un incontro di lingua ceca tra utenti del CS (couchsurfing), questo si in uno dei pub più turistici e commerciali della città (non voglio nemmeno dire il nome...).
Ecco altra cosa stupenda della cechia, o almeno di quella che conosco io è che non mi era mai capitato altrove di entrare in un locale e vedere il barista ubriaco...
Potenza della mia Brno!
Per farla breve, mi offrono i soliti giri di rum e slivovice (grappa di prugna, quasi imbevibile) e poi un bicchierino di liquore.
Mi dicono che si tratta di 'zelenina' un liquore blando ed aromatizzato alla menta, da femminucce, si brinda, loro mi guardano ed io ingurgito d'un soffio il contenuto del bicchiere...
Era assenzio...!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Credo di aver cambiato colore e di aver bucato definitivamente il mio povero stomaco...
Da quel momento in poi sono stato male, non da ubriaco, ma proprio con la sgradevole sensazione di pesantezza allo stomaco e bruciore.
Per fortuna ci ha pensato il barista a risollevarmi, con i suoi tentativi di parlare italiano ma soprattutto un paio di cadute mentre cercava sostegno sul bancone.
Scene da vecchi film comici muti!
Insomma, eravamo noi padroni del locale, abbiamo cercato la musica che volevamo, mi hanno fatto ascoltare e ballare un vecchio cantante nazionalpopolare e poi gli 'eroi' locali...
Ho ascoltato con piacere alcune storie della vecchia Brno, dovendo lasciare il locale solo perchè avevo promesso di andare all'altro incontro, che si è rilevato una delusione.
A parte il locale, senza alcuna atmosfera tipica, le persone presenti parlavano più inglese che ceco...quindi senza nemmeno bere niente, dopo una decina di minuti sono rientrato a casa.
Domenica mattina, mi sono alzato carico di energie, ho finalmente trovato un amico con cui fare boxe ed allenarci.
Ci siamo dati appuntamento alla vicina palestra e quell'ora e mezza e trascorsa molto velocemente.
Poi casa, pranzo, riposo, relax, come da progetto originale.
In serata dopo circa 10 mesi di assenza sono ritornato a giocare a poker, in un club simpatico ed alternativo.
Il poker è un gioco che mi piace molto, non sono un esperto, non sono uno che si legge i libri o ragiona su statistiche, percentuali, casualità.
Gioco da inesperto, ma mi ha già insegnato tanto, a tenere la calma, a ragionare in fretta, esercita la memoria.
La serata stava andando bene, ero al tavolo finale, tra i quattro che si giocavano l'accesso ai 'premi' (parliamo di qualcosa come 600/800 czk - 20/30€ di vittoria al primo classificato, si gioca per divertirsi non per diventare ricchi), quando 'qualcunA' ha iniziato a tempestarmi di sms... ;)
Ho perso la concentrazione, ho giocato chiamato un 'all-in' con una doppia coppia al flop, un altro giocatore ha fatto altrettanto con una coppia di assi...l'ultima carta a terra, il river, ha mostrato un otto e l'altro ha fatto una doppia coppia migliore della mia...damn!
Questo è il gioco.
La serata di questo weekend è terminata a casa dove ho augurato la buona notte al mio amore.
Parola del giorno: To byl relaxcni vikend
sabato 23 ottobre 2010
Pesi e misure...
Vorrei cercare di capire le differenze, certo due paesi, due situazioni, ma ci sono delle contraddizioni agghiaccianti, due pesi, due misure.
La recente sentenza ceca:
..."A Czech court has imposed the Republic's longest-ever jail term for a racially motivated crime - a firebomb attack on a Roma family's home that left a two-year-old child with burns over most of her body.
Judges in the northeast city of Ostrava, 350km east of Prague, sentenced four men to 20 to 22 years in a high-security prison for attempted murder and damaging property. They also must pay almost $1 million in damages to the family and in hospital costs."...
La recente sentenza italiana:
..."Il tribunale di Ferrara ha condannato a tre anni e sei mesi i quattro poliziotti accusati di eccesso colposo nell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, il ragazzo di 18 anni morto il 25 settembre 2005 durante un intervento di polizia."...
Lo scandalo è andato avanti, con il risarcimento (dello STATO, quindi delle tasse degli unici che le pagano: i lavoratori dipendenti) con 2 milioni di € alla famiglia di Federico, un ricatto per non chiedere di costituirsi parte civile al processo.
Quindi evitare il rimborso diretatmente agli ASSASSINI...che ridussero Federico così:
"...I medici hanno riferito che aveva lo scroto schiacciato, una ferita lacero-contusa alla testa e numerosi segni di percosse in tutto il corpo. Ho potuto vedere solo quella sul viso, dalla tempia sinistra all'occhio e giù fino allo zigomo, e i segni neri delle manette ai polsi. L'ho visto nella bara. Il suo corpo non sembrava più allineato e simmetrico. Il mio bambino era perfetto, e stupendo. L'hanno distrutto..."
Quindi mi pare di capire che in rep ceca chi commette un crimine, assolutamente condannabile moralmente (CI MANCHEREBBE!), verso una minoranza (..."problematica"...perchè l'ipocrisia ha dei limiti...), ustionando una bambina (INNOCENTE), viene condannato a 22 ANNI di carcere duro.In italia se si indossa una divisa e si UCCIDE un ragazzo (INNOCENTE), si viene condannati a 3 ANNI e mezzo, che tradotti in termini pratici, tra appelli, sconti, indulti, riti abbreviati, equivalgono quasi a NESSUN giorno di carcere.
Due pesi, due misure.
giovedì 21 ottobre 2010
???
Piu’ o meno, riassumendo sommariamente, siamo tutti allineati a questi schemi.
Pensiamo di essere liberi, forse perchè decidiamo se guardare un canale televisivo o l’altro, vestirci con una marca o l’altra, comprare la tal acqua con le bollicine o quella che fa fare tanta ‘dindin’, andiamo in vacanza, in resort o con agenzie di viaggi, abbiamo un bancomat un conto corrente, facciamo mutui per comprare una casa, figli da ‘educare’, ogni tanto suona l’adunata e ci mettiamo in fila per legittimare i nostri bravi politici esprimendogli la nostra fiducia con una croce su un foglio di carta.
Siamo liberi! Viviamo in democrazia!
Soprattutto lavoriamo, guadagniamo e spendiamo.
Cosa? Dove? Quando?
Spesso non lo sappiamo, ma siamo in democrazia, si vede, si sente, c’è scritto sulle costituzioni dei paesi.
Dove lavoriamo e per chi? Chi è il capo, chi decide, chi ci paga? Dove studiamo, chi finanzia le scuole e le università, perchè?
Cosa compriamo e perchè? Certo il cibo, è un bisogno primario, ma anche altro, vestiti, auto, case, divertimento...
Dove lo compriamo? Hmm, quante domande, già qui qualche dubbio dovrebbe venire a qualcuno...spesso grosse catene distributive, che negli anni hanno travolto le piccole realtà locali.
Ma soprattutto...da dove arriva la merce che compriamo? Chi di noi si informa sull’origine dei prodotti che acquistiamo, consumiamo? Come viene prodotta, quanto rende a chi la produce, in che quantità viene prodotta, in che condizioni lavora chi le produce le merci che compriamo?
Quanto guadagna il lavoratore che raccoglie la mela che mangiamo e che abbiamo pagato?
Che informazioni abbiamo? Come ci vengono ‘offerti’ i prodotti che acquistiamo?
Queste domande qualcuno se le pone?
Chi crede nella libertà, nelle scelte democratiche ci pensa?
Ci crediamo liberi senza avere queste informazioni!
Una mela prodotto nel paese Z, viene venduta nel paese Y ad un prezzo X, ci hanno insegnato che il mercato decide tutto, ma chi è il mercato?
Io e voi o qualcun’altro piu’ potente che detta le regole? Ci vedete libertà in questo? Io no!
Posso scegliere quanto spendere, ma ho davvero tutte le infrmazioni per farlo? Ed in quanto tempo dovrei ragionare e riflettere su una scelta che è diventata semplicistica ma che influenza ogni individuo su questa terra.
Quando compriamo? Sempre piu’ nei ritagli di tempo libero, di fretta, in spazi luminosi, sgargianti, colorati, che ci distraggono, ci stordiscono, crediamo di avere scelta ed invece ci sono studi che dicono a chi ci sta vendendo la merce, come disporla per catturare la nostra attenzione.
Non è una teoria eversiva la mia, si chiama semplicemente marketing o tecniche di vendita, si studia.
Quindi, ricapitolando, crediamo di essere liberi, perchè possiamo votare, parlare liberamente (dove? Quando? Con chi?), scegliere cosa fare.
Fermatevi un attimo a pensare...siamo liberi di fare cio’ che ho descritto o siamo fortemente influenzati anche in queste operazioni?
Una persona normalmente onesta ed intelligente, voterebbe mai bush, putin o merdusconi (o i concorrenti, non ne faccio una questione di partiti e nomi) o viene quasi indotta a farlo da ‘campagne politiche’?
Una persona normalmente intelligente ha gli strumenti per poter parlare e pensare liberamente o ha le sue opinioni fortemente influenzate dalla società? I media, l’educazione scolastica, la società non ci dettano una precisa strada da seguire?
Per finire siamo sicuri di scegliere esattamente cosa vogliamo o iniziate a pensare che pubblicità, morali, ambiente esterno, abitudini comuni, tradizioni...ci influenzino?
Le scelte piu’ importanti della nostra vita, sono naturalmente indotte dai nostri bisogni o ‘telecomandate’?
La scuola, il lavoro, la famiglia, la casa, fanno parte di una struttura o sono scelte naturali?
Questo è quanto mi chiedo quasi ogni giorno.
Giusto per essere onesto, io so per CERTO, di non essere un uomo libero.
Perchè mi sento schiavo, non faccio la morale ad altri, elevandomi ad essere perfetto, sono consapevole di essere una pecora del gregge, vorrei sapere solo cosa ne pensate voi e se esiste un modo per saltarla questa staccionata.
Ho scritto questo post per due motivi.
L’inizio della lettura di ‘Cosi’ parlo’ Zarathustra’ e le notizie sconcertanti di questi giorni.
Qualcosa già discussa, altre che meriterebbero l’attenzione di tutti.
Quando dico di essere napoletano, la prima associazione d’idea è: Napoli-spazzatura.
Abbiamo tutte le informazioni per capire il problema? Cosa sappiamo delle violenze che accadono ora, dietro i sacchi di spazzatura abbandonati in strada?
Ma soprattutto, oggi la mia attenzione è stata attirata da un articolo, finalmente uscito su un quotidiano.
Lontano da noi, nascosto dai nostri occhi accade, soprattutto nei paesi già poveri qualcosa che dovrebbe essere raccontato a tutti:
http://www.corriere.it/esteri/10_ottobre_20/video-indigeni-torture_0d865860-dc5a-11df-be1f-00144f02aabc.shtml
“Le enormi risorse naturali del Papua Occidentale vengono sfruttate intensamente dal governo indonesiano e dalle multinazionali straniere, che ne traggono grandi profitti a discapito dei popoli tribali, che con la loro presenza e le loro culture, rappresentano solo un impiccio. Quando le compagnie internazionali sbarcano a Papua, l’esercito indonesiano le scorta per proteggere "progetti di importanza vitale": la presenza dell’esercito è sempre accompagnata da violazioni dei diritti umani. I più perseguitati sono coloro che tentano di protestare contro il governo indonesiano, contro l’esercito o questi progetti. Omicidi, sequestri di persona e torture sono all'ordine del giorno. Nelle aree dove la presenza dei militari è più massiccia, centinaia di persone muoiono di fame o malattia perché hanno troppa paura per uscire dai loro nascondigli. Nella terra del popolo degli Amungme, per esempio, sorge la Grasberg, la più grande miniera di rame e oro del mondo, di cui la Freeport è la proprietaria di maggioranza.
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Tuttavia, le abbondanti risorse naturali di Papua continuano a essere sfruttate intensamente sotto la protezione dell’esercito. «Di Amungme mi è rimasto solo il nome. Le montagne, i fiumi, le foreste, ora appartengono tutti al Governo e alla Freeport. Io non ho più nulla» ha detto pochi giorni fa uno degli appartenenti a questa tribù.
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Finalmente, nel 1963 ebbe luogo l'"Atto di Libera Scelta". Al voto furono però ammesse solo 1.025 persone che, in pratica con una pistola puntata alla tempia, votarono all'unanimità per l’Indonesia. L'assunto razzista era che i Papuasi fossero troppo "primitivi" per decidere da soli del loro futuro e questo indusse la comunità internazionale a sorvolare sulla manipolazione del voto. «Non posso immaginare che i governi di Stati Uniti, Giappone, Olanda o Australia possano mettere a rischio le loro relazioni con l'Indonesia per una questione di principio che riguarda un numero relativamente piccolo di uomini molto primitivi» dichiarò un diplomatico britannico nel 1968. Il risultato sono stati 40 anni di oppressioni e brutalità che hanno già ucciso migliaia di persone e che, per ferocia e vastità di proporzioni, sono classificati come il peggiore abuso perpetrato oggi contro i popoli tribali del mondo.”
Concludo con la prefazione di Nietzsche:
"Una luce si è accesa in me: ho bisogno di compagni, e vivi; non compagni morti e cadaveri, da portare con me ovunque io voglia.Ma viventi compagni, che mi seguano, perché voglion seguire se stessi, e proprio là dove io voglio.Una luce si è accesa in me: non alla folla deve parlare Zarathustra, ma a dei compagni! Zarathustra non deve diventare pastore e cane di un gregge!Io sono venuto per strappare molti al gregge. La folla e il gregge mi devono avere in odio: pei pastori Zarathustra vuole essere un brigante.Dico pastori, ma essi si dicono i buoni e i giusti.Dico pastori: ma essi si chiamano credenti della retta fede. Guardali lì, i buoni e i giusti! Chi odiano essi di più? Colui che infrange le loro tavole di valori, il distruttore, l'assassino: ma questi è appunto il creatore.Guardali lì, i credenti di tutte le fedi! Chi odiano essi di più? Colui che infrange le loro tavole di valori, il distruttore, l'assassino: ma questi è appunto il creatore.Compagni cerca il creatore, compagni del raccolto: perché tutto è in lui maturo per il raccolto. Ma a lui mancano le cento falci: e così egli strappa le spighe ed è inquieto.Compagni cerca il creatore, coloro che sanno affilare le loro falci. Si suole chiamarli annientatori e spregiatori del bene e del male. Ma essi sono i mietitori e coloro che fanno festa. Collaboratori cerca Zarathustra, che mietano e festeggino con lui: che ha mai egli a spartire con greggi e pastori e cadaveri?...Voglio attirare a me i creatori, i mietitori, i banchettanti: voglio loro mostrare l'arcobaleno, e tutte le gradinate del Superuomo.Ai solitari canterò il mio canto e a coloro che vivono a coppie; e chi ha ancora orecchi per l'inaudito, a quegli voglio rendere pesante il cuore con la mia gioia.Io voglio andare per il mio cammino verso la mia mèta: saltando sulla testa di coloro che indugiano e si tirano volentieri da parte. Il mio passo sia la loro rovina!"
Così parlo’ Zarathustra...